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Economia

Starmer nel panico: commissaria la gestione dell’economia per salvarsi dal crollo

Il governo Labour in caduta libera. Starmer toglie le leve dell’economia al Cancelliere Reeves e accentra il potere a Downing Street. Un rimpasto che è un terremoto politico e un pericoloso precedente storico.

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Il governo di Sir Keir Starmer è in una tempesta perfetta. Con i sondaggi in caduta libera che vedono il Labour costantemente superato dal Reform UK di Nigel Farage, una crisi migratoria con sbarchi record attraverso la Manica e un’economia che non decolla, il Primo Ministro ha deciso di giocare quella che sembra la carta della disperazione: un’accentramento totale della politica economica al numero 10 di Downing Street. Una mossa che suona come un vero e proprio commissariamento del suo Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, e che rivela tutta la fragilità di un’amministrazione che annaspa.

La notizia, passata quasi come un semplice rimpasto, è in realtà un terremoto politico. Starmer ha chiamato a sé una squadra di economisti di alto profilo, svuotando di fatto il Tesoro delle sue menti migliori per creare una cabina di regia economica personale. La figura chiave di questa operazione è Darren Jones, fino a ieri Segretario Capo del Tesoro e quindi braccio destro di Reeves. Jones è stato promosso a un nuovo ruolo di “Segretario Capo del Primo Ministro“, con il compito esplicito di supervisionare l’attuazione dell’agenda di governo. Un trasferimento che è una palese dichiarazione di sfiducia nei confronti del Cancelliere.

Ma non è solo. Ad affiancarlo arrivano nomi pesantissimi: la Baronessa Shafik, ex funzionaria della Banca d’Inghilterra descritta da Downing Street come “un’economista di fama mondiale”, e Dan York Smith, un veterano con due decenni di esperienza al Tesoro. Starmer sta costruendo una fortezza economica all’interno del suo ufficio, un chiaro segnale che non intende più delegare le decisioni cruciali in un momento così critico. L’obiettivo è andare “più lontano e più velocemente nel guidare la crescita economica”, ma la realtà è che il Premier sta cercando di tappare le falle di una nave che imbarca acqua da tutte le parti.

Le ragioni di questa mossa drastica sono evidenti. Il governo Starmer ha collezionato una serie di fallimenti e imbarazzanti inversioni a U proprio in campo economico. La decisione di Reeves di eliminare il “winter fuel payment” universale (un sussidio per le bollette invernali) è stata ridimensionata dopo le proteste, mentre un ambizioso pacchetto di riforme del welfare è stato quasi completamente abbandonato. Queste marce indietro, unite a una crescita che non arriva e a un’inflazione in ripresa, hanno fatto suonare l’allarme. Fonti interne al governo avevano già messo in dubbio, nei mesi scorsi, il reale coinvolgimento di Starmer nelle prime, cruciali decisioni economiche. Ora, il Premier ha deciso di prendere il timone con la forza.

Questa dinamica non è nuova nella politica britannica e i precedenti storici sono tutt’altro che rassicuranti. La tensione tra il Primo Ministro e il suo Cancelliere è un classico. Tony Blair cercò a lungo di arginare il potere di Gordon Brown, arrivando a considerare di spostarlo agli Esteri, ma la loro relazione si deteriorò irrimediabilmente. Ancor più drammatico fu lo scontro tra Margaret Thatcher e il suo Cancelliere Nigel Lawson. L’insistenza della “Lady di Ferro” nel mantenere Alan Walters come suo consigliere economico personale portò alle dimissioni di Lawson nel 1989, un evento che accelerò la caduta della stessa Thatcher l’anno successivo. Starmer sta giocando con il fuoco, creando una dualità di potere che potrebbe avere conseguenze esplosive.

Il quadro è ulteriormente aggravato dal caos che regna a Downing Street, con un’emorragia di personale di alto livello. Negli ultimi mesi hanno lasciato i loro ruoli la capo di gabinetto Lady Gray, il direttore delle comunicazioni Matthew Doyle e la segretaria privata principale Nin Pandit. Un viavai continuo che dipinge l’immagine di un centro di potere disfunzionale e incapace di trovare stabilità. Intantoi Farage veleggia sopra il 30% nei sondaggi:

Risultati ultimo sondaggio elettorale, Regno Unito, da Europe Elects

La mossa di Starmer, quindi, non è un’azione di forza, ma un sintomo di profonda debolezza. Di fronte a un autunno che si preannuncia durissimo, con un Bilancio che richiederà probabilmente pesanti aumenti delle tasse, il Premier ha scelto di blindarsi, circondandosi di fedelissimi e tecnici. Ma accentrando il potere, si assume anche la piena responsabilità di un eventuale fallimento.

Il commissariamento di Rachel Reeves potrebbe placare le ansie del Primo Ministro nel breve termine, ma rischia di innescare una guerra interna proprio nel momento in cui il governo avrebbe più bisogno di unità. La prima vera prova di questo nuovo, teso equilibrio sarà il discorso di Starmer alla conferenza annuale del partito a Liverpool: sarà l’occasione per mostrare una leadership rinnovata o per confermare l’immagine di un capitano in preda al panico.

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