Euro crisis
TRAILER: “ZORBA IL GRECO E I TROIKANI” (“Dossier Grecia 2014”: lavori svolti e opere ancora da realizzare!)
“Ci hai fatto caso padrone? I sassi in discesa prendono vita!”
(Zorba il Greco – Nikos Kazantzakis)
“Miei cari amici, oh! Troikani, voi venite da Nuova York, da Brussel e da Strasburgo, siete forestieri e non conoscete queste zone. Mi presento, sono Zorba(mas) il Greco, benvenuti nella mia terra, se desiderate mi unirò a voi, sarà un piacere per me, per farvi conoscere il mio paese, sarò il vostro “Dantino” tascabile, viaggeremo e lavoreremo insieme per ricostruire la nostra nazione e finiremo per meravigliarci dei mirabolanti successi che la nostra ristrutturazione economica determinerà.
Io sono vecchio, ho quasi il doppio degli anni di ognuno di voi che mi prendete a bordo della vostra formazione, oh immensi Troi(k)ani, saprò allietarvi con le canzoni del mio libretto e vi ammalierò con i miei occhi da profeta che indovina il domani nell’osso raschiato di un agnello allo spiedo.
Ho cicatrici da partigiano e bandito, mani da minatore, da santone e rispondo ad una sola legge: vivo ogni istante come fosse il solo, l’ultimo istante, ed il mio mondo è fatto di miracoli.
E miracoli saranno quelli che sapremo realizzare insieme”.
Con queste parole furono accolti nel 2010 i Troikani in Grecia per iniziare l’avventura delle riforme strutturali e del risanamento finanziario del paese. Da allora, indubbiamente, le cose sono fortemente migliorate!
La crisi economica della Grecia, sul finire del 2009 era crisi di fiducia (rimborso del debito sovrano). Salirono gli spread di rendimento dei bond ed il costo delle assicurazioni contro i rischi su credit default swap rispetto ai tedeschi.
Nell’aprile 2010 i titoli del debito greco erano oramai classificati Junk Bond (spazzatura) e la Troika intervenne (con l’appoggio di Zorba(mas) il Greco) con un prestito di salvataggio da 110 miliardi di euro subordinato a severe misure di austerity.
Ad ottobre 2011 l ‘Eurozona effettua un secondo prestito di salvataggio da 130 miliardi di euro condizionato ad ulteriore austerità e alla decisione, di tutti i creditori privati, circa una ristrutturazione del debito (al 120,5% del PIL entro il 2020).
La seconda operazione di salvataggio venne ratificata da tutte le parti nel febbraio 2012 e attuata il successivo marzo, soddisfatta l’ultima condizione del piano di ristrutturazione del debito di tutti i titoli di stato greci. Il quadro di accordi concordato con l’Eurogruppo per ridurre il debito della Grecia, con la prima rata scadente a metà del 2014, è subordinato alla condizione che la Grecia continui il programma economico e di riforme strutturali avviato.
Se la Grecia riuscirà nel suo intento, nel 2015 dovrebbe ritornare pienamente nel mercato dei capitali privati per la copertura del proprio fabbisogno finanziario futuro.
Ma vediamo i successi del brillante operato di Zorba(mas) e Troi(k)ani.
L’attuazione delle misure di austerità espansiva ha dato il via ad una sorprendente ripresa del PIL.
E questo è il grafico di Tradingeconomics:
Dal 2009 la Grecia ha eseguito fedelmente le manovre di fiscal adjustment (consolidamento fiscale) suggerite dalla troika al fine di ridurre il deficit primario (al netto della spesa per interessi) dal 10,6% del PIL del 2009 al 1,3% del PIL del 2012.
Fonte: FMI 2013
Tale politica fiscale restrittiva, finalizzata:
– ad azzerare in un primo momento il deficit primario;
– a conseguire, poi, degli avanzi primari consistenti (4 e oltre punti %);
ha avuto un impatto sociale considerevole frutto proprio di quella contrazione del PIL precedentemente esposta:
– con la riduzione degli impiegati nella pubblica amministrazione,
– l’incremento della disoccupazione dall’8% del 2008 al 26% attuale (quella giovanile è di oltre il 50%),
– il conseguente taglio medio degli stipendi del 30% nel settore pubblico, del 22% del salario minimo nazionale e del 14% di tutte le pensioni.
