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Tether all’assalto della Juventus: offerta shock da 2 miliardi (tra acquisto e investimenti), ma Exor alza il muro
Tether offre 2 miliardi per la Juventus: il piano di Ardoino e il no di Exor. Riassunto: Il colosso delle crypto Tether mette sul piatto 1,1 miliardi per l’acquisto e 1 miliardo per il rilancio della Juventus. Un’offerta “monstre” che sfida i fondamentali economici, ma Exor chiude la porta: “Non si vende”. Analisi di uno scontro tra vecchia e nuova finanza.

La “Vecchia Signora” del calcio italiano si è trovata improvvisamente corteggiata dai nuovi giganti della finanza digitale. Tether, il colosso globale delle stablecoin, ha lanciato una proposta vincolante all-cash per acquisire il controllo totale della Juventus FC. Una mossa che unisce la passione calcistica alla potenza di fuoco delle criptovalute, ma che si è scontrata, almeno per ora, contro il muro eretto dalla famiglia Agnelli-Elkann.
Paolo Ardoino, CEO di Tether e noto tifoso bianconero, ha messo sul piatto un’offerta che, in tempi di “vacche magre” per il calcio italiano, farebbe tremare i polsi a chiunque: un buyout completo delle quote di Exor seguito da un’OPA, e una promessa di investimento monstre per il rilancio del club. Eppure, Torino ha risposto picche, per ora.
I numeri dell’offerta: Crypto-capitali per la gloria reale
L’offerta di Tether non è un semplice sondaggio, ma una proposta strutturata che mira a trasformare la Juventus in una potenza calcistica sostenuta dalla liquidità digitale. Vediamo i dettagli finanziari messi sul tavolo:
Prezzo per azione: 2,66 euro (un premio significativo rispetto ai valori di mercato attuali).
Valutazione Equity (100%): Circa 1,1 miliardi di euro.
Investimento post-acquisizione: Impegno a iniettare 1 miliardo di euro per rafforzare la squadra e le infrastrutture.
Capitale posseduto: Tether detiene già l’11,527% del club.
L’operazione è tecnicamente interessante. Tether Investments, forte di un bilancio che definire solido è un eufemismo, non ha bisogno di finanziamenti bancari: paga in contanti. Ardoino ha giocato anche la carta sentimentale, parlando di “resilienza” e “dignità”, valori appresi guardando la Juve. Tuttavia, dietro il romanticismo c’è una logica di brand awareness globale: associare la più grande stablecoin al mondo a uno dei marchi sportivi più iconici.
L’analisi economica: Affare o follia?
Qui entra in gioco l’analisi fondamentale, cara ai lettori di questo blog. La Juventus fattura poco più di 500 milioni di euro e genera un EBITDA di circa 35 milioni.
Se guardiamo ai multipli puri, l’offerta di Tether appare scollegata dai fondamentali economici tradizionali.
| Voce | Valore |
| Fatturato | ~500 M€ |
| EBITDA | ~35 M€ |
| Offerta Tether (Equity Value) | ~1.100 M€ |
| Investimenti promessi | 1.000 M€ |
Offrire una valutazione così alta, unita a un miliardo di investimenti capex, suggerisce che l’operazione non sia dettata dal ritorno economico immediato (ROI), ma da fattori di visibilità e posizionamento. Per Tether sarebbe un affarone in termini di marketing; per un investitore tradizionale sarebbe un azzardo.
Il mercato, tuttavia, rimane scettico o forse “ingessato”: le azioni Juventus viaggiano intorno ai 2,2 euro, ben al di sotto dei 2,66 euro offerti. Questo spread indica chiaramente che gli investitori non credono che l’affare andrà in porto, o temono l’opposizione ferrea della proprietà attuale. O almeno che andrà in porto a questo prezzo.
Il “No” di Exor: Orgoglio o strategia?
La risposta di Exor non si è fatta attendere ed è arrivata con la freddezza tipica della holding sabauda: «La Juventus non è in vendita».
John Elkann aveva già smentito in giornata voci su un ingresso di capitali sauditi, e la chiusura a Tether sembra confermare la linea. La famiglia Agnelli considera il club un asset identitario, non puramente finanziario. Tuttavia, di fronte a un’offerta che valorizza la società ben oltre i suoi attuali fondamentali e promette un miliardo di sviluppo (denaro che altrimenti dovrebbe uscire, in parte, dalle casse di Exor per futuri aumenti di capitale), il rifiuto appare come una presa di posizione forte, forse anche politica. Elkann ha venduto la FCA, ha venduto GeDi., cioè i giornali, perché itnestardirsi sulla Juventus?
Resta da vedere se questa sia l’ultima parola o l’inizio di una lunga schermaglia tra la vecchia aristocrazia industriale e la nuova nobiltà delle criptovalute. L’offerta scade il 22 dicembre: sarà un Natale caldo a Torino.
Domande e risposte
Perché Tether vuole comprare proprio la Juventus?
L’interesse nasce da un mix di passione personale e strategia aziendale. Il CEO Paolo Ardoino è un tifoso storico e vede nel club valori di resilienza. Dal punto di vista del business, acquisire un brand globale come la Juventus offrirebbe a Tether una legittimazione e una visibilità mainstream enormi, ben oltre il mondo crypto. Inoltre, la solidità finanziaria di Tether permette investimenti a lungo termine che trasformerebbero il club in un veicolo di marketing mondiale.
L’offerta è economicamente vantaggiosa per Exor?
Sulla carta, sì. L’offerta valuta la Juventus circa 1,1 miliardi di euro, una cifra generosa considerando che il club ha un EBITDA di soli 35 milioni e richiede costanti iniezioni di capitale per competere ad alti livelli. L’offerta di 2,66 euro per azione è superiore al prezzo di mercato. Vendere permetterebbe a Exor di incassare liquidità e liberarsi di un asset che, per quanto prestigioso, è finanziariamente impegnativo, ma la holding valuta il club come asset strategico non alienabile.
Cosa succede ora che Exor ha rifiutato?
Tecnicamente l’offerta vincolante scade il 22 dicembre. Se Exor mantiene il punto, l’operazione muore lì. Tuttavia, Tether possiede già oltre l’11% delle azioni. Potrebbe decidere di rimanere come azionista di minoranza “scomodo”, aumentare la propria quota rastrellando azioni sul mercato (fino alla soglia dell’OPA obbligatoria, sebbene difficile senza il pacchetto di maggioranza), oppure tentare un rilancio per mettere ulteriore pressione mediatica e finanziaria sulla famiglia Agnelli, dimostrando ai tifosi di avere le risorse per “far grande” la Juve.







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