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Tesla Cybertruck: da fortezza a “trappola mortale”? Una causa scuote il colosso di Musk

Un tragico incidente solleva dubbi inquietanti sul design del Cybertruck: le sue portiere elettroniche e il vetro “corazzato” hanno trasformato un veicolo in una prigione di fuoco. Un’analisi delle accuse che scuotono Tesla.

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Una fortezza su ruote che si trasforma in una prigione di fuoco. È questa l’accusa, pesantissima, che colpisce Tesla Inc. e il suo avveniristico Cybertruck. Una causa legale intentata in California sostiene che i difetti di progettazione delle portiere del veicolo abbiano trasformato un incidente, per quanto grave, in una tragedia fatale per tre studenti universitari, morti per inalazione di fumo perché impossibilitati a fuggire.

La vicenda, che getta un’ombra inquietante sulla reputazione di sicurezza del marchio di Elon Musk, risale a una notte del novembre 2024 a Piedmont, un sobborgo di San Francisco. Un Cybertruck con a bordo quattro ragazzi esce di strada, si schianta e prende fuoco. Un amico, che li seguiva in un’altra auto, riesce a salvare uno dei passeggeri. Gli altri tre rimangono intrappolati.

Il cuore del problema: portiere e design minimalista

Le maniglie delle portiere di Tesla sono da tempo oggetto di attenzione e critiche. L’ossessione per un design pulito e minimalista ha portato all’eliminazione delle maniglie tradizionali a favore di sistemi elettronici. Nel caso del Cybertruck, per aprire la portiera dall’esterno, bisogna premere un pulsante elettronico situato sui montanti. Ma cosa succede se il veicolo perde l’alimentazione, come è quasi scontato in un incidente violento?

Certo, Tesla prevede dei sistemi di sblocco manuale dall’interno, ma la loro posizione, spesso poco intuitiva, può renderli quasi impossibili da trovare in una situazione di panico, al buio e con l’abitacolo pieno di fumo. Un’inchiesta di Bloomberg aveva già evidenziato oltre 140 reclami di consumatori dal 2018 relativi a portiere bloccate su vari modelli Tesla.

I difetti di progettazione contestati nella causa sono chiari e preoccupanti:

  • Pulsanti Elettronici Esterni: Inutilizzabili in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica a seguito di un incidente. Del resto sono esterni, se non c’è un soccorritore non si esce.

    L’apertura esterna del Cybertruck

  • Sganci Manuali Interni: Difficili da localizzare e azionare, specialmente per i passeggeri posteriori in una situazione di panico estremo.
  • Vetro “Corazzato” e Acciaio Inossidabile: Le caratteristiche tanto pubblicizzate per la loro resistenza si sono trasformate in un ostacolo insormontabile per i soccorritori. Il vetro “Armor Glass” e le portiere in acciaio hanno reso quasi impossibile forzare l’ingresso dall’esterno.

Un problema noto e una “soluzione” in arrivo

La stessa National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’ente regolatore per la sicurezza stradale statunitense, ha aperto un’indagine su questo problema, citando episodi in cui le maniglie esterne hanno smesso di funzionare, intrappolando persino dei bambini all’interno.

Quasi a voler giocare d’anticipo, il capo del design di Tesla ha ammesso che l’azienda sta lavorando a una riprogettazione delle maniglie, con l’obiettivo di renderle più intuitive in “una situazione di panico”. Una sorta di ammissione che, forse, la soluzione attuale non è proprio l’ideale quando la situazione si fa critica. Renderle meccaniche potrebbe essere la soluzione migliore, ma siamo nel XXI secolo, le soluzioni  tecnologiche sono sempre le migliori, anche quando stupide.

cybertruck visto da dietro

Marketing contro realtà: la scena della tragedia

I documenti legali descrivono con dettagli agghiaccianti il tentativo di salvataggio. L’amico dei ragazzi, arrivato sulla scena, ha visto il Cybertruck avvolto dalle fiamme. Ha premuto ripetutamente i pulsanti delle portiere, senza alcun risultato. Disperato, ha usato un ramo per rompere il finestrino anteriore, riuscendo a trascinare fuori il passeggero. Ha poi tentato di salvare Krysta Tsukahara, che dal sedile posteriore urlava chiedendo aiuto, ma non c’è stato nulla da fare. Il fuoco delle batterie, altamente infiammabili, ha avuto la meglio.

