Euro crisis
LA SVALUTAZIONE MIGLIORA LA BILANCIA COMMERCIALE DELL’UNGHERIA E SOSTIENE GLI INVESTIMENTI IN CAPITALE FISSO LORDO: IL PARALLELO CON LA MISERA ITALIETTA
Ma che peccato, quest’Ungheria la cui economia crolla miseramente, pensate, una contrazione di ben il 18% del tasso di crescita del Pil! Ed ecco che subito gli amanti della moneta forte, quelli che desiderano andarsene in vacanza a Parigi senza dover cambiare la valuta in banca il giorno prima, avranno da che godere: LA MONETA SOVRANA E LA STAMPA A MANETTA NON FUNZIONANO.
Me misero, me tapino! Non solo abito in un paese dove manca questo tipo di materia prima (che invece in Ungheria abbonda):
ma debbo pure sorbettarmi un PIL MAGGIORE DEL 3% NONOSTANTE UN CALO DEL MEDESIMO DEL 18%!
Ovviamente, al suo premier,
un bella mano l’ha data la svalutazione, in un 2014 in cui tutto il mondo arretra, consentendo di attenuare un peggioramento dei conti:
Dalla svalutazione è arrivata una bella spinta alla Current Account (che ha consentito di migliorare considerevolmente)!
Passare dallo 0,8% al 3% del Pil significa un miglioramento di ben il 275%!
E, come accadeva una volta per l’Italia, dalla svalutazione e dal conseguente miglioramento della current account, deriva una bella DOMANDA AGGREGATA che si autoalimenta. In che senso? Si autoalimenta perché getta le basi perché gli industriali effettuino i tanto auspicati INVESTIMENTI PRODUTTIVI, guardate:
Se ora noi mettiamo a confronto questo grafico con quello relativo all’Italia la reazione che ad ognuno verrà è una sola: PIANGERE!
A questo siamo condannati da un partito di cialtroni che nel lontano 1982 ha preferito i comodi posti di lavoro per i figli della nomenklatura (posti in banca) in luogo dei sani posti di produzione in quelle fabbriche che, gloriosamente, hanno contribuito a costruire questa nazione.
Maurizio Gustinicchi
Economia5Stelle
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