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SURREAL MADRID

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Quanto sta accadendo in Spagna è surreale. Per decifrare gli eventi di un Paese  dove  lo Stato centrale manda gli

sbirri a spegnere i bollenti spiriti indipendentisti di Barcellona con il plauso della Commissione Europea  può giovare

un esercizio di fantasia. Immaginiamo che, in Inghilterra, la Regina Elisabetta vada via di testa perché un ragazzino

della corte, nei giardini di palazzo, si ostina a giocare a fare il re con una ciotola di carta come corona, un mestolo di

latta a mo’ di spada e un manico di scopa per cavallo. Se The Queen spedisse un plotone di guardie col colbacco in

pelle d’orso ad arrestare il monello per frenarne le ambizioni, l’intero Regno Unito si scompiscerebbe dal ridere.

Ecco, i fatti attuali di Spagna non si scostano poi di molto da questo aneddoto inventato. Le pretese dei catalani

fanno sorridere come il gioco puerile di cui sopra così come le isteriche reazioni di Rajoy somigliano agli strepiti di

una regina impazzita. E la ragione è presto detta. A Madrid non c’è più uno Stato centrale effettivo  né un governo

sovrano titolare di una supremazia credibile sul proprio territorio. Nella penisola iberica (Portogallo compreso),

come in tutta l’area euro (Italia compresa, ovviamente) non ci sono più Stati autentici, nel senso giuridicamente

proprio e tradizionale del termine, ma simulacri di Stati. Tocco su tocco, da Maastricht a Lisbona, le cupole

sovranazionali hanno loro scippato due prerogative chiave di qualsiasi potere-politico-indipendente: la cassa del

tesoro e l’imperio della legge. La prima, detta anche banca nazionale, si è disciolta (grazie all’acido del SEBC, il

Sistema Europeo delle Banche Centrali) nell’intestino crasso della BCE. Il secondo è esercitato solo ‘per procura’ dal

parlamento spagnolo degradato a diligente scrivano di altrui decisioni (sotto specie di regolamenti e direttive)

concepite a Bruxelles. Dunque, è patetica la pretesa catalana di rivendicare l’indipendenza nei confronti di un

sedicente stato che l’indipendenza l’ha persa da un pezzo. Ed è ridicola la reazione spagnola nel suo sforzo geloso di

preservare una corona che non c’è più. La Spagna non è regina di sé stessa più di quanto lo sia Elisabetta  in quel di

Londra. E la Catalogna lotta per un mestolo di latta. A meno che… A meno che l’intendimento dei separatisti non sia

quello di una contestuale emancipazione nei confronti di Bruxelles. Il che non risulta. Vogliono solo evadere da

Alcatraz per poi ritrovarsi a San Quintino.  In ogni caso, non ci riusciranno perché la UE non può permetterselo e,

infatti, si è schierata senza se e senza ma con Madrid come tutta la Grande Stampa, i media generalisti e

l’intellighenzia europea: la UE per ovvie e comprensibili ragioni di realpolitik  (chiunque detenga il vero potere

detesta i ribelli); tutti gli altri per la nota e servile condiscendenza di un cane fedele nei confronti dell’inflessibile

padrone.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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