Difesa

Taiwan alza lo sguardo: in partenza il suo satellite “spia”, quasi tutto fatto in casa

Taiwan lancia FS-8A, il primo di 8 satelliti quasi interamente “made in Taiwan”. Non solo per monitorare disastri, ma un occhio vigile per la sicurezza nazionale. Ecco le sue capacità e perché è una mossa strategica fondamentale.

Pubblicato

il

Mentre l’attenzione del mondo resta ipnotizzata sui semiconduttori, Taiwan compie un altro, silenzioso ma significativo, passo verso la propria autonomia strategica. Martedì è partito dal quartier generale dell’Agenzia Spaziale di Taiwan (TASA) a Hsinchu il primo satellite della costellazione FORMOSAT-8. Destinazione: la California, da dove verrà lanciato a novembre con un razzo Falcon 9 di SpaceX.

Non si tratta di un satellite qualsiasi. È il primo di una costellazione di otto satelliti da osservazione ottica, un progetto che segna una pietra miliare per l’industria aerospaziale dell’isola. Come ha sottolineato il presidente Lai Ching-te, è “un momento fondamentale per la tecnologia spaziale di Taiwan”. E il motivo è semplice: il satellite, nome in codice FS-8A, non è stato semplicemente comprato a catalogo. L’84% dei suoi componenti chiave è stato progettato, sviluppato e prodotto domesticamente. Un piccolo dettaglio che, in geopolitica, fa tutta la differenza del mondo.

Formosat-8 prima della partenza

Cosa farà la costellazione FORMOSAT-8?

Una volta che tutti gli otto satelliti saranno operativi (l’obiettivo è il 2031), formeranno una rete in orbita eliosincrona a circa 561 km di altitudine. Questa “collana” di occhi elettronici passerà sopra Taiwan ben tre volte al giorno. Le capacità tecniche sono di tutto rispetto: il sistema è in grado di identificare oggetti sulla superficie terrestre con una risoluzione di circa 70 centimetri.

Gli scopi ufficiali sono, come sempre in questi casi, impeccabili e condivisibili:

  • Gestione dei disastri: Le immagini ad alta risoluzione permetteranno di monitorare i cambiamenti della vegetazione, stimare i danni da frane o inondazioni e coordinare meglio i soccorsi. Un’applicazione di pubblica utilità, finanziata con denaro pubblico per un ritorno pubblico.
  • Collaborazione globale: Le immagini verranno condivise con i paesi amici nell’ambito del programma “Sentinel Asia”, rafforzando i legami diplomatici e la cooperazione scientifica nella regione Asia-Pacifico.
  • Sicurezza Nazionale: Ed ecco il punto che, al di là dei proclami, interessa di più a Taipei. Il direttore generale della TASA, Wu Jong-shinn, non ha usato mezzi termini, definendo questo ruolo “di fondamentale importanza”. Le immagini satellitari, se analizzate con cura, si trasformano in “una gamma di informazioni di intelligence per salvaguardare la nazione”.

In un mondo ideale, FS-8A (soprannominato “satellite Chi Po-lin” in onore di un celebre documentarista taiwanese) osserverà le foreste e le coste. In quello reale, i suoi occhi saranno puntati anche e soprattutto altrove, a monitorare movimenti e attività che potrebbero minacciare la sicurezza dell’isola.

Questo progetto dimostra, ancora una volta, come la sovranità nel XXI secolo non si misuri solo con eserciti e PIL, ma con la capacità di sviluppare e controllare tecnologie critiche. Taiwan riesce a fare quello che i Paesi Europei non riescono a fare: una costellazione dual use di sicurezza a controllo.

Taiwan, la “fabbrica di chip” del mondo, sta chiaramente diversificando il suo portafoglio di competenze strategiche, costruendosi un’indipendenza che va dalla microelettronica fino allo spazio. Un piccolo passo per un satellite, un grande balzo per l’autonomia di Taipei.

Il simbolo di Formosat-8

Domande e Risposte per i lettori

1) Perché Taiwan investe così tanto in un programma spaziale proprio, invece di comprare servizi satellitari da altri?

L’investimento in un programma spaziale nazionale è una mossa strategica con duplice valore. In primo luogo, garantisce a Taiwan un controllo totale e incondizionato sui dati raccolti. In scenari di crisi o di conflitto, non dovrebbe dipendere dalla disponibilità o dalla volontà di nazioni terze per ottenere informazioni di intelligence cruciali. In secondo luogo, stimola lo sviluppo di un’industria high-tech avanzata interna, creando posti di lavoro qualificati, know-how e un indotto tecnologico che va oltre il settore spaziale, rafforzando l’economia e la competitività del Paese a livello globale.

2) Che differenza c’è tra questo satellite e il suo predecessore, FORMOSAT-5?

FORMOSAT-8 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto a FORMOSAT-5, lanciato nel 2017. La differenza principale non è solo nel singolo satellite, ma nel concetto: FORMOSAT-8 è una costellazione di otto satelliti. Questo permette una frequenza di sorveglianza molto più elevata (passaggi multipli al giorno sulla stessa area), garantendo dati più aggiornati. Inoltre, la risoluzione delle immagini è stata migliorata, permettendo di distinguere dettagli più piccoli al suolo. Infine, la percentuale di componentistica “made in Taiwan” è un segnale di maturità industriale e di minore dipendenza da fornitori esteri.

3) Questa mossa potrebbe essere vista come una provocazione dalla Cina?

Qualsiasi iniziativa di Taiwan volta a rafforzare la propria autonomia militare, tecnologica o diplomatica viene osservata con attenzione da Pechino. Lo sviluppo di una costellazione di satelliti da osservazione con chiare implicazioni per la sicurezza nazionale rientra in questa categoria. Sebbene Taiwan presenti il progetto principalmente per scopi civili e scientifici, la sua capacità dual-use (civile e militare) è evidente. Pechino potrebbe interpretarlo come un ulteriore passo di Taipei verso un rafforzamento delle proprie capacità difensive e di intelligence, ma è un rischio calcolato che Taiwan ritiene necessario correre per la propria sicurezza.

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento

Annulla risposta

Exit mobile version