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Striscioni esposti dai disoccupati davanti al muncipio a Napoli in una foto del 30 novembre 2012. ANSA / CIRO FUSCO

Striscioni esposti dai disoccupati davanti al muncipio a Napoli in una foto del 30 novembre 2012. ANSA / CIRO FUSCO

(Ovvero, come nascondere le cifre reali sulla disoccupazione mediante la creazione della sottoccupazione di massa e con la legittimazione del lavoro nero.)

La disoccupazione certificata in Germania è del 6,5%, sarà vero, o siamo ai soliti trucchi contabili?

Sappiamo che nei Paesi avanzati occidentali la media degli occupati totali in base alla popolazione complessiva varia grossomodo dal 40 al 45%;
facendo un conto approssimativo basato su queste cifre ne consegue che:
negli USA avremmo una variabile tra 128 e 145 milioni di occupati su 320 milioni di abitanti,
in Germania tra 32 e 36 su 80, in Francia da 25 a 28 su 63, in Italia da 23 a 25 su 57 e in Gran Bretagna da 24 a 27 su 60.

Il dato certo che abbiamo, stilato da un’agenzia specializzata statunitense, è relativo al monte di ore lavorative annue per Paese, per ogni singola unità lavorativa.

lavoro orario medio mondiale

 

Il lavoratore statunitense lavora mediamente 1788 ore l’anno, quello tedesco 1363, il francese 1489, l’italiano 1733 e infine il britannico 1669.
In tutti questi Paesi la settimana lavorativa, riconosciuta come standard, è di 40 ore, tranne che per la Francia dove sono 35**. In un anno i giorni lavorativi sono 240, ovvero 48 settimane per 5 giorni lavorativi. Tutti i lavoratori “standard” con contratto a tempo pieno di USA, Germania, Italia e UK dovrebbero lavorare 1920 ore l’anno, mentre i francesi 1680**.

Sulla base dei numeri UFFICIALI e CERTI che abbiamo facciamo una serie di elementari operazioni: questo ci farà capire quante ore lavora in media, giornalmente e settimanalmente, ogni singolo lavoratore di ogni singola nazione, deducendone a spanne l’incidenza dei lavoratori part-time:
USA: 1788 ore diviso 240 gg lavorativi = 7.45 ore al giorno, moltiplicato 5gg lavorativi = 37,25 con scostamento dall’orario standard del -6,66%;
Germania: 1363/240=5,68×5=28,4; scostamento del -40,1%;
Francia: 1489/240=6.2×5=31**; scostamento del -12,9%;
Italia: 1733/240=7,22×5=36,1; scostamento del -10,8%
UK: 1669/240=6,95×5=34,8; scostamento del -14,95%.

Senza essere dei geni, salta prepotentemente all’occhio la bassissima media oraria dei lavoratori tedeschi, pari a ben 11,6 ore lavorative in meno rispetto alle 40 ore settimanali standard (40-28,4=11,6) e ancor di più la percentuale (-40,1%!!!) di scostamento dallo standard delle 40 ore.

Due sono le cose: o i tedeschi sono venusiani con otto braccia e quattro gambe, in grado di produrre il doppio lavorando la metà oppure … oppure c’è puzza di tarokken!

Non conosco i venusiani di persona ma propendo ugualmente per la seconda che ho detto poiché, già dalla prima occhiata, si vede CHIARAMENTE che in Germania il lavoro part-time inciderebbe per il 40,1%(!!!) del totale.

Questo sarà un VERO COLPO all’ORGOGLIO piddino ….

Vedo già il piddino saltare dalla sedia e gridare allo scandalo:
<MA COME????? Deve esserci un errore!! Non può essere che i pur produttivissimi lavoratori tedeschi lavorino in media SOLO 28 ore e 15 minuti la settimana! Neanche se avessero 4 braccia sarebbe possibile! È semplicemente IMPOSSIBILE! …. COME è POSSIBILE? COME è POSSIBILE? COME è POSSIBILE? COME è POSSIBILE?>

SEMPLICISSIMO:
tanto più il numero di ore che emerge si discosta da quello ufficiale (le famose 40 ore settimanali) tanto più in quel Paese si ricorre ai lavori part-time e/o ai cosiddetti mini-jobs.

