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Trump spariglia le carte sulla Cannabis: dalla Tabella I alla III. Una svolta pragmatica che piace ai mercati e ai veterani
Trump firma l’ordine esecutivo: la marijuana passa in Tabella III. Una mossa storica che piace ai veterani e fa volare i titoli in borsa. Ecco cosa cambia per tasse, banche e ricerca medica.

Alla fine, con il pragmatismo che spesso contraddistingue le sue mosse più inaspettate, Donald Trump ha deciso di agire. Pochi istanti fa, nello Studio Ovale, il Presidente ha firmato un ordine esecutivo che potrebbe ridisegnare la politica antidroga americana — e i relativi mercati — per i prossimi decenni. La decisione è tecnica, ma dalle conseguenze politiche ed economiche enormi: la riclassificazione della marijuana dalla “Tabella I” alla “Tabella III” delle sostanze controllate.
Non si tratta della legalizzazione federale tout court che sognano i liberal più accesi, ma di un riconoscimento formale e “medico” che sblocca miliardi di dollari in ricerca e investimenti, togliendo la cannabis dal limbo giuridico che l’accomunava all’eroina.
La decisione: pragmatismo contro ideologia
“Oggi ho il piacere di annunciare che firmerò un ordine esecutivo per riclassificare la marijuana da sostanza controllata di Tabella 1 a Tabella 3, riconoscendone i legittimi usi medici”, ha dichiarato Trump.
https://twitter.com/RapidResponse47/status/2001730261852021102?s=20
Le motivazioni addotte dal Presidente non sono ideologiche, bensì umanitarie e, in seconda battuta, economiche. Trump ha citato esplicitamente la pressione ricevuta da cittadini americani, veterani con ferite di servizio e anziani affetti da dolori cronici. “Abbiamo persone che mi implorano di farlo”, ha sottolineato, evidenziando come l’accesso facilitato possa alleviare “dolori estremi, malattie incurabili, tumori aggressivi e problemi neurologici”.
È la vittoria del realismo: se una sostanza funziona per i veterani e per chi soffre, l’apparato burocratico non deve ostacolarne l’uso.
La reazione dei mercati: il balzo del settore Cannabis
Come spesso accade, i mercati avevano “fiutato” la notizia. Già la settimana scorsa, i titoli delle principali aziende del settore hanno registrato rialzi significativi in attesa dell’annuncio.
Ecco come hanno reagito i principali player:
Tilray Brands
Canopy Growth
Aurora Cannabis
SNDL
Cronos Group
Tutti questi titoli sono balzati in avanti. Perché? La riclassificazione non è solo una questione sanitaria, ma fiscale e bancaria. Spostare la cannabis nella Tabella III significa, potenzialmente, permettere a queste aziende di operare con deduzioni fiscali standard (attualmente negate dalla sezione 280E del codice tributario USA per le sostanze di Tabella I) e di accedere con meno frizioni al sistema bancario federale. È un’iniezione di liquidità e legittimità che il settore attendeva da anni.
Cosa cambia tecnicamente: Tabella I vs Tabella III
Per comprendere la portata della decisione, bisogna addentrarsi nei meandri del Controlled Substances Act (CSA). Fino ad oggi, la marijuana era bloccata nella categoria più restrittiva, basata su un presupposto ormai smentito dalla scienza e dalla pratica.
Ecco le differenze sostanziali:
| Categoria | Definizione | Esempi di Sostanze | Implicazioni Ricerca/Business |
| Tabella I | Nessun uso medico accettato, alto potenziale di abuso. | Eroina, LSD, Ecstasy, (ex) Marijuana. | Ricerca quasi impossibile, no deduzioni fiscali, banche ostili. |
| Tabella III | Uso medico accettato, potenziale di abuso moderato/basso. | Steroidi anabolizzanti, Testosterone, Ketamina, Tylenol con codeina. | Ricerca clinica facilitata, prescrivibilità medica, normalizzazione fiscale. |
La decisione di Trump allinea la marijuana a farmaci come il testosterone o la ketamina: sostanze da controllare, certo, ma che hanno un’utilità clinica indiscutibile.
L’iter politico: dove Biden ha esitato, Trump ha concluso
C’è una certa ironia politica in tutto questo. Il processo di revisione era stato avviato dal Presidente Joe Biden nel 2022, il quale aveva esortato il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) a rivedere lo status della droga. L’HHS aveva raccomandato lo spostamento in Tabella III nel 2023, seguito dal Dipartimento di Giustizia nel maggio 2024.
Tuttavia, con la perdita del controllo dell’esecutivo da parte dei Democratici nelle scorse elezioni, il processo sembrava destinato a un binario morto o a un rallentamento. Invece, Trump ha raccolto il testimone, probabilmente intuendo il potenziale consenso trasversale della manovra. Un sondaggio di Fabrizio, Lee, & Associates di marzo ha rilevato che il 72% degli elettori totali e ben il 67% dei Repubblicani supportano questa riclassificazione. Trump, politico scaltro, sa leggere i numeri meglio di chiunque altro.
