Difesa
Trump cambia nome al Pentagono: da Difesa a Dipartimento della Guerra
Con una mossa dal forte valore simbolico, il presidente Trump firma un ordine esecutivo per ripristinare la storica denominazione del Dipartimento della Difesa. Una scelta che riflette la nuova visione strategica basata sull’ “ethos del guerriero” e segna una netta rottura con il passato.

Con una mossa dal forte valore simbolico, il presidente Donald Trump firmerà oggi un ordine esecutivo per modificare il nome del Dipartimento della Difesa, ripristinando la sua denominazione originaria di Dipartimento della Guerra. La notizia, anticipata da Fox News Digital, segna un passo significativo nella campagna dell’amministrazione per infondere un “ethos del guerriero” all’interno delle forze armate statunitensi.
La decisione, che verrà formalizzata nella giornata di venerdì 5 settembre 2025, non rappresenta solo un cambiamento di etichetta, ma riflette una precisa visione strategica e culturale promossa con forza sia dal presidente che dal Segretario della Difesa, Pete Hegseth.
Un ritorno all’ethos del guerriero
Secondo una nota informativa della Casa Bianca, l’ordine esecutivo introdurrà “Dipartimento della Guerra” come titolo secondario per il Pentagono e “Segretario della Guerra” per il ruolo di Hegseth. Il documento incarica inoltre lo stesso Segretario di proporre azioni legislative ed esecutive per rendere la modifica permanente e ufficiale.
Le motivazioni dietro questa scelta sono state esplicitate da Trump stesso nei giorni scorsi. “Tutti apprezzano il fatto che avevamo un’incredibile storia di vittorie quando si chiamava Dipartimento della Guerra”, ha dichiarato ai giornalisti il 25 agosto. “Poi lo abbiamo cambiato in Dipartimento della Difesa”.
A fargli eco è stato il Segretario Hegseth, che in un’intervista ha sottolineato la discontinuità con il passato recente. “Abbiamo vinto la Prima e la Seconda Guerra Mondiale non con il Dipartimento della Difesa, ma con un Dipartimento della Guerra”, ha affermato. “Come ha detto il presidente, non siamo solo difesa, siamo anche attacco. Abbiamo ristabilito l’ethos del guerriero. Vogliamo guerrieri, gente che sa come infliggere letalità al nemico. Non vogliamo contingenze infinite e giocare solo in difesa”.
Il contesto storico e le implicazioni pratiche
Il nome Dipartimento della Guerra è stato utilizzato per l’agenzia militare statunitense fino al 1949. Il cambio in Dipartimento della Difesa avvenne in seguito al National Security Act del 1947, una legge che riorganizzò profondamente le forze armate e le agenzie di intelligence nel nuovo contesto della Guerra Fredda. La scelta del termine “Difesa” rifletteva allora la nuova postura strategica americana, basata sulla deterrenza e su un sistema di alleanze globali. I paesi occidentali seguirono l’esempio: anche in Italia prima della seconda guerra mondiale vi era il Ministero della Guerra, abolito nel 1947, ma che esisteva sin dall’Unità
Il ritorno al nome precedente comporterà modifiche immediate e visibili: i siti web governativi, la segnaletica del Pentagono e le denominazioni degli uffici dovranno essere aggiornati. La sala stampa, ad esempio, sarà ribattezzata “Pentagon War Annex”. Secondo fonti della Casa Bianca, sono in cantiere anche altri progetti a lungo termine per allineare l’intera struttura alla nuova filosofia.
Un possibile scontro istituzionale
Resta da chiarire il percorso legale per rendere definitiva la modifica. La creazione e la denominazione dei dipartimenti esecutivi federali rientrano nelle prerogative del Congresso. Nonostante ciò, Trump si è mostrato fiducioso di poter procedere senza un’approvazione parlamentare immediata. “Lo faremo e basta”, ha affermato. “Sono sicuro che il Congresso si adeguerà, se necessario. Non penso che ne abbiamo nemmeno bisogno”.
Questo approccio potrebbe aprire un fronte di scontro istituzionale, ma l’amministrazione sembra determinata a procedere. L’ordine esecutivo, il duecentesimo firmato da Trump nel suo secondo mandato, non è solo un atto amministrativo, ma un chiaro messaggio politico inviato tanto all’interno quanto agli alleati e agli avversari: l’America intende proiettare un’immagine di forza militare assertiva e non più solo reattiva.
Se fosse il Venezuela o la Danimarca non sarei così trranquilli…

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