Fonte: FMI 2013
Allo stesso tempo si è registrato un incremento rilevante della pressione fiscale (sia per le imposte dirette che indirette) che ha amplificato gli effetti di progressivo impoverimento sociale.
Un aggiustamento di siffatte dimensioni ha pertanto comportato inevitabilmente la riduzione dei consumi in considerazione dell’aumento della disoccupazione (e conseguente calo dei salari reali indotto dai tagli) e dall’incremento della pressione fiscale.
Fonte: FMI 2013
D’altra parte, gli investimenti hanno conosciuto una riduzione ancora più sensibile a causa della riduzione dei finanziamenti bancari a favore delle imprese di costruzione, della domanda immobiliare e della domanda pubblica. E non si assiste, al momento, nemmeno ad alcuna prossima inversione di tale tendenza.
Fonte: FMI 2013
Chiaramente, si comprende che una situazione del genere crea problemi ad ogni economia. Vi rammento che in Italia, a giugno 2013, il Centro Studi Confindustria registra più o meno lo stesso fenomeno: un calo dal 35% al 20% del MOL (margine operativo lordo) delle aziende. L’avvio della crisi in stile greco con:
1) la scomparsa del VALORE AGGIUNTO nell’Industria (si osservi la linea blu come si è attenuata intorno allo “0”)
Fonte: FMI 2013
2) e la scomparsa del VALORE AGGIUNTO nel commercio e nei servizi
Fonte: FMI 2013
Questo è il grafico di CSC relativo all’Italia:
In tutti i casi si nota che il problema è il grigio: INSUFFICIENT DEMAND ! ! ! !
Sopra vedete il grafico dei servizi, di seguito quello dell’industria:
Fonte: FMI 2013
VEDIAMO PERO’ D’INQUADRARE REALMENTE I PROBLEMI!
Punto primo: la crescita secondo i Troikani!
“Le prospettive di ritorno alla crescita sono principalmente legate alla ripresa delle esportazioni di beni e servizi.”
Peccato però che le esportazioni di beni sono negativamente condizionate dalla limitatezza del settore industriale nazionale.
Il settore dei prodotti alimentari e delle bevande è uno dei più dinamici nell’ambito nell’industria manifatturiera greca ed ammonta al 25% del suo giro d’affari complessivo, al 24% dell’occupazione, al 25% del capitale investito e al 25% del valore aggiunto.
Nel periodo 2000-2010 la crescita media del settore è stata del 20% e le aziende operanti in questo ambito sono tra i principali esportatori nel Paese. I mercati principali di sbocco sono l’Italia, la Germania, Italia, la Spagna, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Questo trend si è tuttavia interrotto con l’emergere della crisi che ha colpito pesantemente l’industria alimentare.
Le seconde, i principali settori sono trasporti mercantili e turismo, sono scarsamente competitive ma anche disincentivate al miglioramento data l’incertezza dell’economia domestica greca e delle altrettanto incerte prospettive delle economie europee.
A tali difficoltà dobbiamo poi aggiungere la carenza di una solida infrastruttura industriale.
Ne consegue che la via del miglioramento per mezzo della ripresa dell’export in pratica è impossibile. Per migliorare la BoT l’unica via possibile sarebbe smettere di spendere (lo stato) e smettere di consumare prodotti stranieri (i Greci).
Fonte: FMI 2013
E questo noi sappiamo essere foriero di grandissimi ed insostenibili squilibri sociali!
Comunque vada, le prospettive Troikane programmate per la BoT sono le seguenti:
Fonte: FMI 2013
Insomma, Zorba e i Troikani hanno lavorato duramente in questo biennio e sono arrivati ad importanti risultati, come sopra anticipato. Ovviamente, tali risultati si riflettono poi, ad esempio, nei seguenti comportamenti:
23 Dicembre 2013: ANSA
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Crisi:i greci in fila per riconsegnare targa auto (Per evitare di pagare la costosa tassa di circolazione)
….migliaia di automobilisti stanno facendo la fila in questi giorni davanti agli sportelli degli uffici della motorizzazione o del fisco per riconsegnare le targhe dei loro veicoli ed evitare così di pagare la costosa tassa di circolazione per l’anno prossimo……
….Solo quest’anno sono stati circa 70.000 gli automobilisti che hanno riconsegnato le targhe dei loro veicoli…..I redditi dei lavoratori greci, come confermano studi condotti dai maggiori sindacati greci, sono diminuiti di circa il 40% dal 2009 mentre, secondo i rivenditori di auto, dallo stesso anno sono state riconsegnate le targhe di almeno 1.000.000 di autoveicoli. In forte sofferenza anche il mercato automobilistico ellenico: sempre secondo i concessionari di auto, nel periodo gennaio-novembre di quest’anno sono state registrate solo 55.000 mila nuove immatricolazioni con un calo delle vendite del 40% rispetto allo stesso periodo del 2012, il picco più basso fra tutti i Paesi dell’Ue.
