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Trudeau alle corde sta pensando alle dimissioni. Governo spaccato dopo le dimissioni del Ministro delle Finanze

Si dimette, in modo polemico, il ministro delle finanze canadese Chrysta Freeland. Justin Trudeau, in grave difficoltà, potrebbe seguirla

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Un terremoto politico si è abbattuto su Parliament Hill. Chrystia Freeland, fino a ieri potente Ministro delle Finanze, ha consegnato una lettera di dimissioni che sa più di resa dei conti che di commiato istituzionale. Il primo ministro Justin Trudeau si ritrova improvvisamente accerchiato, con l’opposizione che ruggisce e i suoi stessi alleati che iniziano a guardarsi intorno.

La mattina del 16 dicembre 2024 è iniziata con una bomba diplomatica. Freeland, figura chiave dell’esecutivo, ha deciso di smarcarsi proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto presentare la relazione economica autunnale. Un tempismo che puzza più di strategia politica che di caso.

Le fonti vicine al governo sussurrano di un Trudeau che valuta due strade: dimettersi o sospendere i lavori parlamentari. Sullo sfondo, minacce di guerre tariffarie con gli Stati Uniti e una crisi economica che morde sempre più duramente.

Tra le righe il Ministro delle finanze infatti critica apertamente le “costose trovate politiche” che allontanano i cittadini e ha parlato di un governo che “Non sta lavorando in buona fede“.. Per alcuni analisti politici, come Tom Mulcair, sembra già un posizionamento per una futura corsa alla leadership.

 

I leader dell’opposizione son partiti alla carica. Jagmeet Singh del NDP  che i canadesi “non possono permettersi neanche la spesa al supermercato” e chiede a gran voce le dimissioni di Trudeau. Pierre Poilievre dei Conservatori dipinge un paese sull’orlo del collasso, parlando di “caos” e “debolezze” che stanno emergendo.

Il governo traballa, l’opposizione ringhia e i canadesi guardano con apprensione. Cosa succederà nelle prossime ore? L’unica certezza è che il panorama politico sta per vivere un terremoto. Anche perché, se si andasse a votare, le previsioni sono veramente pessime per i Liberal di Trudeau, che da primo partito passano a essere il terzo, e se gli va bene. Pierre Poilievre ha ormai un vantaggio tale che avrebbe già vinto le elezioni…

Quindi anche uno degli ultimi leader socialisti occidentali rischia di doversene andare. Rimane solo Starmer, per ora, ma non preoccupatvi: ancora qualche tassa e se ne va pure lui.

 


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