Analisi e studi
Tasse: un po’ di verità con i dati OCSE sulla pressione fiscale
Nei Paesi OCSE qual è l’andamento delle tasse rispetto al PIL dal 2020 al 2023. Per l’Italia un leggero miglioramento, ma la pressione rimane asfissiante e, francamente, poco compatibile con la comunicazione, di parte, di un’evasione fiscale diffusa
Voglio darvi un po’ di cibo per la mente, sotto forma di due grafici che vengono a mostrare, per i paesi OCSE, la pressione fiscale effettiva di fronte al PIL, Prodotto Interno Lordo, per singolo paese. Perché spesso si accusano gli italiani di essere “Evasori fiscali”, ma, in realtà, quanto pagano di tasse rispetto alla ricchezza prodotta? E queste tasse sono aumentate o diminuite a partire dal 2020?
Vediamo il primo grafico, che si riferisce agli anni 2020-21:
L’Italia era al terzo posto, nel 2020 per pressione fiscale, appena dopo Francia e Danimarca. Nel 2021 la pressione fiscale era leggermente diminuita e l’Italia era stata superata da Belgio, Svezia e Austria. Comunque le tasse pagate dagli italiani erano alte, altissime, ben superiori al 40% del PIL. I Paesi Baltici presentano, ad esempio, una pressione fiscale molto inferiore, ma anche un paese avanzatissimo, come il Giappone, con un rapporto Debito Pil al 260%, ha una pressione fiscale più bassa.
Se analizziamo il 2021-22 vediamo invece un leggero aumento della pressione fiscale relativa al PIL, soprattutto per la riduzione del PIL e l’esaurirsi di diverse misure prese durante il Covid
Passiamo a considerare il periodo 2022-23, in questo caso il grafico è stato fornito da Claudio Borghi.
La pressione fiscale è in leggero calo, ma resta comunque elevatissima. Dipende dal debito? Francamente no, perché l’Austria, ad esempio, ha una pressione fiscale superiore, ma rapporto debito/PIL al 78%. Il Giappone ha un rapporto debito PIL al 260,1% nel 2022 e , nonostante questo, una pressione fiscale di almeno 7 punti inferiore alla nostra.
Potremmo dire che, in generale, la pressione fiscale dipende dal un mix di livello di servizi offerti dalla comunità, dal tentativo, spesso, mal riuscito, di redistribuzione reddituale, e da normative vincolanti esterne (leggasi i parametri europei), che non sempre vengono ad essere efficaci e significative.
In generale, comunque, possiamo notare che chi parla di “Evasione fiscale” come male assoluto dell’Italia non sa di cosa parla: proprio il peso delle tasse sul PIL, è l’indicazione che l’evasione non può essere così pesante come narrato dai mass media. Anzi, visto il peso delle tasse sulla produzione della ricchezza sarebbe legittimo parlare non di evasione, ma di eccesso del peso fiscale. Il problema è cambiare la mentalità in modo da poter portare a una sua riduzione.
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