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Eppure le parole del FMI nel report del 31 luglio 2013 sono eloquenti:
“1 . La Grecia ha compiuto importanti progressi nel porre rimedio agli squilibri pre-crisi. Le autorità dal 2009 hanno conseguito un miglioramento del saldo primario. Il paese è ora alla cuspide per raggiungere un equilibrio. Gli squilibri esterni sono stati ridotti principalmente grazie alla recessione (compressione delle importazioni), non alla produttività, non alle riforme strutturali.
2 . La correzione in corso degli squilibri è giunta ad un costo molto elevato. L’economia è al sesto anno di recessione. L’Output è sceso di quasi il 25 per cento dal suo picco nel 2007. Il tasso di disoccupazione è di circa il 27 per cento e la disoccupazione giovanile supera il 57 per cento.
Fonte: Tradingeconomics
3 . Il costo sociale elevato riflette l’esitante e frammentaria realizzazione di riforme strutturali. Le riforme sono state ridotte ben al di sotto della massa critica necessaria per trasformare il clima degli investimenti.
L’onere rimane quindi sulla realizzazione rapidamente attuazione delle riforme strutturali (per sbloccare la crescita e creare posti di lavoro).
4. I recenti sviluppi macroeconomici sono sostanzialmente in linea con le proiezioni del programma: la contrazione sta lentamente decelerando. Il PIL reale è diminuito del 5 ½ per cento a/a nel 1 ° trimestre 2013 (rispetto al -5 ¾ per cento nel 4 ° trimestre 2012). Aggiustamento fiscale e calo dei redditi hanno ulteriormente ridotto i consumi pubblici e privati, mentre gli investimenti sembrano essersi stabilizzati a un livello depresso. Il contributo del settore estero ha deluso, le esportazioni si sono indebolite riflettendo una morbida domanda globale.”
Nonostante tutto, secondo il FMI, il 2014 sarà migliore:
Fonte: FMI 2013
Analizzando il grafico, si notano bassissimi livelli di consumo dei privati (quadratino di colore blu) mentre contributi più consistenti derivano da export e investimenti. A me viene da ridere!
La relazione continua analizzando disoccupazione, output gap e conseguente deflazione.
“La disoccupazione continua in aumento (dal 26,4 per cento nel dicembre 2012 al 26,9 per cento nel mese di aprile 2013) , anche se il ritmo di crescita sta rallentando, con una ripresa modesta nelle assunzioni . La capacità inutilizzata nel settore industriale si è stabilizzata ad un livello elevato . L’output gap è precipitato e i grandi adeguamenti salariali (salari nominali diminuiti dell’11% nel periodo 2010-12), hanno finalmente iniziato a trasmettersi all’inflazione determinando un abbassamento dei prezzi.
Fonte: FMI 2013
5. La recessione continua a sforzare i bilanci. Per il settore delle imprese, le sofferenze sono in aumento (al 31 per cento in marzo), il credito si sta restringendo, e……..
“la posizione finanziaria delle PMI è debole a causa della caduta della domanda interna”
6. Le riforme strutturali procedono lentamente: il programma di privatizzazione è in ritardo…
– i progressi nella liberalizzazione delle professioni regolamentate è lento, in particolare l’emissione di una legislazione secondaria per una serie di professioni;
– la giustizia è arretrata;
– l’attuazione del piano anti – corruzione ha subito ritardi;
– le riforme del mercato del lavoro sono incomplete.
Nonostante tutto, quanto fatto sino ad ora e quanto faremo porterà la Grecia sul seguente sentiero:
Con questi indicatori globali:
“Ovviamente è necessario ancora qualche ulteriore aggiustamento.
