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TRIA PRESENTA DENUNCIA PER LA FUGA DI NOTIZIE, MA…. DOVREBBE GUARDARSI ATTORNO

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Dopo decine di fughe di notizie finalmente qualcuno si muove. Domani il vicedirettore della sicurezza infomatica del MEF si recherà a presentare denuncia in procura per la fuga di notizie sulla lettera di risposta a Bruxelles, ultimo caso di una lunga fila di fughe di notizie. Vi ricordate nel maggio del 2018, quando le delegazioni di Lega e M5s stavano discutendo il contratto di governo e vi erano continue fughe di notizie? Le bozze di documenti del RdC o di quota 100 filtrate quando ancora in preparazione , tanto per gettare del panico , creare confusione, il tutto rimandato da una stampa sempre pronta a gettarsi su qualsiasi brandello di pettegolezzo senza domandarsene nè la provenienza nè la correttezza?

Chi può aver diffuso questi documenti? Certo c’è sempre la possibilità del funzionario infedele, ma deve essere omnipresente per riuscire a diffondere tutti questi documenti, magari predisposti in ambienti privati. In questo caso la Humint è necessaria, per essere certi di chi fidarsi e chi no, e magari le pedine meno “Sicure” dovrebbero essere spostate in posizioni in cui non possano fare danni, anche sulla base di un semplice sospetto. Però quale funzionario si prenderebbe il rischio di spedire un documento intero da un proprio account identificabile?

Molto più probabilmente, dietro queste operazioni organizzate di disinformazione, si celano servizi stranieri, magari di paesi apparentemente alleati, che agiscono con l’intento chiaro di destabilizzare il governo. In questo caso ad essere utilizzati sarebbero strumenti di hackeraggio di computer e cellulari, molti dei quali creati proprio da noi. Le notizie sulla “Hacking team” di Milano, specializzata in software di intrusione  ceduti anche a numerosi governi stranieri, a sua volta hackerata nel 2015? I suoi software, già quattro anni fa, utilizzavano tastiere e smartphone per giungere in ambienti ritenuti sicuri, perfino all’insaputa  dei portatori. Ci0è poi la possibilità che ad agire nello spionaggio non siano Stati, ma gruppi di potere nascosti, eversivi, con la volontà ed il potere di piegare il volere democratico.

Comunque sia il gioco si sta spostando ad un livello superiore, e bisogna, a questo punto, ripensare ai livelli di sicurezza da applicare, di chi fidarsi e di chi no. In una situazione in cui la stampa  mainstream, completamente allineata contro, agisce da strumento oggettivo di eversione, le informazioni rilevanti devono essere tutelate al massimo livello, con la massima sicurezza. Oppure avremo un governo ridotto a burletta nelle mani di poteri estrenei e forti.


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