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Fake News è anche nascondere la verità: il presidente della commissione USA afferma che, si, Trump è stato intercettato!

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In fondo le più grandi fake news sono, dalla notte dei tempi, tenere la gente nell’ignoranza nascondendo la verità, così è più facile manipolarla. Oggi forse siamo andati oltre: la realtà è una ma te ne racccontano un’altra, alla fine se non sei più che informato, volentoroso, anche intelligente se volete, zac, non capisci niente (missione compiuta…).

Dunque, la realtà dei fatti è che oggi il presidente della commissione investigativa USA, il californiano Devin Nunes, che sta cercando di capire cosa è successo nelle intercettazioni di Trump da parte dell’Amministrazione Obama durante le scorse elezioni afferma che, si, Trump è stato intercettato sebbene “incidentalmente”. Lasciamo perdere le ipotesi tecniche delle spiate (con spiegazioni tecniche a supporto per altro) trovate sul web secondo cui la “spia” tecnologica su Trump sarebbe stato un forno a microonde installato nella Trump Tower – e qui viene da pensare sulla reale connivenza tra i produttori di elettrodomestici che installano microfoni negli apparati di cucina ed i servizi segreti americani -, la notizia importante è che, si, l’intercettazione c’è stata. 

Yes, your microwave could be spying on you

Devo dire che sono stato sollecitato da giorni a commentare questa notizia diventata ormai di dominio pubblico quasi una settimana fa ma mi sono trattenuto, mancavano le contingenze precise di quanto capitato. Della serie, oggi le bugie contano più dei fatti e le fake news sono lo strumento di manipolazione, anche tacere le ragioni di una parte evidenziando SOLO i torti è manipolare 2.0!

Dunque cautela. Ho voluto quindi attendere ed infatti i frutti stanno maturando: prima di tutto la NSA ha di fatto confermato di volere collaborare mentre – tutti se lo aspettavano – le altre agenzie sono rimaste silenti. L’FBI in prima fila, che non ha nemmeno risposto alla richieste di chiarimenti del Presidente della Commissione ministeriale USA da ben due settimane, viene da dire fatto mai accaduto in questi termini nella storia americana moderna. Ma la chiave di volta sarà appunto un’altra, la NSA, che è comandata da un ammiraglio stimato, Rogers, molto vicino a tutto l’apparato presidenziale semi-marziale del neo presidente USA. Appunto, basta che la NSA ceda  – e sappiamo che alle spalle dell’ammiraglio c’è Rudolph Giuliani in carico della cybersecurity a stelle e strisce – e comprendiamo dove andremo a parare.

Risultato: si va a breve che viene fuori oltre che la verità anche i dettagli. Sì, i dettagli: anche perchè nessuno ha voluto spiegare come ed in che termini il gen. Flynn sia stato spiato dalla CIA/FBI, “stanno ancora indagando“. E tutti ad evitare accuratamente di commentare…

Interessante, ma – ripeto – si va a poco per sapere la verità (non escludo per altro un’indagine su Obama, a meno che riescano a fare dimettere Trump entro un paio di mesi).

Ma, si sa, nell’America capitalistica il mantra da seguire non è quello degli scandali, anche gravi. No, il mantra è un altro: follow the money. Della serie, pesa di più un crollo di borsa che qualsiasi scandalo. Anzi, sarebbe un affare per i Dem se in corrispondenza di un’eventuale divulgazione dei dettagli dell’intercettazione di Trump & Flynn durante la campagna presidenziale – scandalo che farebbe impallidire il Watergate in quanto avremmo la prova che sarebbero stati intercettati anche militari di altissimo rango tra cui il capo dei servizi segreti militari USA, appunto Flynn – capitasse un bel crollo borsistico ad offuscare e diluire le innegabili colpe obamiane.

Forse le tempistiche del crollo non sarebbero perfette, sarebbe troppo presto per poter dare la colpa al neopresidente.  Ed ecco forse perchè l’Obamacare viene ritardato, ci vogliono delle scuse per un crash, ci vuole il condimento giusto per nascondere il sapore rancido di una minestra economica cucinata con errori disastrosi di Obama. Si, Obama ci ha lasciato un disastro economico e la salita dei corsi borsistici post sconfitta clontoniana è stata un male necessario per poter successivamente ribaltare le colpe su Trump in un futuro prossimo, con un inevitabile crollo in realtà determinato dagli errori economici del primo (e probabilmenteg ultimo) presidente nero degli States. Di questo ho già parlato approfonditamente, presentando decine di indicatori a supporto.

Ma oggi voglio ricordarvi il principe degli indicatori, quello che NON ha MAI sbagliato una volta a prevedere una recessione (e quindi un crollo di borsa USA) negli ultimi 50 anni. E questo ci dice che stiamo entrando in crisi, un crollo è imminente (un mesetto?). Non ci credete?

Libero arbitrio, come sempre. Anche quando vi sorbite le news dei media nazionali che vi indottrinano affinchè non capiate nulla.

Auguri

Mitt Dolcino


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