Economia
Tether, il colosso delle Stablecoin, prepara una seconda invasione degli USA
Tether lancia la stablecoin USAT per conquistare l’America: ecco come la nuova legge di Trump e l’acquisto di debito USA cambiano le regole del gioco nella finanza digitale.
Tether, già dominus incontrastato del mercato delle stablecoin con il suo USDT, si prepara a sbarcare in forze sul mercato americano. La società, un vero e proprio colosso finanziario con volumi di scambio che surclassano Bitcoin ed Ether messi insieme, ha annunciato il lancio di una nuova criptovaluta, USAT. L’obiettivo? Conquistare gli Stati Uniti, questa volta nel pieno rispetto delle regole. Una mossa strategica che si intreccia con la recente regolamentazione voluta da Donald Trump e che potrebbe ridefinire gli equilibri della finanza digitale, con buona pace dell’Europa.
Un colosso che opera nell’ombra (ma non per molto)
Per chi non fosse avvezzo al mondo cripto, è bene chiarire cosa sia Tether. La sua creazione più famosa, USDT, è una stablecoin: una valuta digitale il cui valore è ancorato (“pegged”) 1:1 a quello del dollaro statunitense. In pratica, un cripto-dollaro, progettato per offrire un porto sicuro dalla volatilità tipica di asset come Bitcoin, facilitando al contempo transazioni istantanee e a basso costo sulla blockchain.
Finora, il paradosso di Tether era evidente: essere il re del mercato pur non operando ufficialmente né negli USA né in Europa, a causa di un quadro normativo incerto e di qualche screzio passato con le autorità. Nel 2021, la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) statunitense multò l’azienda per 41 milioni di dollari, accusandola di non avere riserve sufficientemente liquide e trasparenti a garanzia di tutti i token emessi. Un peccato originale che sembra ormai superato.
Oggi, il quadro è cambiato. A luglio, l’amministrazione Trump ha dato il via libera al “Genius Act“, una legge che finalmente stabilisce regole chiare per gli emittenti di stablecoin. E Tether, fiutato l’affare, è pronta a rientrare dalla porta principale con USAT, una stablecoin “su misura” per la nuova normativa.
I requisiti della nuova legge sono chiari e, per certi versi, convenienti:
- Riserve liquide: Le garanzie devono essere detenute in asset sicuri e liquidi, come contanti o debito pubblico a breve termine.
- Trasparenza: Obbligo di rendicontazione periodica sulla composizione delle riserve.
- Audit regolari: Controlli costanti da parte di società terze.
USAT nasce proprio per rispettare questi paletti, trasformando un vecchio punto debole in un nuovo punto di forza e potendo contare su una base di utenti già enorme.
Il circolo virtuoso (per USA e Tether)
La mossa di Tether non è solo astuta, ma si inserisce in un meccanismo economico e politico che giova a molti attori, primo fra tutti il Tesoro americano. Tether, infatti, non è un semplice emittente di moneta digitale. Per garantire i suoi oltre 171 miliardi di dollari di capitalizzazione, investe una fetta enorme delle sue riserve in titoli di stato americani.
Secondo i dati diffusi dalla stessa società, Tether è diventata il diciottesimo detentore mondiale di debito pubblico statunitense, superando nazioni come Germania e Australia. Questo la rende un acquirente fondamentale per i T-Bill, contribuendo a finanziare il debito americano e a mantenerne bassi i costi.
Si crea così un circolo virtuoso (o vizioso, a seconda dei punti di vista):
- Tether emette stablecoin in dollari, soddisfacendo una domanda globale.
- Per garantirle, acquista debito USA, diventando un creditore strategico per Washington.
- Il governo USA, con leggi come il Genius Act, crea un ambiente favorevole per queste società.
- Aumenta la domanda di debito USA, permettendo al governo di finanziarsi più facilmente.
Un gioco a somma positiva per Tether e per l’amministrazione americana, che vede rafforzato il ruolo del dollaro e trova un nuovo, insaziabile, acquirente per i propri titoli. Tether non ha bisogno di applicare delle commissioni, perché il rendimento dei titoli USA garantisce un flusso di liquidità più che sufficiente.
A farne le spese, forse, è l’Europa, dove la normativa MiCA è molto più restrittiva e proibisce agli emittenti di guadagnare interessi sulle riserve, rendendo il mercato del Vecchio Continente decisamente meno attraente. Quindi una stablecoin del genere non potrà avere sede nella UE.
La conquista del mercato americano
Con il lancio di USAT, Tether si prepara a sfidare il suo principale concorrente sul suolo americano, Circle (emittente della stablecoin USDC), che finora ha beneficiato di un quadro normativo più chiaro e di un’immagine più “istituzionale”. Ma ora la partita si riapre. Forte di una liquidità schiacciante e di una posizione di mercato dominante a livello globale, Tether ha tutte le carte in regola per prendersi anche la leadership negli Stati Uniti.
A rendere il tutto ancora più interessante, la nomina a capo del progetto USAT di Bo Hines, ex consulente per le criptovalute della Casa Bianca durante l’amministrazione Trump. Una scelta che sa tanto di “porte girevoli” e che la dice lunga sulle sinergie tra il gigante delle stablecoin e la politica americana. Il gigante è pronto a uscire dall’ombra, e questa volta lo fa secondo le regole del gioco. O, per meglio dire, secondo le regole che ha contribuito a scrivere.
Domande e Risposte
1. Perché Tether, pur essendo così grande, non era ancora presente ufficialmente negli USA?
Tether ha operato per anni in una “zona grigia” normativa. La mancanza di un quadro giuridico chiaro per le stablecoin negli Stati Uniti e una multa ricevuta nel 2021 dalla CFTC per dichiarazioni non del tutto trasparenti sulle sue riserve avevano reso il mercato americano ostico. La società ha preferito concentrarsi sui mercati internazionali, dove la regolamentazione era meno stringente. Con l’approvazione del “Genius Act”, che stabilisce regole precise, Tether ha ora un percorso definito per operare legalmente e ha creato USAT appositamente per conformarsi a queste nuove norme.
2. In che modo Tether aiuta il governo americano acquistando il suo debito?
Per garantire che ogni sua stablecoin valga effettivamente un dollaro, Tether detiene riserve equivalenti in asset molto sicuri e liquidi. La scelta principale è ricaduta sui titoli del Tesoro USA (T-Bills). Acquistando decine di miliardi di dollari di questi titoli, Tether aumenta la domanda di debito pubblico americano. Questo aiuta il governo a finanziarsi a tassi di interesse più bassi e contribuisce a mantenere la stabilità del mercato obbligazionario. Di fatto, Tether è diventato uno dei maggiori finanziatori esteri del debito statunitense, un ruolo di importanza strategica.
3. Qual è la principale differenza tra la regolamentazione USA e quella europea per le stablecoin?
La principale differenza risiede nella gestione delle riserve. La nuova legge statunitense (“Genius Act”) permette agli emittenti di stablecoin di investire le riserve in asset liquidi che fruttano un interesse, come i titoli di stato. Questo rende l’attività molto redditizia. Al contrario, la normativa europea (MiCA) è molto più severa e vieta agli emittenti di moneta elettronica (EMT) di guadagnare interessi sulle riserve. Questo disincentiva le società a operare nell’Eurozona, favorendo di fatto il dollaro e il mercato statunitense a scapito dell’euro.
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