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Svolta sull’Autismo: scoperta una “centralina” nel cervello che, se regolata, inverte i sintomi
Uno studio rivoluzionario della Stanford Medicine ha individuato nel nucleo reticolare talamico iperattivo una delle cause chiave dei disturbi dello spettro autistico. La sperimentazione ha dimostrato che calmando quest’area è possibile invertire i sintomi, aprendo la via a terapie farmacologiche mirate.

Una ricerca rivoluzionaria della Stanford Medicine potrebbe aver identificato una delle cause neurologiche alla base dei disturbi dello spettro autistico, aprendo la strada a nuove e promettenti terapie. Gli scienziati hanno scoperto che un’eccessiva attività in una specifica area del cervello sembra essere la causa scatenante di molti comportamenti associati all’autismo.
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Advances, offre una nuova speranza per il trattamento della condizione.
La “Centralina” del cervello sotto controllo
Il team di ricerca si è concentrato su una struttura cerebrale chiamata nucleo reticolare talamico. Possiamo immaginarla come una sorta di “centralina” o “filtro” che gestisce il flusso di informazioni sensoriali tra due aree fondamentali del cervello: il talamo e la corteccia. Studi precedenti avevano già suggerito un legame tra queste connessioni e l’autismo, ma il ruolo preciso di questa “centralina” era rimasto un mistero.
Utilizzando un modello murino (topi geneticamente modificati per simulare l’autismo), i ricercatori hanno osservato che proprio il nucleo reticolare talamico mostrava un’attività anomala ed eccessiva. Questa iperattività si manifestava sia in risposta a stimoli esterni (come una luce o un soffio d’aria), sia durante le interazioni sociali, e causava persino crisi epilettiche spontanee.
Invertire i sintomi: i sorprendenti risultati
Qui arriva la parte più straordinaria della ricerca. Gli scienziati hanno somministrato ai topi dei farmaci sperimentali progettati per “calmare” e ridurre l’iperattività di questa specifica area cerebrale. I risultati sono stati sorprendenti: i farmaci sono riusciti a invertire i principali sintomi simili all’autismo mostrati dai topi.
Nello specifico, sono stati osservati miglioramenti su:
- Suscettibilità alle convulsioni
- Eccessiva sensibilità agli stimoli
- Iperattività motoria
- Comportamenti ripetitivi
- Mancanza di interazione sociale
Per avere un’ulteriore prova, i ricercatori hanno fatto anche l’esperimento opposto: attivando artificialmente in modo eccessivo il nucleo reticolare talamico in topi sani, sono riusciti a indurre in loro gli stessi comportamenti tipici dell’autismo. Quindi sembra che questa parte del talamo sia alla base di questi comportamenti.
Un legame inatteso con l’Epilessia
Un aspetto molto interessante è che i farmaci utilizzati in questo studio sono allo studio anche come potenziali trattamenti per l’epilessia. Questo rafforza l’idea che l’autismo e l’epilessia possano condividere meccanismi neurologici comuni, spiegando perché le due condizioni si presentano spesso insieme. L’epilessia, infatti, è molto più comune nelle persone con autismo (circa il 30%) rispetto alla popolazione generale (1%).
Questa ricerca, quindi, non solo fa luce sui meccanismi cerebrali dell’autismo, ma identifica nel nucleo reticolare talamico un nuovo e promettente bersaglio terapeutico, aprendo la strada allo sviluppo di farmaci mirati per trattare i sintomi principali del disturbo dello spettro autistico. Una speranza in più per tantissime famiglie.

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