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TARP all’Italiana ? mah, mi sa di no, e comunque mi ricorda la corazzata Kotionkin……

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Si parla ora di un piano TARP all’Italiana per salvare Montepaschi ed aiutare tutte le altre banche in difficoltà a causa degli NPL.  Secondo me questo termine non è stato utilizzato a proposito, e comunque un eventuale piano di interventi non potrà seguire le linee utilizzate negli USA durante la crisi dei subprime.

Il TARP partì nel cuore della crisi dei subprime nel 2008. Presentato da Paulson come uno strumento che avrebbe risolto la crisi riacquistando i titoli obbligazionari subprime, con dei collaterali di scarsa qualità, nella sua non lunga vita vide delle notevoli modifiche sia per quanto riguarda gli obiettivi sia per le dimensioni dell’intervento. 

Il TARP (Troubled assets repurchase program, programma di acquisto dei titoli problematici) doveva comprare i i titoli obbligazionari subprime sul mercato secondario, stabilizzandone il corso e quindi permettendo alle banche di controllare i propri bilanci e le proprie perdite, ma non intervenne sulle perdite pregresse. Con lo EESA (emergency economic stabilization act, legge di stabilizzazione dell’emergenza economica ) inoltre si impose alle banche ed alle istituzioni che accedevano al TARP di cedere warrant su azioni privilegiate o titoli obbligazionari per le aziende non quotate,k in modo da compensare, almeno in parte, il tesoro e ricapitalizzare le banche. Il TARP in questa fase operava come un fondo “revolving”, che si alimentava anche con gli incassi, e che partì con una disponibilità di 250 milioni, aumentabili di altri 350 su decreto presidenziale. 

Durante la sua vita però il programma ebbe dei cambiamenti notevoli. Inizialmente Paulson aveva pensato a grandi aste per vendere i subprime, ma poi, dopo aver visto l’esempio inglese, cambiò strada. Nell’ottobre 2008 il TARP divenne un programma di ricapitalizzazione diretta di nove banche americane, che avrebbero emesso azioni privilegiate che sarebbero state acquistate dal Tesoro USA. Il fatto che le azioni non avessero potere di voto ordinario sgombrava il campo dalla possibilità di intromissioni nella direzione della banca. Gli istituti di credito si impegnavano a seguire alcune politiche moralizzatrici circa i compensi dei manager. Successivamente i fondi TARP furono utilizzati per una serie estremamente varia di politiche di stabilizzazione, dalle assicurazioni contro l’esecuzione giudiziale agli aiuti alle case automobilistiche.

Veniamo all’idea di applicare il TARP in Italia . Cosa manca ?

a) I fondi : il TARP fu finanziato essenzialmente con un aumento del debito coperto dalla FED. In Italia questo è impossibile, perchè Banca d’Italia non può agire sul mercato primario dei titoli di stato ed il nostro debito è troppo alto per ottenere finanziamento a debito. Tagliamo pensioni e sanità per salvare le banche ? A chi pensa di utilizzare Cassa Depositi e Prestiti come fosse una specie di bancomat vorrei ricordare che il risparmio postale non è eterno ed ha profili di rischio incompatibili con questo tipo di operazioni

b) Manca la copertura legislativa, anzi vi sarebbe il divieto di partecipare agli aumenti di  capitale degli istituti di credito, perchè sarebbe considerato un aiuto di stato.

c) Manca una chiarezza di intenti ed una base di partenza di mercato. Si interviene sui NPL o sui Patrimoni Netti delle Banche, o su entrambi ? Una partecipazione sugli NPL necessiterebbe una loro cartolarizzazione che prima ne fissasse le perdite, come accadde negli USA . 

d) allo stato attuale manca una copertura “Etica “all’operazione. Negli USA il TARP fu accompagnato anche da una campagna di sostegno alle famiglie che non riuscivano a pagare le rate del mutuo. Un modo molto intelligente e socialmente molto accettabile per rendere più “Sicuri” i mutui subprime. In Italia non si è ancora sentito parlare di una iniziativa simile, neppure da lontano.

 

Insomma , come sempre sinora, questo richiamo ai TARP sembrano parole in libertà. Vedremo cosa ci porterà il futuro. Speriamo che il tutto non si riveli l’ennesima corazzata Kotionkin

 

 


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