“Le prove sono molto chiare sul fatto che Tesla ha prodotto un’auto pericolosa per gli occupanti in caso di un evento come questo”, ha dichiarato Roger Dreyer, l’avvocato della famiglia Tsukahara. “È rimasta intrappolata in quell’incendio elettrico, ha sentito il caldo, poi le fiamme, e ha subito quella che deve essere la morte più atroce”.

Sebbene l’incidente sia stato causato dall’alta velocità e dal fatto che il conducente fosse sotto l’effetto di alcol e droghe, gli avvocati delle famiglie sostengono un principio chiave della sicurezza automobilistica: la crashworthiness, ovvero la capacità di un veicolo di proteggere i suoi occupanti anche in caso di errore umano. Come ha detto l’avvocato Matthew Davis, “questo è un caso in cui due cose possono essere vere allo stesso tempo. Ci possono essere persone responsabili per l’incidente, e c’è un’azienda responsabile del fatto che non sono potuti uscire”.

Questa causa si aggiunge alla crescente pila di contenziosi che mettono in discussione il mantra di Elon Musk sulle “auto più sicure sulla strada”. Mentre Tesla ha vinto alcune battaglie legali sull’Autopilot, ha anche subito sconfitte cocenti, come la condanna a un risarcimento di 243 milioni di dollari a Miami.

Il processo per questo caso è fissato per febbraio 2027. Fino ad allora, la domanda rimane: la ricerca ossessiva di un’estetica futuristica e minimalista ha compromesso principi di sicurezza fondamentali e antichi quanto l’automobile stessa?

Cybertruck corazzato

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché le portiere del Cybertruck sono considerate un difetto di progettazione in caso di incidente?

Le portiere del Cybertruck sono considerate un potenziale difetto perché si basano su un sistema di apertura elettronico. Per aprirle dall’esterno si usa un pulsante che, in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica a seguito di un urto, smette di funzionare. Sebbene esistano meccanismi di sblocco manuale all’interno, questi sono spesso poco visibili e difficili da trovare e azionare in una situazione di panico, buio e fumo. Questa combinazione di fattori può trasformare l’abitacolo in una trappola, impedendo agli occupanti e ai soccorritori di aprire le portiere.

2) La colpa dell’incidente è del conducente. Perché allora viene citata in giudizio anche Tesla?

Anche se il conducente ha la responsabilità primaria dell’incidente a causa dell’alta velocità e della guida in stato di ebbrezza, Tesla viene citata in giudizio per la presunta mancanza di “crashworthiness” del veicolo. Questo principio legale e ingegneristico stabilisce che un’automobile debba essere progettata per proteggere al massimo i suoi occupanti anche quando si verifica un incidente per errore umano. L’accusa sostiene che, sebbene l’errore del conducente abbia causato lo schianto, è stato il design difettoso delle portiere e dei finestrini a causare la morte degli occupanti, che altrimenti sarebbero potuti sopravvivere.

3) È la prima volta che Tesla affronta problemi di sicurezza legati alle sue portiere?

No, non è la prima volta. Il design delle portiere e delle maniglie di Tesla è stato oggetto di scrutinio per anni. L’ente per la sicurezza stradale statunitense (NHTSA) ha ricevuto oltre 140 reclami dal 2018 riguardanti malfunzionamenti delle portiere su vari modelli. Inoltre, la stessa NHTSA ha avviato un’indagine formale proprio su questo problema prima dell’incidente del Cybertruck. Il fatto che Tesla abbia annunciato di essere al lavoro su una riprogettazione delle maniglie per renderle più intuitive in situazioni di panico suggerisce un riconoscimento interno del problema.

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