Difesa
Gli USA chiedono aiuto a Giappone e Australia per difendere Taiwan. Sydney li manda a quel paese
Gli Stati Uniti, già impegnati in Ucraina e Gaza, premono Giappone e Australia sul loro ruolo in un possibile conflitto con la Cina per Taiwan. Ma gli alleati sono cauti, anzi contrari all’intervento

Gli Stati Uniti sono già da tempo fortemente impegnati in due zone di guerra che non riescono a controllare, ovvero l’Ucraina e Gaza, e sembrano intenzionati a passare a una terza. Secondo un recente articolo del Financial Times, l’amministrazione Trump sta chiedendo di sapere cosa faranno gli alleati del Pacifico in caso di guerra con la Cina per Taiwan.
Nello specifico, il governo statunitense sta esercitando pressioni sul Giappone e sull’Australia affinché chiariscano il loro ruolo nel caso in cui la Cina decidesse di intervenire militarmente a Taiwan. Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa per la politica degli Stati Uniti, ha tenuto incontri con funzionari australiani e giapponesi negli ultimi mesi con questo obiettivo in mente.
Colby ha chiarito in una dichiarazione di domenica che sta lavorando all’attuazione dell’agenda del presidente Donald Trump di “ripristinare la deterrenza e raggiungere la pace attraverso la forza”. Ha sottolineato che ciò include “esortare gli alleati ad aumentare le spese per la difesa e altri sforzi relativi alla nostra difesa collettiva”.
Separatamente, un funzionario della difesa statunitense ha descritto che il “tema animatore” di queste recenti discussioni con gli alleati era “intensificare e accelerare gli sforzi per rafforzare la deterrenza in modo equilibrato ed equo”.
Il funzionario è stato citato dal FT con queste parole: “Non cerchiamo la guerra. Né cerchiamo di dominare la Cina stessa. Quello che stiamo facendo è garantire che gli Stati Uniti e i loro alleati abbiano la forza militare per sostenere la diplomazia e garantire la pace”.
Ovviamente Pechino potrebbe non essere d’accordo con questa visione, dato che negli ultimi mesi è stato confermato che gli Stati Uniti mantengono centinaia di marines a Taiwan, anche sulle sue piccole isole periferiche vicino alla costa cinese, apparentemente a scopo di “addestramento”.
Possiamo immaginare quale sarebbe la reazione di Washington se la Cina avesse truppe dell’Esercito Popolare di Liberazione in tutta Cuba o addirittura nel territorio statunitense di Porto Rico, a sostegno di un “movimento indipendentista” portoricano.
Il Giappone, che dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale non ha mai avuto un esercito degno di questo nome, dovrebbe probabilmente ospitare un rafforzamento delle truppe americane e delle flotte navali. In realtà il Giappone sta già intervenendo in modo indiretto, assistendo le Filippine in quell’area.
Per quanto riguarda l’Australia, questa ha dato uno schiaffo agli USA, ha chiarito che non impegnerà truppe in anticipo in alcun conflitto. Come affermato dal ministro della difesa:
L’Australia non impegnerà truppe in anticipo in alcun conflitto, ha dichiarato domenica il ministro dell’Industria della Difesa Pat Conroy, rispondendo a una notizia secondo cui il Pentagono avrebbe esortato il suo alleato a chiarire quale ruolo avrebbe svolto se gli Stati Uniti e la Cina entrassero in guerra per Taiwan.
L’Australia dà la priorità alla propria sovranità e “non discutiamo ipotesi”, ha detto Conroy in un’intervista all’Australian Broadcasting Corporation.
Australia will not commit troops in advance to any conflict, its defense industry minister said, responding to a report that the Pentagon pressed its ally to clarify what role it would play if the US and China went to war over Taiwan https://t.co/zVqw1tBqiA pic.twitter.com/ak7SUQPDRd
— Reuters (@Reuters) July 13, 2025
I recenti conflitti commerciali con la Cina hanno minacciato di devastare intere industrie di esportazione australiane, e quindi l’Australia non è affatto disposta a provocare il panda su ipotetici piani di guerra futuri degli Stati Uniti.
Un analista regionale è stato citato dal FT per aver sottolineato l’ovvio, dal punto di vista degli alleati: “Il presidente Trump non si è impegnato a difendere Taiwan, quindi è irrealistico che gli Stati Uniti insistano su impegni chiari da parte degli altri”.
E dato che i recenti conflitti in cui l’America è rimasta invischiata non sono andati bene per Washington e rimangono impopolari anche tra l’opinione pubblica americana (Iraq e Afghanistan ne sono gli esempi più evidenti), perché mai i paesi alleati dovrebbero voler aderire a un simile avventurismo militare, tanto più in anticipo? Soprattutto ora che Trump ha iniziato una lotta commerciale con i propri alleati.
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