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Tre ragazzi denunciati per “Vilipendio al presidente della Repubblica”. Satira l’è morta, perchè la politica sta molto male
Ieri tre ragazzi del blocco studentesco sono stati denunciati per “Vilipendio al capo dello Stato” come riporta Il Primato Nazionale. La loro colpa ? quella di aver appeso per la città di Roma alcune caricature del vignettista Valerio Lundini, che potete vedere QUI da Instagram, nella quale il Presidente della Repubblica era ripreso nelle spoglie di Sir Biss, il personaggio del cartone Robin Hood di Disney.
Una caricatura non offensiva, quasi amabile. Eppure qualche funzionario estremamente zelante si è sentito in dovere di proporre il “Vilipendio”, che non è altro che la versione moderna del reato di “Lesa Maestà”.
Eppure ci sono stati dei caricaturisti famosi che furono molto più feroci con i Presidenti della Repubblica senza che nessuno si offendesse o li denunciasse. Vogliamo parlare di Forattini ?
Con il presidente che tiene un aereo con la scritta Lockheed in mano, a ricordare il famoso scandalo che lo coinvolse. Oppure Leone e Fanfani:
Forattini ritrasse più volte perfino Pertini, che non aveva un carattere facile, e come punizione fu ricevuto al Quirinale.
Per non parlare di Cossiga….
La satira in tutti questi casi colpiva su temi veramente pesanti, dalla corruzione alle stragi di Stato ai grandi problemi internazionali. Roba da stomaci forti, che però fu digerita.
Perché uno zelante funzionario allora denuncia tre ragazzi per una vignetta innocua? Perché satira e senso dell’ironia sono morti. La seconda soprattutto è la ginnastica della mente libera, ed oggi c’è poca libertà e poca mente da esercitare. La satira in TV è quasi scomparsa. I Guzzanti fanno figure caricaturali per portare a casa la pagnotta. Crozza ripete noiosamente, e con pochissimo coraggio, se stesso. Si punta al bersaglio facile, il politico di destra, ma è un esercizio forzato, noioso. Il grigio triste della società è lo stesso della TV.
La satira l’è morta, per dirla alla lombarda, perché l’é morta la politica, intesa non solo come democrazia, ma come strumento di selezione naturale del potere. Un potere non scelto democraticamente, ma comunque che derivava da una selezione, ammetteva l’esistenza della statua del Pasquino e delle feroci battute su lui lasciate, perché, in fondo, erano un modo per sfogare l’umore popolare in modo tutto sommato innocuo. Oggi questo meccanismo si è inceppato. Perchè?
Prima di tutto perchè si è interrotto il sistema di selezione del potere, sia democratico sia oligarchico. La stessa necessità di confermare le stesse figure sempre, di trovare il salvatore della patria calato dal cielo, sono l’esemplificazione di un potere che non si seleziona, ma si auto nomina e auto celebra. Non vi è, alla base, nessun processo darwiniano: lui è il potere, quindi non c’è critica. Neppure nelle monarchie assolute, spesso percorse da lotte feroci familiari, vi era un immobilismo come nell’Italia, e oseremmo dire nell’Europa, di oggi. Ironia e satira sono figlie del movimento, di qualsiasi genere, quindi non possono sussistere ed essere tollerate quanto tutto è fermo e morto.
D’altro canto la politica e la comunicazione, oggi sono andate oltre la satira, l’hanno superata, annullandola. Cosa è più surreale di una platea di giornalisti che applaude il Presidente del Consiglio che dovrebbe interrogare? Cosa più ridicolo delle camere che sommergono di applausi chi li ha appena umiliati? Di ministri che si vantano di affermazioni e dati già da tempo disvelati nella loro falsificazione?
Quindi la realtà del potere non può tollerare la satira, la considera annullamento della propria suprema missione e, nello stesso tempo, tutto è diventato satira, assurda negazione della realtà.
Ecco perché vengono arrestati tre ragazzi che affiggono vignette. Non si può falsificare una realtà già falsa.
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