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Tempeste Solari: la prossima Apocalisse elettrica? Uno studio rivela che il pericolo è più vicino di quanto pensiamo
Non solo aurore: una tempesta solare estrema oggi potrebbe innescare un blackout globale. Uno studio-shock rivela che il vero rischio è stato drammaticamente sottostimato. Ecco perché.

Le aurore polari sono uno degli spettacoli più maestosi della natura, danze di luce colorata nei cieli notturni che hanno affascinato l’umanità per millenni. Ma dietro questa bellezza si nasconde una potenza distruttiva, un promemoria della forza del nostro Sole e una minaccia diretta alla nostra civiltà iper-tecnologica.
Un nuovo e rivoluzionario studio scientifico, basato su un’analisi meticolosa di dati storici, lancia un allarme drammatico: i modelli attuali sottovalutano gravemente il rischio che le tempeste geomagnetiche estreme rappresentano per le nostre reti elettriche. Lo scenario di un blackout su vasta scala, continentale, non è fantascienza, ma una possibilità concreta e più probabile di quanto si creda. La ricerca originale è stata pubblicata su Advancing Earth and Space Science.
L’Aurora come messaggero di Sventura
I ricercatori hanno sviluppato un modello statistico innovativo che collega l’intensità di una tempesta magnetica (misurata con un indice noto come Dst) alla latitudine più bassa alla quale le aurore “discrete” – quelle con forme definite come raggi e cortine – possono essere viste direttamente sopra la testa (allo zenit). Analizzando resoconti storici, da diari di bordo a vecchi giornali, hanno mappato l’estensione delle aurore durante le più violente tempeste degli ultimi secoli.
I risultati sono a dir poco sconcertanti. Il modello rivela che un evento catastrofico come la tempesta di Carrington del 1859 – l’evento solare più potente mai registrato, che incendiò le stazioni del telegrafo – spingerebbe le aurore fino a una latitudine geomagnetica di 24°. Per dare un’idea concreta, significa che aurore vibranti sarebbero visibili direttamente sopra Città del Messico, le Isole Canarie, o persino il sud dell’Egitto. Questo accadde in un momento in cui la comunicazione elettronica era solo ai primordi.
Questo non è solo un dato da curiosità astronomica. Le aurore sono la manifestazione visibile di un bombardamento di particelle energetiche che interagiscono con l’atmosfera terrestre. Le stesse forze che creano le luci nel cielo inducono potentissime correnti elettriche al suolo. Nel 1859, queste correnti furono sufficienti a friggere i primitivi sistemi telegrafici.
Oggi, una tempesta simile scatenerebbe un’ondata di corrente incontrollabile nelle nostre vulnerabili e interconnesse reti elettriche e nei nostri sistemi di comunicazione, con conseguenze inimmaginabili. Ricordiamo che alla base delle aurore porale ci sono le CME, espulsioni di materia coronale solare, cioè particelle fortemente ionizzate che colpiscono la nostra magnetosfera interangendo con essa.
Un Pericolo Sottostimato e un Passato Inquietante
La conclusione più allarmante dello studio è che le attuali simulazioni numeriche, usate dalle agenzie per la sicurezza delle infrastrutture per prepararsi al peggio, “sottostimano gravemente” l’esposizione al rischio. In altre parole, pensiamo di essere più sicuri di quanto non siamo in realtà.
Una tempesta classificata come “una ogni cento anni”, con un’intensità stimata di -663 nT (l’indice Dst, un indice di disturbo elettromagnetico accettato comunemente), che è potente ma significativamente più debole di quella di Carrington (-964 nT), sarebbe in grado di generare aurore fino a una latitudine di 34°. Questo significa che l’intera rete elettrica degli Stati Uniti contigui o dell’Europa si troverebbe sotto il fuoco diretto della tempesta. Un evento del genere metterebbe a durissimo rischio la stabilità delle nostre società, dipendenti dall’elettricità per ogni aspetto della vita quotidiana.
Lo studio riporta alla luce anche altri eventi storici che dipingono un quadro preoccupante:
- Il Doppio Colpo del 1859: Pochi giorni prima della famosa tempesta di Carrington del 2 settembre, un’altra tempesta, quella del 28 agosto, fu così intensa da provocare aurore visibili sopra L’Avana, Cuba. Il nuovo modello stima la sua intensità a -673 nT, rendendola una delle tempeste più forti mai registrate. La Terra fu colpita da due eventi di portata storica nell’arco di una sola settimana.
- Il Gemello Dimenticato del 1770: Basandosi su resoconti di aurore “discrete” viste allo zenit sopra Kyoto, in Giappone, i ricercatori hanno stimato che la tempesta del 17 settembre 1770 ebbe un’intensità di -928 nT, quasi identica a quella di Carrington. Questo dimostra che eventi di tale magnitudo non sono anomalie uniche. Per fortuna nel 1770 lo studio dell’elettromagnetismo era solo agli albori.
Dalle visioni bibliche ai blackout moderni
In un’affascinante digressione storico-scientifica, lo studio ipotizza persino che la famosa visione del profeta Ezechiele, descritta nella Bibbia intorno al 600 a.C. (“un vento tempestoso giunse dal nord, una grande nube e un fuoco folgorante”), potrebbe essere stata ispirata da un’aurora. Secondo il modello, una tempesta di “soli” -550 nT – intensa, ma non apocalittica – sarebbe stata sufficiente a creare uno spettacolo celeste mozzafiato sopra l’antica Babilonia.
Dalle visioni profetiche del passato ai potenziali incubi tecnologici del futuro, il messaggio è chiaro. L’aurora non è solo una meraviglia da ammirare, ma un indicatore diretto di un rischio esistenziale per la nostra infrastruttura globale. se una tempesta intensa ha cotto strumenti relativamente semplici come i telegrafi, che succederebbe in caso di un evento Carrington ai nostri giorni?
La prossima grande tempesta solare non è una questione di “se”, ma di “quando”. E, a quanto pare, potrebbe essere molto più potente e colpire molto più a sud di quanto i nostri piani di emergenza prevedano, distruggendo infrastrutture eletroniche in modo più radicale.
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