Sta a vedere che la grande Germania -quella strapotenza economica che nell’immaginario collettivo avrebbe dovuto trainare l’intera €Uropa alla fine vive solo di inganni?

Sta a vedere che, dopo i maneggi contabili sull’entità reale del loro debito pubblico, dopo gli inganni contabili della Deutsche-Bank, dopo lo scandalo Siemens, dopo lo scandalo Volkswagen, taroccano stabilmente anche i dati sulla disoccupazione?

Sta a vedere che hanno trovato il modo di regolarizzare il lavoro nero, sottopagandolo ancor di più?

Sappiamo quasi tutti della “riforma” del mercato del lavoro tedesco denominata “Hartz IV” (partita nel 2003 dal governo guidato da Schröder) ma non è mai stato chiaro il numero di lavoratori coinvolti. Le cifre ufficiali parlano di un 30% dell’intera forza-lavoro ma questo studio tende a dimostrare che le cifre sono ben più importanti.

I lavoratori inquadrati sotto “Hartz IV” guadagnano mediamente da 400 a 450 €uro per 4 o 5 ore di lavoro, per 5 giorni la settimana: in pratica percepiscono €5 l’ora netti. Certamente il compenso giusto per mettere su casa e farci campare la famiglia!

Da un Paese che ha accumulato circa €2200 (DUEMILADUECENTO) miliardi di surplus commerciale mi aspettavo ben altro, quantomeno che pagasse decentemente la forza lavoro. (Dall’avvento della moneta comune ad oggi la Germania ha esportato ogni anno mediamente €150 miliardi in più di quanto ha importato, fregandosene altamente delle direttive UE e anche del buonsenso.)

Badate bene, non metto in discussione lo Stato sociale e il welfare tedesco che è ben altra cosa rispetto a quello italiano ma non bisogna MAI dimenticare che ciò che spende Berlino in assistenzialismo scaturisce sempre da quel surplus commerciale che, sotto forma di tasse, trattenute ecc. alle aziende e ai lavoratori, fa affluire nelle casse statali non pochi miliardi che stimo quantomeno in un 2% del PIL (circa 60/70 miliardi l’anno).

In definitiva non è un modello da prendere in considerazione neanche da quest’ultimo punto di vista poiché non è pensabile che tutti gli altri di UE possano avere entrate di tale entità per il semplice motivo che la creazione di quel mostruoso surplus commerciale implica che quasi tutti gli altri di UE siano in minus.

In pratica, contrariamente a quel che dice la vulgata comune, il surplus commerciale tedesco corrisponde al minus di Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Gran Bretagna messi insieme. Nelle Bilance Commerciali Bilaterali (BCB) NUSSUN Paese della UE è in credito dalla Germania: per trovare un dato negativo tedesco bisogna andare a vedere la BCB con la Cina.

Eppoi i tedeschi vengono pure a farci la morale sulla produttività e, ancor peggio, una massa di somari, economisti mestieranti e giornalisti venduti in primis, li indica da sempre come l’esempio assoluto da seguire.

Sappiamo per certo che la disoccupazione in Germania, certificata dal loro istituto di statistica IFO, è del 6,5%, ovvero circa 2 milioni di lavoratori disoccupati. Per essere magnanimo prenderò in considerazione la percentuale massima degli occupati, quella che corrisponde al 45% della popolazione complessiva, ovvero 36 milioni di lavoratori.

Adesso prestate la massima attenzione, perché quello che vi dirò ora ha dell’incredibile: Per produrre lo stesso numero di ore lavorate con esclusivo impiego di lavoratori a TEMPO PIENO “standard”, alla Germania sarebbero occorsi complessivamente 25,55 milioni di lavoratori ma è un conto troppo rigido che non terrebbe conto delle variabili occupazionali dinamiche odierne e allora, visto che oggi mi sento ancora una volta più che magnanimo, mi sono rifatto alla media oraria matematica che scaturisce tra i lavoratori statunitensi, francesi, italiani e britannici messi insieme che come risultato da 35,4 ore settimanali, ovvero 1699 ore l’anno, e che già si discosta dell’11,5% dall’orario standard di 40 ore.

