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TESLA NON OTTIENE L’ESENZIONE DAI DAZI USA, ED IL TITOLO CADE

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Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk, oltre ad impianti di produzione in Cina, ha anche forniture molto importanti dal Paese orientale. Il cuore pensante dell’auto, la centrale elettronica di controllo, e l’interfaccia video relativa sono prodotte proprio in Cina. Per evitare che i dazi voluti dal presidente Trump avessero degli effetti sul prezzo del prodotto americano la società aveva chiesto un’esenzione all’applicazione delle tariffe su queste componenti. Come riporta la CNBC l’ufficio per il commercio ha respinto questa richiesta.

Elon Musk aveva richiesto questa esenzione sulla base del fatto che gli aumenti del prezzo dovuti ai dazi avrebbero messo strategicamente il pericolo la sopravvivenza e la redditività dell’azienda, ma il diniego è stato motivato con il fatto che queste componenti sono importati per l sviluppo strategico della tecnologia cinese e sono aprte attiva del programma industriale di Pechino 2025, per cui la loro esenzione non è possibile. I dazi di Trump hanno come fine non tanto il riequilibrio della bilancia commerciale USA, quanto il rallentamento della crescita della Cina come competitore politico ed economico globale sino a quando , almeno, le dinamiche demografiche non porranno gli USA in vantaggio.

In quest’ottica anche Tesla è sacrificabile. Il rifiuto è avvenuto a fine maggio, ma è stato reso noto solo ora, con conseguenze sulla azioni del gruppo automobilistico.

Questo è il piacere della Supply Chain globali, tanto amate da qualche professore. A questo punto o Tesla aumenta i prezzi, riducendo la domanda, o taglia i propri margini operativi lordi.


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