Ad agosto, Trump aveva già anticipato ai reporter: “Alcune persone lo odiano… ma stiamo guardando alla riclassificazione”. La decisione odierna chiude il cerchio.
Il nodo della ricerca scientifica
Uno degli aspetti più cruciali, spesso ignorato dal dibattito generalista, è quello della ricerca. Kent Vrana, direttore del Penn State Center for Cannabis and Natural Product Pharmaceuticals, ha spiegato chiaramente il problema: con la marijuana in Tabella I, le università rischiavano di perdere i fondi federali se avessero condotto studi clinici diretti.
“Posso ottenere cannabis solo da una manciata di fonti approvate a livello federale”, aveva dichiarato Vrana, sottolineando come ciò costringesse i ricercatori a basarsi su dati aneddotici o auto-riferiti dai pazienti, scientificamente deboli.
Ora, con il passaggio in Tabella III, si aprono le porte a studi clinici rigorosi (il “Gold Standard” della medicina). Questo permetterà di verificare non solo i benefici — già noti aneddoticamente per ansia, insonnia e dolore — ma anche i potenziali rischi, con dati certi. Già oggi esistono farmaci approvati dalla FDA come l’Epidiolex (a base di CBD) che trattano epilessie infantili gravi, riducendo le crisi da centinaia al giorno a zero in alcuni casi.2 La mossa di Trump potrebbe moltiplicare esponenzialmente queste scoperte.
Le implicazioni legali ed economiche future
È fondamentale chiarire un punto: questo ordine esecutivo non legalizza la marijuana a livello federale per uso ricreativo. Non vedremo “coffee shop” federali domani mattina. Tuttavia, la riclassificazione:
Riduce la burocrazia per i mercati legali negli stati che hanno già approvato l’uso medico o ricreativo.
Rassicura le banche, molte delle quali si rifiutavano di fare affari con le aziende del settore per paura di sanzioni federali per riciclaggio (essendo la merce tecnicamente equiparata all’eroina).
Stimola l’industria farmaceutica, che ora potrà brevettare formulazioni specifiche basate sui cannabinoidi con un percorso approvativo più chiaro.
In conclusione, la mossa di Trump è un classico esempio di politica economica pragmatica. Supera le barriere ideologiche del “War on Drugs” degli anni ’80, riconosce una realtà di fatto (l’uso diffuso e i benefici medici), e libera risorse economiche e scientifiche finora ingessate. Resta un tema “complicato”, come ha ammesso lo stesso Presidente, ma la direzione è tracciata: meno ideologia, più business e più attenzione ai pazienti.
Domande e risposte
Qual è la differenza pratica per un cittadino comune tra Tabella I e Tabella III?
Per il consumatore ricreativo, nell’immediato cambia poco a livello federale: l’uso non medico resta tecnicamente illegale per Washington, anche se tollerato negli stati che lo hanno legalizzato. La vera rivoluzione è per i pazienti: la Tabella III riconosce ufficialmente l’uso medico. Questo renderà molto più semplice ottenere prescrizioni legali, permetterà la vendita in farmacia (previa approvazione FDA dei prodotti) e faciliterà la copertura assicurativa per le terapie a base di cannabinoidi, equiparandole di fatto ad altri farmaci controllati come gli steroidi o la codeina.
Questa decisione favorirà le grandi case farmaceutiche a discapito dei piccoli produttori?
È un rischio concreto ed è l’aspetto economico più dibattuto. La Tabella III impone standard di produzione e controllo tipici dell’industria farmaceutica (Big Pharma). Le grandi aziende hanno i capitali per finanziare i costosi trial clinici necessari per l’approvazione FDA dei nuovi farmaci derivati. I piccoli coltivatori, che oggi operano nei mercati statali “grigi” o ricreativi, potrebbero trovarsi in difficoltà a competere su questo piano normativo, rischiando di essere assorbiti o schiacciati se il mercato virasse decisamente verso il modello puramente “farmaceutico” piuttosto che “botanico”.
Perché le azioni delle aziende di cannabis sono salite se non è una legalizzazione totale?
I mercati azionari guardano ai fondamentali finanziari. La Tabella I attivava la Sezione 280E del codice fiscale USA, che impedisce alle aziende di detrarre le normali spese aziendali (affitti, stipendi, marketing) dalle tasse se trafficano sostanze controllate. Questo portava a un’aliquota fiscale effettiva mostruosa, spesso superiore al 70%. Spostando la cannabis in Tabella III, la Sezione 280E decade. Le aziende diventeranno improvvisamente molto più redditizie, potendo scaricare i costi come qualsiasi altra impresa normale, e potranno accedere al credito bancario senza sotterfugi.







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