Secondo questi calcoli che già includono abbondantemente lavoratori part-time e mini-jobers, avremmo che per svolgere l’intero orario lavorativo tedesco sarebbero occorsi 28,9 milioni di lavoratori di quel tipo rispetto ai 36 milioni realmente impiegati. Chiaramente, in tale caso, il numero dei disoccupati sarebbe stato pari a 7,1 milioni -ben 5 milioni in più delle cifre ufficiali- che renderebbe un totale di disoccupazione pari al 20%(!!!!!), cifra più che TRIPLICATA rispetto a quella fornita dalla IFO e anche molto, ma MOLTO, lontana dal 12% della media di disoccupazione della UE, anzi piuttosto vicina a quella degli “scansafatiche” greci e spagnoli, e addirittura il 55% in più delle <pigre cicale italiane che non vogliono fare le “riforme”>.

Come sono arrivato a quelle cifre?
Moltiplicando il numero dei lavoratori tedeschi (36 milioni) per la media di ore lavorate (1363) abbiamo il monte-ore nazionale complessivo, pari a 49,068 miliardi di ore, che ho poi diviso con le 1699 ore di cui prima (49,068 miliardi/1699=28,88milioni circa).
In definitiva, secondo questi calcoli, anche se piuttosto approssimativi per difetto, l’incidenza dei lavori part-time classici e dei mini-jobs supera il 60% dell’intera forza-lavoro tedesca!!!! (NB: per la legislazione tedesca qualsiasi lavoro sia sotto alle 8 ore giornaliere viene classificato part-time.)

Avete capito bene: meno del 40% dei lavoratori tedeschi fa 40 o più ore lavorative per settimana.

Come si può pretendere che un popolo di sottoccupati seriali come quello tedesco possa spendere qualcosa più del necessario che sia in grado di far salire l’inflazione?

IN TALI CONDIZIONI NON POTRANNO MAI RIUSCIRVI. MAI!!!
Vorrei tornare a parlarvi dell’inflazione e di come i tedeschi siano riusciti a tenerla bassa durante le due crisi petrolifere allo scopo di tenere alto il valore del Marco e salvaguardare il capitale … ma penso che a questo punto lo immaginiate: ebbene si, hanno SEMPRE fatto pagare il conto alla classe lavoratrice negando gli aumenti salariali che avrebbero fatto recuperare loro il potere d’acquisto perso, facendo di conseguenza salire l’inflazione.
Non mi sono affatto meravigliato quando un recente studio ha dimostrato che l’indice di “povertà relativa” tedesco sta crescendo velocemente: il motivo è ESATTAMENTE questo: buona parte della classe lavoratrice tedesca NON partecipa in ALCUN MODO ai lauti guadagni delle aziende in cui lavora. Dall’ingresso dell’€uro i salariati tedeschi, a parità di potere d’acquisto, percepiscono paghe inferiori: i loro aumenti salariali sono stati inferiori del 7% rispetto all’inflazione di periodo.

Eppure, quello tedesco è il modello che si prende ad esempio, e sapete perché?

Fa comodo alla finanza -perché l’inflazione resterà bassissima per sempre e il denaro non si svaluterà-, fa comodo alla grande industria -perché pagheranno di meno e lucreranno di più- e infine fa comodo ai politici, servi obbedienti dei primi e dei secondi, -perché strombazzeranno ai 4 venti che, grazie alle loro “riforme”, hanno fatto abbassare la disoccupazione-.

Piddino, adesso sai per certo che i tedeschi producono anche meno di te: redimiti!

PS: se pensate che gli occupati tedeschi siano di più di quel 45% da me indicato, divertitevi a fare i miei stessi conti: sarà una sorpresona da togliere il fiato.

Roberto Nardella


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