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Stangata in Russia per Maire Tecnimont: condannata a pagare 171 miliardi di rubli a EuroChem

l tribunale di Mosca presenta il conto per l’impianto mai finito a causa delle sanzioni. Oltre 2 miliardi di dollari di risarcimento a EuroChem.

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Un tribunale russo ha deciso: il colosso italiano dell’ingegneria deve risarcire oltre 2 miliardi di dollari per l’impianto mai finito. L’industria italiana finisce stritolata tra l’incudine delle sanzioni occidentali e il martello della giustizia di Mosca.

Arriva una doccia gelata dalla Russia per Maire Tecnimont, il gioiello italiano dell’ingegneria impiantistica. Mentre in Europa si discute ancora di pacchetti sanzionatori e di “isolamento” economico di Mosca, la realtà giuridica ed economica presenta il conto, ed è un conto salatissimo.

Un tribunale russo ha infatti condannato la società italiana a pagare a EuroChem la cifra astronomica di 171 miliardi di rubli (circa 2,19 miliardi di dollari al cambio attuale). La colpa? Non aver completato la costruzione di un impianto di ammoniaca e urea a Kingisepp, nel nord-ovest della Russia. Il fatto ironico è che, pur operando principalmente in Russia e Asia Centrale, Eurochem ha sede in Svizzera nel cantone di Zug, per cui una società svizzera fa causa a una italiana in Russia.

La cronaca di un disastro annunciato

La vicenda è l’esempio da manuale di come la Realpolitik e l’economia reale spesso facciano a pugni, lasciando le aziende sul campo a raccogliere i cocci. Ecco i fatti in sintesi:

  • Giugno 2020: EuroChem firma contratti con Tecnimont (e la sua sussidiaria russa) per un impianto “chiavi in mano”. Tutto sembra andare per il meglio.

  • 2022: Scoppia il conflitto, arrivano le sanzioni occidentali. Tecnimont sospende i lavori. Per l’azienda italiana è causa di forza maggiore; per i russi è inadempienza contrattuale.

  • Agosto 2022: EuroChem, stanca di aspettare, rescinde il contratto.

  • Novembre 2025: La sentenza russa accoglie le richieste di EuroChem, parlando di un “passo importante verso il ripristino della giustizia”.

I numeri della condanna

Per dare un’idea della magnitudo dello scontro, ecco un riepilogo delle cifre in gioco:

VoceDettaglio
Richiesta Iniziale EuroChem202,7 miliardi di rubli
Cifra Accordata dal Giudice171 miliardi di rubli ($2,19 mld)
Oggetto del ContendereImpianto Urea/Ammoniaca a Kingisepp
Motivazione TecnicaMancato completamento dei lavori

Il cortocircuito: Londra assolve, Mosca condanna

Qui la faccenda si fa interessante per chi segue le dinamiche economiche globali. Solo pochi mesi fa, a luglio 2025, l’Alta Corte di Londra aveva dato ragione alle banche e a Tecnimont sulla questione delle garanzie (bond), stabilendo che le sanzioni impedivano i pagamenti a EuroChem.

Oggi però Mosca risponde con la sua legge. Se in Occidente Tecnimont è “protetta” dallo scudo delle sanzioni, in Russia è considerata semplicemente una parte inadempiente che ha lasciato un cantiere a metà.

Maire SpA, nella sua relazione annuale 2024, aveva citato la “crisi geopolitica” come causa bloccante per l’acquisto e il trasporto dei materiali. Una giustificazione che, evidentemente, ai giudici russi non è bastata.

L’analisi: tra economia e burocrazia

Cosa ci insegna questa storia?

  1. L’asimmetria delle sanzioni: Le aziende europee sono obbligate a fermarsi dai propri governi, ma restano legalmente esposte nei paesi sanzionati. È un vicolo cieco strategico.

  2. Il futuro del business: Anche se Maire Tecnimont non pagasse un rublo (cosa probabile nell’immediato, vista la rottura dei canali finanziari), questa sentenza è una pietra tombale su qualsiasi futuro ritorno del gruppo in Russia.

  3. L’ironia della sorte: EuroChem dichiara di voler usare questi fondi (o l’impianto, se mai lo finiranno) per “ripristinare la giustizia”. In pratica, le sanzioni nate per indebolire l’economia russa rischiano di trasformarsi in un trasferimento forzoso di asset o crediti a favore delle aziende russe.

Non è chiaro se e come questa somma potrà mai essere riscossa, ma una cosa è certa: i bilanci delle aziende, a differenza della retorica politica, non dimenticano le cifre. E 2 miliardi di dollari sono una cifra che pesa.

Torri Maire Tecnimont

Domande e risposte

Maire Tecnimont dovrà pagare subito questi 2 miliardi di dollari?

È altamente improbabile che il pagamento avvenga nell’immediato. Data la rottura totale dei rapporti bancari e finanziari tra Russia e Occidente, e le sanzioni in vigore, non ci sono canali “normali” per eseguire la sentenza. Tuttavia, la condanna potrebbe portare al sequestro di eventuali asset residui di Tecnimont ancora presenti sul suolo russo o creare problemi legali in giurisdizioni “amiche” della Russia.

Perché Tecnimont ha interrotto i lavori se aveva un contratto?

L’interruzione non è stata una scelta commerciale, ma una conseguenza diretta delle sanzioni occidentali imposte nel 2022. Queste restrizioni hanno reso impossibile l’acquisto, il trasporto di materiali tecnologici e la gestione finanziaria del progetto. Per la legge occidentale è “forza maggiore”, ma per il tribunale russo l’azienda non ha rispettato gli obblighi di consegna dell’impianto.

Ci sono speranze di risolvere la questione tramite arbitrato internazionale?

Esiste un procedimento parallelo presso la Corte Internazionale di Arbitrato, attivo dal 2022. Tuttavia, la sentenza del tribunale russo crea un precedente pesante. Anche se l’arbitrato internazionale dovesse dare ragione a Tecnimont, la Russia potrebbe ignorare tale verdetto, privilegiando la propria sentenza nazionale. Di fatto, si è creato uno scisma giuridico parallelo a quello geopolitico.

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