Parte del miglioramento verrà:
– dal ritorno della crescita, che si tradurrà in maggiori ricavi;
– da una migliore riscossione delle imposte.
Ma saranno necessarie ulteriori misure nel periodo 2014-16.”
Ed ecco il punto fondamentale del programma greco:
“Soprattutto la riforma della pubblica amministrazione. Più efficiente e più conveniente, che fornisce un servizio migliore ai cittadini e un ambiente più favorevole per la crescita. Sono stati compiuti importanti progressi da quando il programma è iniziato:
– abbassamento dei livelli salariali
– riduzione organici del settore pubblico.
Eppure, molto deve essere fatto. Gran parte del settore pubblico resta ancora inefficiente ed è ancora un tabù parlare di licenziare i lavoratori in eccesso.
Mentre non è raro in altri paesi che i dipendenti pubblici dato che hanno una maggiore tutela dell’occupazione rispetto al settore privato, accettano salari più bassi rispetto al settore privato, in Grecia i dipendenti pubblici godono non solo un eccezionale livello di tutela del lavoro, ma guadagnano anche salari molto elevati rispetto ai salari del settore privato.
I lavoratori non-performing del settore pubblico, possono essere sostituiti da giovani, ben istruiti e “disperati” nella ricerca di una chance. La flessibilità di licenziamenti obbligatori (quando necessario) è una caratteristica fondamentale del programma proposto, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dell’equità sociale.
Stiamo sostenendo di allentare le restrizioni sui licenziamenti collettivi, e so che questo deve essere difficile da capire, ma quando le imprese start up assumono lavoratori potrebbero aver bisogno di ridimensionarsi da un momento all’altro se le cose non vanno come previsto. Se le regole impediscono loro di fare questo, o impongono costi eccessivi, sono meno propensi a investire. Dando loro la flessibilità di gestire la propria forza lavoro, si permette di evitare la bancarotta e lo spegnimento del tutto. Le restrizioni sui licenziamenti collettivi hanno un impatto particolarmente forte sugli investimenti e la creazione di posti di lavoro in Grecia. L’alto tasso di disoccupazione è un argomento per muoversi con coraggio in questa zona, non per non fare nulla.
Tra le riforme strutturali ancora da fare abbiamo circa 300 punti che mantengono alta l’inflazione rispetto ad altre nazioni e vanno affrontate.
Molti progressi sono stati certamente compiuti in settori importanti, per le riforme del mercato del lavoro esempio, ma ci sono altre aree in cui i progressi sono stati insufficienti. Ad esempio, gli sforzi per liberalizzare le professioni chiuse, che ridurranno costi e dei prezzi, sono ancora incomplete nonostante due anni di sforzi. Molte professioni non sono ancora stati toccati, e anche dove sono state eliminate le restrizioni legali, nuove barriere amministrative o di altro spesso affiorano.
L’OCSE ha studiato le restrizioni in quattro settori chiave (retail, turismo, agroalimentare e materiali da costruzione) e ha individuato oltre 300 restrizioni. Queste restrizioni hanno l’effetto di mantenere i prezzi al consumo in Grecia molto più elevato che in molti altri paesi UE di molti beni. Alcuni esempi, tra i tanti, sono il latte fresco e altri beni che possono essere venduti solo nelle farmacie. Rimuovendo queste limitazioni avremo un significativo impatto positivo sul tenore di vita della maggior parte delle persone.”
Ma noi sappiamo benissimo che la strada maestra da seguire per una ripresa della produzione e del Pil anche in Grecia passa per la Sovranità Monetaria, e, qualora NON si possa ritornare alla Dracma allora sarebbe meglio operare………..
Lo stimolo fiscale perenne !
E qui, a quello che è il pensiero della nostra corrente (Economia 5 Stelle) più e più volte mostrata grazie ai nostri studi, ci vengono in aiuto dei mostri sacri quali quelli del Levy Institute che hanno pubblicato il seguente studio:
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A LEVY INSTITUTE MODEL FOR GREECE
TECHNICAL PAPER by: Dimitri B. Papadimitriou, Gennaro Zezza, and Michalis Nikiforos
May 2013
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Dal quale si evince quanto da tempo andiamo dicendo da queste pagine:
Uno stimolo perenne dell’1% porta notevoli miglioramenti nel PIL della nazione:
– 1,16% nel medesimo trimestre (moltiplicatore di breve periodo) e
– 1,40% dopo due anni (moltiplicatori di medio periodo).
