Seguici su

Conti pubblici

La UE ha un buco di bilancio? Nessun problema: tassa su benzina e riscaldamento per tutti. Come un governo italiano qualsiasi.

L’UE valuta una tassa “green” su benzina e riscaldamento per coprire i suoi buchi di bilancio. Scopri la stangata che rischia di far esplodere le bollette e scatenare la protesta dei cittadini.

Pubblicato

il

Bruxelles, la geniale soluzione per tappare le voragini del proprio bilancio non è molto diversa da quella di un qualunque governo italiano a corto di idee: mettere le mani nelle tasche dei cittadini attraverso le accise sui carburanti.

Una nuova tassa sul carbonio, prevista per benzina e riscaldamento domestico, potrebbe essere dirottata per finanziare le spese dell’Unione Europea, scatenando una prevedibile e durissima controversia. La notizia è riportata dal Financial Times

L’Unione Europea, a corto di fondi, sta pensando di usare la sua arma più affilata: la tassazione “green”. Una nuova imposta sulle emissioni di CO2 per caldaie, piccole imprese e automobili, che dovrebbe entrare in vigore nel 2027, è stata individuata come la soluzione perfetta per riempire le casse del bilancio comunitario, proprio un anno prima dell’avvio del nuovo bilancio pluriennale.

Secondo tre fonti a conoscenza dei colloqui, alcuni funzionari della Commissione Europea hanno avanzato l’idea di prelevare una parte significativa dei fondi raccolti da questa nuova “carbon tax” per coprire i buchi nel bilancio generale dell’UE. In pratica, una tassa nata con scopi ambientali si trasformerebbe nell’ennesima imposta per finanziare la burocrazia e le crescenti spese di Bruxelles. Oppure scomparirebbe la scusa del Green e, finalmente, si rivelerebbe la faccia vera della UE: quella spendacciona e sprecona, affamata di soldi.

L’idea, tuttavia, sta incontrando una feroce opposizione non solo da parte degli Stati membri, ma anche all’interno della stessa Commissione. Il timore è che una mossa del genere alimenti il risentimento anti-UE, fornendo un’arma potentissima ai partiti di destra e scettici sul clima. Del resto lo smascheramento sarebbe evidente.

“È un’idea assolutamente tossica,” ha dichiarato senza mezzi termini un alto funzionario dell’UE.

Questa tassa, proposta nel 2021 sull’onda del massimo fervore “verde” a Bruxelles, funzionerebbe come un sistema di permessi “cap-and-trade”, simile all’attuale schema ETS per l’industria pesante. I fornitori di carburante dovrebbero acquistare i permessi per inquinare, scaricandone inevitabilmente i costi sui consumatori finali. Un sistema quindi non solo costoso, ma complesso e che darebbe adito a speculazioni. Almeno le accise nazionali hanno il vantaggio di essere semplici e livellatrici.

Banconote in Euro

Alla fine è solo una sporca questione di soldisce

Secondo le stime di BloombergNEF, la misura potrebbe generare entrate fino a 705 miliardi di euro tra il 2027 e il 2035. Una cifra colossale, ottenuta però a caro prezzo per i cittadini: si prevede un aumento del prezzo del carbonio fino a 149 euro a tonnellata nel 2030, che potrebbe far lievitare le bollette del riscaldamento domestico fino al 41%.

Per addolcire la pillola, l’UE ha introdotto un “Fondo Sociale per il Clima” da 86,7 miliardi di euro, che userebbe parte di queste entrate per finanziare l’isolamento termico delle case o migliorare i trasporti a basse emissioni. Una mossa che suona più come una concessione per placare le masse che come una vera soluzione. Una presa in giro: si prende il 41% e si restituisce il 5%, una truffa in perfetto stile di Bruxellels.

Diversi Stati membri, memori delle proteste dei gilets jaunes che paralizzarono la Francia nel 2018, chiedono di ritardare o rivedere la tassa. Prendere una parte di quei ricavi per il bilancio UE non farebbe che infiammare ulteriormente la situazione. Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha già chiesto un rinvio, mentre nazioni come Francia e Slovacchia non hanno ancora nemmeno recepito la direttiva.

La Commissione si trova in un vicolo cieco. Da un lato, deve trovare un modo per coprire un deficit annuale di 30 miliardi di euro a partire dal 2028, dovuto ai debiti del fondo pandemico e alle nuove spese per la difesa. Dall’altro, i contributori netti come Germania e Paesi Bassi non hanno alcuna intenzione di versare più soldi.

Ecco quindi che la soluzione più semplice, come sempre, è tassare ciò che tutti usano: l’energia. E poco importa se a pagare il conto saranno, ancora una volta, le famiglie e le piccole imprese europee.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento