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Tito Boeri e il disastroso Poletti tuonano: “I trentenni non avranno la pensione”

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“I trentenni di oggi in pensione a 75 anni e con assegno basso”. Papale papale, senza giri di parole, ecco che ci viene sventolato in faccia il nostro futuro. Così ha pontificato addirittura il Presidente dell’Inps Tito Boeri.

Il Ministro Poletti, dopo le idiozie proferite recentemente sul lavoro a cottimo, che per lui dovrebbe sostituire il “vecchio attrezzo” della retribuzione oraria (l’art. 36 Cost. è evidentemente ignoto al piccolo ministro), non poteva che seguire Boeri dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere un analfabeta costituzionale ed economico di proporzioni davvero notevoli.

Poletti precisamente ha affermato “presumo che Boeri abbia ragione” ed ancora “credo che sia giusto che la collettività debba garantire al cittadino che versa i contributi una pensione adeguata”. Come dire che, chi è disoccupato e non versa, si dovrà arrangiare, non avrà diritto a nulla. Inoltre, malgrado la pensione più bassa per tutti ed ottenibile solo da 75 anni in poi, secondo Poletti, dovremmo comunque pagare i contributi con gioia, perché “non risulta ci siano alternative”.

Dove cominciare ad evidenziare le stupidaggini del ministro? Davvero è difficile scegliere. Proviamo a replicare in maniera semplice e comprensibile, alla portata anche di chi non mastica diritto costituzionale ed economia. Intanto è bene rammentare che l’art. 38 Cost. obbliga lo Stato ad assistere e mantenere chi per ragioni di vecchia o di invalidità non sia in grado di sostenersi. I contributi versati sono irrilevanti, il diritto alla vita non si discute. Concetto che mi pare piuttosto ovvio. Non neghiamo la vita ad un cane o ad un gatto, ci scandalizziamo (giustamente) se qualcuno li tocca, ma poi un anziano o un disoccupato può essere abbandonato senza scrupoli? Mi pare un comportamento, come minimo, schizofrenico.

Peraltro per quale misteriosa ragione si dovrebbero versare i contributi per andare in pensione a 75 anni? Non ha alcun senso. La mia opinione è che quando in una vita si superano i trent’anni di lavoro o i 60 anni di età si è prodotto più che a sufficienza, si è contributo ampiamente al progresso materiale e spirituale della società previsto è richiesto dall’art. 4 Cost. Non veniamo al modo per vivere da schiavi, eppure il modello occidentale oggi ci tratta come tali! Ed in molti, ormai affetti da sindrome di Stoccolma, si dichiarano pure d’accordo.

Il secondo punto dove l’ignoranza del ministro è imbarazzante è poi il problema delle coperture economiche. Lui, con le sue minuscole conoscenze, “non vede alternative”. Purtroppo è un portatore sano, ma estremamente contagioso, di un tragico analfabetismo istituzionale. Uno Stato sovrano non può mai essere insolvibile, non mancheranno mai i soldi per le pensioni questo perché uno Stato sovrano può emettere tutta la moneta che ritiene semplicemente perché tale moneta è sua, la crea dal nulla senza limiti quantitativi. La moneta poi, nel caso delle pensioni necessarie a vivere dignitosamente, finirebbe in toto nei consumi determinando una serie di effetti benefici evidenti sull’economia.

Aumenterebbe il PIL (per ogni euro speso in pensioni avremo almeno un euro e mezzo in più di pil) ed ovviamente aumenterebbe la domanda di beni e servizi. Essa comporterebbe in immediato più assunzioni per la necessaria maggiore produzione, il gettito erariale crescerebbe, come crescerebbero le entrate contributive. Garantire l’inalienabile diritto alla vita di ogni essere umano non causerebbe alcuna spinta inflattiva, oggi peraltro siamo in deflazione, dunque di che cosa parliamo? Secondo voi è meglio creare soldi dal nulla per darli ai pensionati oppure alle banche? La risposta mi pare ovvia, salvo uno stato di demenza terminale.

Il neoliberismo ci inculca la follia dell’aver vissuto sopra le nostre possibilità. Nulla è più falso. Abbiamo milioni di giovani disoccupati, una produzione ben più alta del necessario, ma preferiamo massacrare gli anziani ed i lavoratori perché non vogliamo fare deficit sovrano. 

Vero che se lo Stato immettesse più moneta del necessario, per quanto solvibile all’infinito perché sovrano, si potrebbero comunque avere effetti economici catastrofici nell’economia reale. Ma questa crisi nasce da ragioni opposte, nasce dalla carenza di moneta nel sistema imposta dai criminali vincoli dei trattati europei, vincoli che hanno come scopo unico la distruzione dei diritti costituzionali e la cancellazione delle sovranità nazionali.

La gente viene lasciata soffrire per scelta e non perché non vi siano alternative come afferma quel piccolo ministro che è Poletti.

Siamo governati da traditori ed ignoranti, questa è la realtà.


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