Economia
Stellantis lancia Leapmotors nella UE: sta facendo entrare un cavallo di Troia?
Al Salone dell’auto di parigi Leapmotors è parte dello stand Stellantis. Questo grazie a una Joint BVenture 51% 49%. La casa franco americana pensa di sfruttare i costi e le tecnologie cinesi, ma il rischio è che sia il contrario e che, alla fine, Stellantis stia cannibailizzando i propri marchi
I visitatori del Salone dell’Auto di Parigi, in programma dal 14 al 20 ottobre a Porte de Versailles a Parigi, ha visto un quindicesimo marchio esposto nello stand Stellantis, accanto a Alfa Romeo, Opel e Peugeut: la cinese Leapmotors.
Come gli altri espositori cinesi, Leapmotor è qui per restare. A riprova di ciò, i dirigenti della joint venture tra Stellantis (51%) e il gruppo cinese (49%), logicamente denominata Leapmotor International, stanno mettendo a punto un piano ben oliato per aumentare la produzione industriale in Europa nei prossimi anni.
Così Stellantis, che si pensa più abile degli altri, vuole fare da cavallo di Troia alle case cinesi sul mercato europeo.
“Un ”tour de force
“Abbiamo fatto quello che avevamo promesso: un anno dopo la firma dell’accordo da parte di Carlos Tavares e Jiangming Zhu (CEO di Leapmotor), stiamo presentando il marchio al pubblico al Salone dell’Auto di Parigi e due modelli sono in vendita ”, afferma un orgoglioso Grégoire Olivier, l’uomo dietro alla presenza Stellantis a Parigi:” Questo mese è tutto pronto e funzionante: è un grande successo”.
Omologazione dell’auto, creazione di una rete europea di 300 concessionari che già collaborano con Stellantis, creazione di un sistema di informazione adeguato, allestimento della logistica dei ricambi: i suoi team hanno lavorato duramente per portare sul mercato la city car T03 e il SUV C10 alla fine di settembre. T03 è una sorta di copia cinese della 500, un caso di cannibalizzazione dei propri prodotti:
E non è tutto. Leapmotor International ha presentato lunedì al Salone di Parigi un nuovo SUV familiare, il B10. Si tratta del primo SUV della start-up cinese progettato per i mercati internazionali. Gli altri sono stati progettati per il mercato cinese prima di essere esportati. Il B10 segna l’espansione industriale della joint venture per l’esportazione con Stellantis.
Auto in kit
Oggi, le T03 vendute in Europa vengono completate solo nello stabilimento Stellantis di Tychy, in Polonia. Si tratta di SKD, per “semi-knock down”, cioè l’assemblaggio finale di grandi unità prodotte in Cina. Le auto arrivano in kit di circa 300 pezzi singoli. Il valore aggiunto europeo rimane quindi basso.
Leapmotor International vuole fare di più e raggiungere il 40% del valore creato in Europa. La cifra non è scelta a caso: è la soglia fissata negli accordi con il Regno Unito al momento della Brexit.
Questo obiettivo viene perseguito per il nuovo B10 presentato a Parigi, la cui produzione in Europa dovrebbe iniziare nel 2026. Solo questo fornirà i volumi necessari a giustificare l’investimento in una nuova linea di assemblaggio e la creazione di una catena di fornitura locale dedicata.
La scelta di uno stabilimento europeo
Innanzitutto, produrremo in Europa i componenti più grandi – e quindi più complicati da trasportare – come i pannelli degli strumenti e i paraurti”, spiega Grégoire Olivier. Poi realizzeremo le parti più importanti, come il motore elettrico sviluppato da Leapmotor”.
Non è ancora noto quale sito europeo ospiterà il nuovo impianto di produzione. Grégoire Olivier e Jiangming Zhu avrebbero dovuto visitare gli impianti proposti dopo il Salone dell’Auto di Parigi. Per Stellantis, questa è un’opportunità per accogliere una nuova fonte di volumi per riempire le sue linee di produzione sottoutilizzate. Si era parlato di Mirafiori, ma Stellantis sinora ha fatto produrre l’auto cinese in Polonia, per cui la fiducia su questa affermazione è tutta da creare.
Localizzare il 40% del valore in Europa potrebbe aumentare il costo di produzione di un’auto di 2.500 euro, hanno riferito gli analisti di Jefferies prima dell’estate. Ciò sembrerebbe comunque economicamente più vantaggioso rispetto all’esportazione dalla Cina, visti gli aumenti dei dazi doganali europei.
Sinergie future
La collaborazione tra il colosso e la start-up cinese non si fermerà qui. “Abbiamo un team che lavora su sinergie e partnership future”, spiega Grégoire Olivier. Motori elettrici, software, tecniche di batterie utilizzate come telai: Leapmotor possiede tecnologie che sono di grande interesse per il management di Stellantis.
“Le auto degli altri marchi di Stellantis devono beneficiare delle migliori tecnologie elettriche del mondo, che sono disponibili in Cina, dove i veicoli elettrici sono venduti allo stesso prezzo dei veicoli a combustione interna”, continua l’uomo che ha guidato Sagem negli anni 2000. Il T03, ad esempio, parte da 9.000 euro e il B10 da 17.000 euro, per cui T03 si pone din diretta concorrenza con la Fiat Panda, mentre la B10 spiazza tutti i marchi Stellantis di fascia media.
Una politica che nasce per contrastare la posizione che sta acquisendo in Europa la renault con il marchio Dacia, anch’esso con grande componentistica cinese, ma il rischio è quello di spiazzare e cannibalizzare, con una joint venture che comunque è per il 49% cinese, quelli che sono marchi completamente di Stellantis: perché devo comprare una Peugeut 2008 che costa 25 mila euro?
“Questo darà a Leapmotor un notevole effetto volume – Stellantis è ancora 20 volte più grande”, dice Grégoire Olivier. “Stiamo lavorando con loro per trovare i componenti da sviluppare insieme e abbiamo già preso le prime decisioni”. Quali decisioni? A giugno, gli analisti di Jefferies hanno notato che Leapmotor stava già fornendo componenti per l’illuminazione e che i pacchi batteria sarebbero seguiti.
Questo dovrebbe mettere ulteriore pressione ai fornitori e ai partner di Stellantis, anzi sembra costruita ad arte per far calare i prezzi di subfornitura spingendoli furoi mercato. In primavera, i dirigenti di Leapmotor hanno dichiarato agli analisti finanziari che hanno incontrato che potrebbero vendere il loro motore elettrico al loro partner occidentale, per sostituire quelli prodotti, in particolare in Francia, dalla joint venture tra il gruppo americano-francese-italiano e la giapponese Nidec. Tutta una parte di componentistica può esser acquisita dalla Leapmotors. Una strategia che nel breve termine può assicurare un calo dei prezzi di fornitura, ma che nel medio distrugge la stessa base produttiva dell’azienda.
Che succederà un domani quando Leapmotors vorrà commercializzare senza l’aiuto di Stellantis, avendo già acquisito una uqota di mercato?
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