Esteri
Trump in testa di 4 punti. E, sorpresa, i mercati associano alla sua elezione una riduzione del rischio paese USA!
Verrebbe da dire, Trump fa aumentare il rischio paese degli USA. Ed invece no, il contrario: i mercati ci dicono che è l’elezione di Hillary Clinton a preoccupare di più i mercati quanto meno in termini di rischio default ossia in termini di resilienza economica statunitense. Vi sembra strano? Fatevene una ragione: è la triste realtà!
La fonte del grafico del debito presidenziale sopra esposto è la californiana Calpers, ipoteticamente filo Dem.
Obama ha infatti rubato il futuro alle prossime generazioni accumulando negli scorsi 8 anni più debito di ogni altro presidente americano in tempi di pace. Ossia quasi il 50% su PIL in debito esplicito USA; eppure la ripresa americana si trasformerà comunque in recessione nell’arco di pochi mesi, tempo di far passare le elezioni più polarizzate dalla guerra civile, aspettare per credere.
Oggi l’autorevole – e profondamente Dem – LA Times vede Trump avanti di 4 punti percentuali.
In ogni caso chiunque vinca si troverà una situazione economicamente disastrata, con l’economia sostenuta dai QE e destinata a creare inevitabile futura inflazione ma senza una vera ripresa, l’occupazione è cresciuta solo grazie agli impieghi di bassissimo livello (camerieri, baristi ecc.; un po’ come in Italia – le ricette sono le stesse al netto degli immigrati – dove si è nascosta la disoccupazione dietro ai voucher, quando verrà tolta la sordina fatta di mille manipolazioni statistiche – e fine dei soldi a disposizione – sarà un vero disastro). Ecco perché serve un cambiamento di rotta deciso, importante. Ecco perché oggi Trump è necessario per l’America, al di fuori dei suoi eccessi verbali. Anche perché senza un vero cambiamento nelle politiche USA il debito esploderebbe continuando con il metodo Dem, vedasi il grafico seguente (un po’ come fu per Nixon che di fatto fu colui che fermo’ la guerra in Vietnam iniziata – come accade oggi in medio oriente ed Ucraina – da un Dem e per ragioni che veramente sfuggono ai più, ndr):
Anche perché la situazione attuale è letteralmente insostenibile, ad esempio il dollaro forte porterà ad una pesante recessione negli States, ma un dollaro basso romperebbe euro ed EU e si sa quanti soldi le aziende sistemiche ed esportatrici tedesche abbiano investito nella fondazione Clinton. Come è insostenibile che ormai le borse siano tenute artificialmente alte grazie agli acquisti delle banche centrali dove, in certi paesi apripista (Giappone), sono addirittura diventate il primo azionista borsistico. Ossia il primo passo verso il socialismo finanziario, sembrerebbe quasi che il primo presidente nero degli USA non apprezzi affatto il capitalismo e dunque abbia fatto quanto nelle sue possibilità per distruggerlo…
Ecco perché una futura amministrazione Dem americana avrebbe solo una possibilità per nascondere i danni fatti negli ultimi 8 anni, meglio ancora se la fondazione che co-rappresenterà il futuro presidente avrà anche interessi in questo senso: portare l’attenzione pubblica su un problema più grande, ad esempio una grande guerra. Come fece Roosevelt – Dem anche lui – con l’attacco di Pearl Harbour per risolvere la depressione ai tempi ancora irrisolta nonostante svariati New Deals (l’attacco nipponico fu frutto di provocazioni geostrategiche al Giappone durate anni).
E possibilmente se guerra deve essere che sia la più lontana possibile dal suolo americano, agli antipodi. Ecco perché i cds con Trump presidente scenderebbero… ecco spiegato il comportamento dei cds-credit default swap americani.
A proposito, sapete chi sta agli antipodi degli USA? la Syria….
PS: a giudicare dai commenti non solo di parte ma direi speso offensivi profusi contro il candidato repubblicano, mi sa che tre quarti dei giornalisti italiani dovranno cambiare lavori se verrà eletto Donald Trump
Mitt Dolcino
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