In conclusione, la storiella della solidarietà generazionale e del peso imposto sulle future generazioni, può essere vera a una sola condizione: che le generazioni future siano non solo, come in effetti sta accadendo private del lavoro, ma anche del diritto di voto.
Solo se avvenisse questa privazione, infatti, le generazioni future non sarebbero in grado di far modificare l’indirizzo politico e far mutare le leggi sul mercato del lavoro e le riforme volute da L€uropa che li pongono nella condizione di disoccupazione e di salari troppo bassi e saltuari che li rendono, e sempre più li renderanno, un tantinello dissenzienti dalle politiche di “pareggio di bilancio”.
4. Ma dimenticavo: nel frattempo, prima che le “generazioni future” si rendano conto veramente conto degli effetti delraggiungimento e mantenimento del “pareggio di bilancio”, gli si darà il reddito di cittadinanza, la flexicurity, e la lotta alla corruzione.
Nel lungo periodo, quando saremo tutti morti, noi delle generazioni colpevoli, quando non ci saranno nemmeno più in vita pensionati con la “pensione d’oro” (per la verità, non ci saranno più in vita i pensionati, di ogni genere, tout-court, perchè le generazioni future le pensioni non le avranno; e nemmeno la sanità pubblica), tuttavia, tutte queste escogitazioni non potranno funzionare, statene certi: prevedo, nei prossimi decenni, tempi molto duri, elettoralmente parlando, per le forze politiche che avranno impostato tutto su questi temi massimamente L€uropei.
Quindi, venendo al sodo, il problema è sempre e solo quello di capire quando il suffragio universale verrà abolito in modo espresso.
5. Ma tutto questo è il programma liberista per eccellenza, chiunque lo persegua con strumenti più o meno astuti e consapevoli:
“A conferma della linea che unisce da Ricardo a von Hayek la visione dei liberisti e neo-liberisti, ci sovviene questa “splendida” autoproclamazione di Herbert Spencer (il darwinista sociale per eccellenza, che teorizzò che i “milionari sono un prodotto della selezione naturale”):
“La funzione del liberalismo in passato fu quella di porre un limite ai poteri del re. La funzione del vero liberalismo in futuro sarà quella di porre un limite ai poteri del Parlamento“.
Basti questo per comprendere come ogni pretesa libertaria di questa corrente di pensiero, che rivendica a sè, a partire dalla Glorious Revolution, l’affermazione dei Parlamenti, riveli con ciò tutta la strumentalità del sostenere gli stessi; nella fase di affermazione contro le monarchie, era perfettamente accettabile e si parlava di lotta alla “tirannia”. Poi il parlamentarismo divenne un peso per l’utilitarismo autolegittimante una nuova oligarchia.
La citazione è tratta da un libro di Spencer che fu certamente di ispirazione per von Hayek, se non altro per il suo eloquente titolo “The Man Versus the State” (Caldwell, p.209)”.
5.1. Che poi, dovendosi portare avanti la fase di smontaggio dei parlamenti democratici nazionali, in vista della definitiva abolizione del voto, è sufficiente sostituirli col bicameralismo di Barroso:
“C’è anche un’asimmetria tra la dialettica politica nazionale e la dialettica politica europea.
A livello nazionale, c’è una logica “maggioranza versus opposizione”, sicché ogni questione ha una “partito a favore” ed un “partito contro”.
In Europa, non c’è una siffatta logica e perciò non c’è un “partito a favore” di qualunque cosa l’€uropa faccia.
E’ essenzialmente la Commissione, che è concepita dai trattati come difensore dell’interesse generale €uropeo, che è sempre impegnata a combattere per le decisioni collettive su cui raggiunge l’accordo”.
Quindi rassegnatevi: o votate come vorrebbe la Commissione nel “vostro” interesse, che voi non potete capire, o smettetela di “essere contro”; anzi, smettete proprio di votare. Con le buone o con le cattive.