Dopo due anni, questo stimolo ha determinato una ripresa occupazionale di ben 39.000 disoccupati.
Questa maggiore spesa pubblica determina però un incremento delle importazioni nella seguente misura:
– 0,30 subito;
– 0,37 dopo due anni.
Questi altro non sono che la misura del riduttore (coefficiente m) del moltiplicatore della spesa pubblica che già abbiamo avuto modo di conoscere.
M.K. = 1 / (1-c x h – m)
– In cui m = propensione all’import
– E h = mix delle aliquote italiane (greche in questo caso) i cui effetti sono quelli di ridurre l’effetto moltiplicativo di c sul macroaggregato dei consumi.
Fonte: Elaborazione Economia 5 Stelle
La crescita del deficit pubblico non sarà affatto pari all’1% perché parte della spesa rientra sotto forma di tassazione, ergo, ogni 1% di spesa si traduce in un deficit, ridotto, pari allo 0,6% del PIL nella fase iniziale e 0,5% successivamente.
Anche questo fenomeno conosciamo perfettamente, si chiama moltiplicatore fiscale e guarda caso è stato inventato dal buon Olivier Blanchard del FMI!
Fonte: FMI 2013
Il debito pubblico scende rispetto al PIL nello stesso trimestre, ancora una volta perché il moltiplicatore è maggiore di uno, ma dal momento che i deficit si accumulano, seppur veramente piccoli, il debito pubblico in valore assoluto aumenta nei successivi trimestri. Ma il bello è questo: dello 0,7 per cento!
Fate attenzione: tutti gli anni spingo il pil con spesa a deficit, il rapporto debito/pil migliora e assumo circa 39.000 disoccupati ! Non è poco !
Lo studio poi spiega cosa accadrebbe se la Grecia continuasse con l’Internal Devaluation, ulteriore riduzione degli stipendi come sopra dichiarato dai Troikani.
Un calo degli stipendi del 5% genererebbe un incremento dell’export totale del 3,4%, con lo shock immediato, e di circa il 7% dopo due anni. L’ aumento delle entrate dalle esportazioni scende nel breve periodo e aumenta solo nel medio termine. Il calo delle importazioni totali reali è piccolo, più o meno l’1% con lo shock e non molto più grande dopo.
Il PIL reale migliora con le esportazioni, di circa il 0,8% rispetto al valore di riferimento dello stesso trimestre dello shock, e di circa il 3 per cento dopo due anni. Dal momento che i prezzi interni dovrebbero diminuire del 5 per cento, come conseguenza gli effetti sul PIL nominale saranno peggiorativi. Il PIL diminuirebbe, con conseguenze negative sul rapporto debito/PIL.
Tutto questo, poi, SE i prezzi delle merci straniere nel frattempo non calano in conseguenza di altrettanta folle internal devaluation.
Per quanto riassunto sopra, dal Paper del Levy Institute, già da noi portato alla vs. attenzione con i nostri Paper tecnici nr. 1 e 2 e per quello che conosciamo dal libro di Zorba il Greco, il finale del film è già scritto. Possiamo terminare quindi l’articolo con quelle che saranno di sicuro le ultime inquadrature e battute di film e libro.
“Basil, capo dei Troikani, ora tu partirai e dici che tornerai a trovarmi, io non sono un illuso, so che non ti rivedrò mai più! Il tentativo di recuperare l’economia greca programmando le riforme è stato un disastro, lo so, ma quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto insieme e questo è stato bellissimo. Ora mi rimane solamente da rispondere all’ultima delle tue richieste, t’insegnerò il Sirtaki, quel ballo che più volte hai provato a ballare da solo senza riuscirvi. Io sarò il tuo maestro, tu mi hai insegnato tanto, ora vorrei restituirti il favore, salutiamoci con un ballo! Ci siamo divertiti tanto, finiamo in bellezza!”.
Ecco, questi era il trailer del Movie, ora non vi resta che mettervi comodi e godervi il film (nei prossimi mesi del 2014)!
Ah! Fate attenzione! Di solito, i film di successo sono seguiti da un remake, con attori del posto, in numerosi paesi!
Gustinicchi Maurizio
Economia 5 Stelle
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