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Svolta a Bruxelles: Weber apre al voto con la Destra (a certe condizioni). Un avvertimento ai Socialisti?

Manfred Weber (PPE) rompe il tabù: possibili voti congiunti con la destra su immigrazione ed economia. Ecco le tre condizioni poste dal leader popolare che fanno tremare la sinistra UE.

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Manfred Weber, il “dominus” del Partito Popolare Europeo (PPE), sembra finalmente essersi reso conto della realtà politica del continente. In una mossa che potrebbe ridisegnare gli equilibri di Strasburgo e di Bruxelles, il leader dei conservatori europei ha dichiarato di non escludere future votazioni congiunte con i partiti alla sua destra, sebbene ponendo paletti precisi.

In un’intervista concessa al Funke Media Group, il politico della CSU ha lanciato un messaggio chiaro, che suona come una sveglia per gli attuali alleati della “maggioranza Ursula”: il PPE non si farà tenere in ostaggio dalla sinistra.

Il pragmatismo batte l’ideologia?

“Non permetteremo a nessuno di impedirci di fermare l’immigrazione clandestina e di garantire la nostra prosperità”, ha tuonato Weber. Il riferimento è cristallino: se i Socialdemocratici o i Verdi dovessero bloccare testi di compromesso già concordati su temi vitali come l’economia o la sicurezza, il PPE cercherà i numeri altrove.

Weber cita esplicitamente la legge sulla catena di fornitura (Supply Chain Act), una normativa che impone obblighi gravosi alle aziende per monitorare i diritti umani presso i fornitori. Già lo scorso novembre, il PPE era riuscito a “annacquare” il testo proprio grazie ai voti della destra e dell’estrema destra, scatenando l’ira dei progressisti tedeschi. Ma per chi ha a cuore la competitività industriale europea, quella mossa è stata vista come un necessario ritorno al realismo.

Le tre condizioni per la cooperazione

Tuttavia, Weber ci tiene a precisare che il “cordone sanitario” (o firewall) non è stato del tutto smantellato, ma reso selettivo. Non ci sarà una cooperazione strutturale con chiunque, ma un approccio basato sui temi. Il leader del PPE ha individuato tre pilastri imprescindibili per qualsiasi convergenza in aula:

  • Atteggiamento Pro-Europa: Accettazione dell’integrazione europea.
  • Sostegno all’Ucraina: Chiara posizione atlantista e contro l’aggressione russa.
  • Rispetto dello Stato di diritto: Adesione ai principi democratici fondamentali.

“Sappiamo chi sono i nostri nemici”, ha ribadito Weber riferendosi all’AfD, definita longa manus di Putin, ma questo non impedisce di dialogare con altre forze conservatrici che rispettano i tre criteri sopra citati (ECR e i Patrioti). Comunque sul tema nulla vieta poi a ESN di accodarsi, anche non richiesto da PPE. La Politica è una cosa strana.

L’ira dei Verdi e il nuovo scenario

La reazione non si è fatta attendere. I Verdi, tramite Erik Marquardt, hanno subito invocato l’intervento del Cancelliere tedesco Friedrich Merz, chiedendo di garantire che non vi sia alcuna cooperazione con l’estrema destra. Un appello che appare quasi disperato di fronte ai numeri: a metà dicembre, il Parlamento UE ha già votato a maggioranza “di destra” per facilitare l’esternalizzazione delle procedure di asilo, permettendo l’espulsione dei migranti verso paesi terzi sicuri. Non si capisce perché Merz dovrebbe fare un piacere ai Verdi, che in Germania sono all’opposizione e con una CDU/CSU che è già in subbuglio per l’atteggiamento troppo moderato del Cancelliere.

Commissione in crisi?

Queste parole suonano come un allarme rosso per l’attuale Commissione, dove il peso delle politiche socialiste e ultra-green è stato finora fortissimo. Forse, con cinque anni di ritardo e innumerevoli sconfitte elettorali, il PPE inizia a comprendere che le sue posizioni naturali — difesa dell’impresa, controllo dei confini e sicurezza — sono molto più vicine a quelle dei conservatori e degli identitari piuttosto che a quelle di una sinistra sempre più ideologica. Meglio tardi che mai.


Domande e risposte

Perché Weber apre ai voti della destra proprio ora? Weber risponde a una necessità pragmatica ed elettorale. Il PPE si rende conto che su temi cruciali come l’immigrazione e la competitività industriale, le posizioni dei Socialisti e dei Verdi sono frenanti. Cercare voti a destra permette di far passare provvedimenti più vicini alla base elettorale conservatrice e di non rimanere ostaggio degli alleati di sinistra nella “maggioranza Ursula”, specialmente in un periodo di crisi economica.

Quali sono le condizioni per questa collaborazione? Non si tratta di un “liberi tutti”. Weber ha tracciato tre linee rosse invalicabili per qualsiasi cooperazione organizzata: le forze politiche devono essere pro-Europa (quindi non puntare alla dissoluzione dell’UE), pro-Ucraina (contro l’espansionismo russo) e pro-Stato di diritto. Questo esclude partiti considerati eversivi come l’AfD tedesca, ma apre la porta a forze conservatrici più moderate e istituzionali (come l’ECR).

Cosa cambia per la gestione dei migranti? Molto. La recente votazione per esternalizzare le procedure di asilo dimostra che esiste già una maggioranza alternativa in Parlamento su questo tema. L’apertura di Weber consolida la possibilità di adottare politiche migratorie più restrittive, come l’espulsione verso paesi terzi, superando l’opposizione della sinistra che ha dominato l’approccio umanitario negli anni precedenti. È un segnale che l’Europa potrebbe blindare i propri confini con maggiore decisione.

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