Seguici su

DifesaEuropaGiapponeIndiaUSA

Trump, la “Strategia Segreta”: spaccare l’UE puntando su Roma e Varsavia e il nuovo ordine globale del “C5”. L’indiscrezione di Defense One

Defense One svela una bozza riservata, ufficialmente smentita, della strategia USA: via l’egemonia solitaria, spazio a Russia e Cina. In Europa si punta tutto su Roma e Varsavia per isolare l’asse Franco-Tedesco.

Pubblicato

il

Una versione “riservata” e più estesa della nuova Strategia di Sicurezza Nazionale (NSS) americana sta facendo tremare le cancellerie europee. Il documento, visionato dalla testata specializzata statunitense Defense One e ripreso con un certo allarme anche dalla stampa tedesca, come Die Welt, delinea un cambio di paradigma radicale rispetto al passato. Se la versione pubblica parla genericamente di competizione, quella riservata entra nei dettagli di un piano che mira a ridisegnare gli equilibri globali, archiviando il vecchio atlantismo per un realismo crudo e pragmatico.

Ecco i tre pilastri di questa presunta strategia, che la Casa Bianca si è affrettata a smentire, ma che sembra perfettamente in linea con la filosofia del “Make America Great Again”. Ovviamente si tratta di una versione non ufficiale, anzi la

1. “Make Europe Great Again”: l’America sceglie i suoi nuovi interlocutori

Il documento propone una strategia attiva per allontanare specifici paesi dall’orbita normativa e politica di Bruxelles. L’obiettivo è chiaro: disarticolare l’Unione Europea dall’interno, considerata ormai un ostacolo burocratico e un ente in decadenza culturale. Washington non guarderebbe più a Berlino o Parigi, considerate cause perse, ma punterebbe su quattro nazioni chiave per “salvare” la civiltà europea:

  • Austria
  • Ungheria
  • Italia
  • Polonia

Gli Stati Uniti offrirebbero a questi paesi un sostegno politico ed economico privilegiato, incentivando partiti e movimenti che cercano di preservare la sovranità nazionale e i valori tradizionali, pur rimanendo filo-americani. L’intento è far saltare il vecchio asse franco-tedesco, sempre più marginale e incapace di uscire dai vincoli autoimposti dei trattati europei.

Nota a margine: è un vero peccato che questo interesse americano per l’Italia e per lo sganciamento dai vincoli esterni arrivi solo ora. Se Washington avesse mostrato la stessa solerzia durante la crisi del debito del 2011, invece di lasciare campo libero all’austerità tedesca, la storia economica del nostro Paese sarebbe stata ben diversa, ma andiamo avanti.

2. Addio G7, benvenuto “C5”: il club dei veri potenti

La strategia delinea il superamento del G7, visto ormai come un club obsoleto di democrazie ricche ma stanche. L’idea di Trump, che già in passato aveva definito l’espulsione della Russia un errore, è la creazione di un nuovo direttorio mondiale: il Core 5 (C5). Questo gruppo non si baserebbe su affinità ideologiche o “valori democratici”, ma sulla pura potenza demografica e militare. I membri sarebbero:

  • Stati Uniti
  • Cina
  • Russia
  • India
  • Giappone

Si tratta di nazioni con oltre 100 milioni di abitanti (o quasi, nel caso del Giappone) e una reale capacità di proiezione. Il primo punto all’ordine del giorno di questo ipotetico C5 sarebbe la sicurezza in Medio Oriente, in particolare la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. È il trionfo della Realpolitik: ci si siede al tavolo con chi conta davvero, indipendentemente dal regime politico interno.

La creazione del C 5 potrebbe passare attraverso un G9 che includerebbe la Cina (un giorno un G10 con l’India), che però potrebbe nascere solo con un cambiamento dei criteri di formazione del G7 stesso.

3. Da “Poliziotto del Mondo” a “Caposquadra”

Il documento ammette, con una sincerità brutale, che “l’egemonia non era raggiungibile” e che è “la cosa sbagliata da desiderare”. Gli USA non vogliono più essere l’unico sceriffo globale che spende risorse infinite per guerre lontane. La nuova visione è quella di un’America come “Team Leader”: un primus inter pares che gestisce le crisi affiancato da Russia e Cina, non necessariamente in contrapposizione. Questo approccio relega definitivamente l’Europa decadente in un angolo. Mentre Bruxelles si preoccupa di regolamenti green e censura, Washington discute con Mosca e Pechino di come spartirsi le sfere di influenza e gestire il traffico di droga sudamericano.

La smentita di rito Ovviamente, la portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, ha negato l’esistenza di questa versione parallela, definendo le indiscrezioni come frutto di “persone distanti dal Presidente”. La Kelly ha giustamente fatto notare che Trump ha firmato una sola versione della NSS, quella ufficiale.

Tuttavia, la coerenza di questi punti con la retorica trumpiana è tale da far sospettare che, se anche il documento non fosse ufficiale, il pensiero sottostante sia esattamente questo. L’Europa dei burocrati è avvisata: il telefono rosso non passa più per Berlino.


Domande e risposte

Quanto è attendibile questo documento riservato citato da Defense One?

La Casa Bianca ha ufficialmente smentito l’esistenza di versioni “parallele” o classificate della Strategia di Sicurezza Nazionale, attribuendo le voci a fughe di notizie non autorizzate. Tuttavia, Defense One è una testata autorevole nel settore difesa e i contenuti riportati (focus su sovranismo, realismo con la Russia, disimpegno dalla NATO classica) sono estremamente coerenti con la visione politica espressa pubblicamente da Trump e dal suo entourage. È probabile che si tratti di un documento di lavoro o di una bozza avanzata che riflette il reale pensiero dell’amministrazione.

Perché gli USA punterebbero proprio su Italia, Polonia, Ungheria e Austria?

Questi quattro paesi rappresentano, per l’amministrazione Trump, il “ventre molle” dell’ortodossia europeista franco-tedesca e, contemporaneamente, i potenziali laboratori di una destra conservatrice e sovranista. Polonia e Italia sono partner strategici fondamentali (militarmente e geograficamente), mentre Ungheria e Austria condividono l’approccio restrittivo sull’immigrazione e la critica al centralismo di Bruxelles. Puntare su di loro serve a Washington per indebolire l’unità politica dell’UE dall’interno, favorendo un’Europa di nazioni sovrane più malleabili agli interessi americani rispetto a un blocco unico guidato da Berlino.

Che conseguenze avrebbe la creazione del “C5” per l’Europa?

La creazione di un “Core 5” (USA, Cina, Russia, India, Giappone) sancirebbe l’irrilevanza geopolitica dell’Unione Europea. L’Europa, priva di una singola nazione con la massa critica demografica e militare sufficiente per sedersi a quel tavolo, verrebbe esclusa dalle decisioni globali più importanti. Questo confermerebbe la visione americana di un mondo multipolare basato sulla forza e sugli interessi nazionali, dove il “soft power” normativo e i valori democratici europei non contano più nulla. Per l’UE sarebbe la presa d’atto definitiva del proprio declino sullo scacchiere internazionale.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento