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Terrore di Hanukkah a Sydney: 10 morti a Bondi Beach. L’Australia si sveglia nell’incubo

Terrore in Australia: commando armato apre il fuoco sui fedeli a Bondi Beach durante Hanukkah. 10 vittime, due arresti. Raid della polizia a Sydney Ovest mentre il governo Albanese finisce sotto accusa per la gestione della sicurezza interna.

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Mentre l’Europa si prepara al freddo invernale, dall’altra parte del mondo, nell’estate australe, si è consumata una tragedia che segna un punto di non ritorno per la sicurezza interna australiana. È il 14 dicembre 2025, una domenica che doveva essere di festa e celebrazione religiosa, ma che si è trasformata in un teatro di guerra. Lo scenario è Bondi Beach, una delle spiagge più iconiche di Sydney, luogo simbolo del turismo e della spensieratezza, macchiato ora dal sangue di innocenti durante una celebrazione di Hanukkah.

Il bilancio provvisorio, ma tragicamente confermato, è di 11-12 morti (le notizie non sono precise) e numerosi feriti. Un attacco pianificato, militare nell’esecuzione, che colpisce al cuore la comunità ebraica australiana e mette in imbarazzo il governo guidato da Anthony Albanese, la cui politica estera recente – inclusivo del riconoscimento della Palestina – si scontra ora con la brutale realtà della sicurezza interna e delle tensioni demografiche che covano in alcune aree della metropoli.

La dinamica dell’attacco: un’esecuzione militare

Erano circa le 19:40 locali quando l’orrore ha preso forma. Non si è trattato del gesto di un folle isolato armato di coltello, come purtroppo già visto in passato nei centri commerciali di Sydney, ma di un’azione coordinata.

Secondo le testimonianze raccolte e i primi report della Polizia del Nuovo Galles del Sud (NSW Police), due uomini vestiti completamente di nero e dotati di giubbotti antiproiettile hanno aperto il fuoco da una posizione sopraelevata, un ponte che sovrasta Bondi Park, a pochi metri dal Bondi Pavilion dove si stava svolgendo l’evento “Chanukah by the Sea”.

Bondi Beach

Un testimone oculare, Josh Pulford, che vive in un furgone nel parcheggio adiacente, ha descritto una scena agghiacciante:

“Marciavano verso l’evento e hanno aperto il fuoco. Uno aveva un fucile a pompa, l’altro un fucile d’assalto”.

La folla, composta da famiglie, bambini e anziani riuniti per l’accensione delle candele, è stata presa in trappola. Musica, odore di barbecue e giochi per bambini sono stati spazzati via in pochi secondi dal crepitio delle armi automatiche. I corpi, come raccontato dai sopravvissuti in stato di shock, erano disseminati nel parco, molti dei quali anziani, impossibilitati a fuggire o a trovare riparo in tempo.

Bondi Beach è una spiaggia urbana: Sydeny è estremamente estesa e ormai si distende per diversi km a sud della spiaggia che però, per la sua posizione rivolta a est era “La spiaggia del buongiorno” del “Buondì” per i migranti italiani, da cui “Bondi”. Ora è l’inizio dell’estate in Australia e le giornate sono molto lunghe.

La risposta della sicurezza e le indagini

La reazione delle forze dell’ordine è stata massiccia, ma per dieci persone era già troppo tardi.

  • Droni e neutralizzazione: Filmati ripresi da droni mostrano uno scontro a fuoco tra gli assalitori e la polizia. Le immagini, non verificate ma diffuse sui social, sembrano mostrare uno degli attentatori colpito mentre cercava riparo dietro un furgone bianco, e un secondo uomo immobile a terra.

  • Arresti: La polizia ha confermato che due persone sono in custodia.

  • Raids in corso: Mentre Bondi veniva blindata, le unità tattiche hanno lanciato operazioni a Bonnyrigg, nella zona ovest di Sydney.

E qui si apre il capitolo più delicato, quello che la politica spesso preferisce tacere. Chi si stupisce di quanto accaduto forse ignora – o finge di ignorare – la composizione demografica di alcune aree della città. La zona sud e ovest di Sydney ospita da tempo forti concentrazioni di popolazione musulmana, aree dove l’integrazione non è sempre stata quel processo fluido e indolore raccontato dalla narrativa multiculturalista. I raid a Bonnyrigg suggeriscono che la minaccia fosse interna, radicata, e forse nota ai servizi.

Il contesto politico: l’ombra sulle scelte di Albanese

Questo attacco cade come un macigno sul governo laburista di Anthony Albanese. Il Primo Ministro, che ha speso notevole capitale politico nel riconoscimento della Palestina e nel tentativo di mantenere un equilibrio precario tra le diverse anime dell’elettorato, si trova ora a gestire una crisi di sicurezza nazionale di prima grandezza.

L’ironia della sorte vuole che proprio mentre si cercava di placare le tensioni internazionali con atti diplomatici, la violenza sia esplosa in casa, colpendo una minoranza, quella ebraica, che da tempo lamentava un clima di crescente ostilità. Naomi Levin, del Jewish Community Council of Victoria, ha espresso il terrore di una comunità che “aspetta con angoscia di sentire i nomi delle vittime”, sottolineando come la minaccia non sia limitata a Sydney, ma percepita in tutto il continente.

Ecco un riepilogo della situazione attuale:

DettaglioStato Attuale
Morti confermati10
LuogoBondi Beach, Sydney
Evento colpitoCelebrazione di Hanukkah
Assalitori2 in custodia (feriti/neutralizzati)
Armi usateFucile d’assalto, Fucile a pompa
Raid della PoliziaBonnyrigg (Sydney Ovest)

Le reazioni delle comunità

Mentre la comunità ebraica si chiude nel lutto e cancella gli eventi pubblici (come accaduto a Melbourne), i leader musulmani australiani, attraverso l’Australian National Imams Council, hanno condannato l’attacco, invitando all’unità e rifiutando la violenza. Parole necessarie, ma che dovranno scontrarsi con la realtà di una radicalizzazione che, evidentemente, è sfuggita ai radar dell’intelligence o è stata sottovalutata per timore di infrangere il dogma del politicamente corretto. Non è la prima volta che questo accade in Australia.

Conclusioni: un’estate di paura

L’estate australiana del 2025 sarà ricordata non per il surf o il cricket, ma per il sangue di Bondi. La domanda che molti si pongono, ma che pochi sui media mainstream oseranno formulare apertamente, è se questo sia un tragico evento isolato o l’inizio di una nuova fase di instabilità per l’Australia, importata direttamente dalle tensioni mediorientali. Il governo Albanese dovrà ora dimostrare che il controllo del territorio e la sicurezza dei cittadini vengono prima delle posizioni ideologiche. E per le vittime di Hanukkah, purtroppo, non c’è più tempo per la politica.


Domande e risposte

Perché è stato colpito proprio Bondi Beach durante Hanukkah?

La scelta di Bondi Beach non è casuale. È un luogo simbolo dello stile di vita occidentale e australiano, affollato e visibile a livello globale. Colpire durante Hanukkah, la festa delle luci, massimizza l’impatto psicologico e simbolico contro la comunità ebraica. L’obiettivo era creare il massimo terrore in un momento di gioia pubblica, dimostrando che nessun luogo, nemmeno una spiaggia in festa, è sicuro.

Quali potrebbero essere le conseguenze politiche per il governo Albanese?

Il governo rischia una forte crisi di consenso. Il riconoscimento della Palestina da parte di Albanese aveva già creato malumori in parte dell’elettorato e nella comunità ebraica. Questo attacco potrebbe essere letto dall’opposizione conservatrice come la prova del fallimento delle politiche di sicurezza e di un approccio troppo “morbido” verso il radicalismo interno e l’integrazione, costringendo il governo a una brusca sterzata securitaria.

C’è un legame tra le aree perquisite dalla polizia e l’attacco?

I raid a Bonnyrigg, nell’area ovest di Sydney, sono significativi. Queste zone, insieme ad alcune aree del sud, hanno visto un rapido cambiamento demografico con una forte concentrazione di comunità islamiche. Seppur la maggioranza sia pacifica, la polizia indaga evidentemente su cellule radicalizzate che sfruttano queste enclavi per organizzarsi e armarsi, sfuggendo al controllo sociale diffuso che caratterizza altre aree della città.

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