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Sulla Diciotti ha ragione Salvini

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Senza polemiche, per carità. Voglio porre una questione. Apprendiamo che quattro delle persone che si trovavano a bordo della Diciotti sono stati individuati come “scafisti”. Tra le ipotesi di reato, quella di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Ora, vista la campagna degli ultimi giorni a favore dello sbarco dei migranti presenti a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera, e vista anche l’iniziativa del pm di Agrigento Luigi Patronaggio nei confronti del ministro Salvini, sorge spontanea una domanda: i migranti a bordo della Diciotti erano clandestini o no? Perché, come da provvedimento della magistratura, se c’è chi ne ha “favorito l’immigrazione clandestina”, se ne deduce che i suddetti migranti erano “clandestini”. Dico questo senza polemiche, ripeto, ma a me sembra un’evidente contraddizione, soprattutto in capo alla magistratura. Perché se ci può stare un’iniziativa politica, mediatica e di cittadini a favore dello sbarco dei migranti della Diciotti, seppure quindi a favore di un reato (secondo l’ipotesi della magistratura che indaga i quattro presuniti scafisti), non ci può stare un così evidente conflitto in seno alla magistratura stessa. E questo conflitto, badate bene, si è verificato in questi anni all’arrivo di ogni barcone o al salvataggio di ogni bagnarola di poveracci più o meno legittimamente richiedenti asilo o semplici migranti economici, laddove sono stati individuati degli “scafisti” e gli stessi sono stati perseguiti. L’immigrazione, in ogni Paese del mondo, o è regolare, attraverso i normali canali previsti dalla legge, o è irregolare, quindi clandestina. L’ipocrita via di mezzo all’italiana scelta fino ad oggi, e che ancora si tenta di proporre, ha prodotto i disastri e l’odio ai quali stiamo assistendo in queste settimane.

Carlo Alberto Morosetti


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