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Economia

Trump firma un memorandum sulla Tassazione Digitale che metterà l’Europa nei guai e libererà le cripto

Il presidente Trump ha firmato un memo in cui si chiede al segretario al commercio di studiare delle forme di ritorsione contro la web tax applicata da diversi paesi europei, fra cui il Canada, la Francia, la Spagna e l’Italia. Un altro tema di dicussione

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Oggi il presidente Donald Trump si prepara a firmare un memorandum che ordina al Segretario al  Commercio degli Stati Uniti di sviluppare rimedi commerciali contro le tasse sui servizi digitali stranieri che colpiscono le aziende tecnologiche statunitensi, tra cui Alphabet e Meta Platforms, ha riferito Bloomberg.

L’iniziativa riguarda le imposte sui servizi digitali applicate da circa 30 paesi, tra cui Francia, Regno Unito e Canada, che gli Stati Uniti considerano discriminatorie.

Sebbene il memorandum non specifichi tariffe o scadenze esatte, suggerisce potenziali misure di ritorsione che potrebbero colpire le aziende con sede negli Stati Uniti che operano a livello internazionale, comprese quelle del settore delle criptovalute.

L’azione fa seguito a precedenti indagini statunitensi sulle imposte sui servizi digitali, tra cui un’indagine dell’USTR del 2019 che ha stabilito che tali imposte hanno un impatto sproporzionato sulle aziende americane.

L’amministrazione Trump aveva precedentemente avviato indagini sui sistemi di tassazione digitale di Francia, Italia, Spagna e altre nazioni, sostenendo che tali politiche erano dannose per le imprese statunitensi. In Italia la tassa digitale è pari al 3% dei ricavi complessivi.  Simile è la tassazione in Francia.

Se prendiamo il caso italiano l’incasso della Digital Tax nel 2022 è stato pari a 390 milioni, di cui però la maggior parte è proveniente dall’Irlanda, con 130 milioni, seguita dagli USA. Solo il 20% è generato da società nazionali.  Al nostro paese conviene concedere un’esenzione bilaterale, in cambio di qualche altro favore commerciale. Non ha senso farne una guerra.

Con il Canada che ha implementato la sua tassa sui servizi digitali nel luglio 2024 e altre nazioni che mantengono o sviluppano misure simili, la risposta degli Stati Uniti potrebbe innescare controversie commerciali e fiscali globali più ampie.

Queste controversie potrebbero potenzialmente interessare le società blockchain e gli scambi di criptovalute che operano a livello internazionale.

L’evoluzione delle normative in materia di imposte sui servizi digitali potrebbe portare a un maggiore controllo e a maggiori obblighi fiscali per le imprese che operano nel settore delle criptovalute.

Le aziende che operano a livello transfrontaliero potrebbero trovarsi ad affrontare nuove sfide in materia di conformità, poiché i governi allineano i loro sistemi fiscali agli standard globali o applicano nuove tariffe sulle transazioni digitali.

Queste spese aggiuntive possono scoraggiare l’espansione del mercato o costringere gli exchange a trasferire i costi agli utenti, riducendo potenzialmente l’attività di trading.

 


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