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Spinelli e Pistole: L’amministrazione Trump chiede alla Corte Suprema USA di poter limitare il diritto alle armi in un caso particolare

La Corte Suprema USA valuta se chi fuma marijuana (anche legalmente negli stati) perda il diritto costituzionale alle armi, mettendo in discussione una legge federale dopo la storica sentenza del 2022.

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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha appena aggiunto un altro caso esplosivo al suo calendario, uno di quelli che tocca i nervi scoperti della società americana: armi da fuoco e marijuana. I giudici hanno annunciato lunedì che valuteranno se sia costituzionale vietare ai consumatori abituali di cannabis (anche detta pot) di possedere armi.

La questione è l’ultimo, inevitabile sviluppo della storica sentenza Bruen del 2022, con cui la stessa Corte (a maggioranza conservatrice) ha enormemente ampliato i diritti del Secondo Emendamento, stabilendo che qualsiasi restrizione sulle armi deve avere un solido fondamento nella “storia e tradizione” della nazione.

Il cortocircuito legale

Il caso (Stati Uniti v. Hemani) arriva dal Texas. Il Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Trump ha chiesto ai giudici di ribaltare una sentenza della Corte d’Appello del 5° Circuito (considerata molto conservatrice) che aveva, di fatto, annullato la legge federale.

Questa legge vieta il possesso di armi a chiunque sia un “utilizzatore illegale” di qualsiasi sostanza controllata. Il paradosso è evidente:

  1. Leggi Statali: Circa la metà degli stati americani ha legalizzato la marijuana per uso ricreativo.
  2. Leggi Federali: A livello federale, la marijuana rimane completamente illegale (alla pari di droghe ben più pesanti).

Di conseguenza, milioni di americani che fumano legalmente secondo la legge del loro stato sono automaticamente felon (criminali federali) se possiedono un’arma.

Il Caso Hemani e l’ironia della difesa

Il caso riguarda Ali Danial Hemani, un uomo del Texas incriminato per possesso d’arma mentre ammetteva di essere un consumatore regolare di marijuana. I suoi avvocati hanno ottenuto l’archiviazione in appello.

I giudici del 5° Circuito hanno applicato alla lettera il “test” Bruen del 2022: siccome nel 1791 (anno di ratifica del Secondo Emendamento) non esistevano leggi che vietassero le armi ai consumatori di droga (o ai “bevitori” sobri), l’attuale divieto federale è incostituzionale.

L’amministrazione repubblicana, sebbene paladina del Secondo Emendamento, si trova ora nella posizione (apparentemente ironica) di dover chiedere alla Corte Suprema di limitare il diritto alle armi. Gli avvocati del governo sostengono che il divieto è una “restrizione giustificabile” per la sicurezza pubblica, equiparando i consumatori di droga ai “pazzi” o ai “criminali” che storicamente potevano essere disarmati. Probabilmente molta della discussione sarà sugli effetti permamenti o di lungo termine dell’uso della Marijuana.

La Corte dovrà decidere, probabilmente entro l’estate del 2026, se i Padri Fondatori avrebbero considerato un fumatore di cannabis (che vive in uno stato dove è legale) troppo pericoloso per possedere un moschetto, dal momento che un bevitore sobrio avrebbe potuto averlo. Un bell’enigma giuridico e storico, con implicazioni pratiche enormi.

Domande e Risposte sul Testo

1. Perché la Corte Suprema sta riesaminando le leggi sulle armi così spesso? A causa della loro stessa decisione del 2022 (NYSRPA v. Bruen). Quella sentenza ha imposto un nuovo e rigido standard: una legge sulle armi è valida solo se simile a una restrizione esistente nel periodo della fondazione degli Stati Uniti (tardo 1700). Questo “test storico” ha reso vulnerabili centinaia di leggi moderne (come i divieti per violenza domestica, o, in questo caso, per uso di droga), costringendo le corti inferiori a invalidarle e obbligando la Corte Suprema a intervenire di nuovo per chiarire i limiti della sua stessa dottrina.

2. Qual è la posizione dell’amministrazione Trump su questo caso? È una posizione tecnicamente complessa. L’amministrazione è nota per il forte sostegno al Secondo Emendamento. Tuttavia, in questo caso, il suo Dipartimento di Giustizia (DOJ) sta difendendo la legge federale che vieta le armi ai consumatori di droga. Il DOJ sostiene che questi individui rappresentano un rischio per la sicurezza pubblica e che il divieto rientra nelle eccezioni storicamente permesse. In sintesi, l’ala “legge e ordine” dell’amministrazione sta prevalendo sulla linea “libertaria” del diritto alle armi, creando un’apparente contraddizione politica.

3. Cosa succede se la Corte Suprema dà ragione ad Hemani (e al 5° Circuito)? Se la Corte confermasse l’incostituzionalità del divieto federale, milioni di consumatori di marijuana (negli stati in cui è legale) potrebbero legalmente acquistare e possedere armi da fuoco. Invaliderebbe una legge federale chiave usata da decenni per perseguire penalmente migliaia di persone. Tuttavia, la Corte d’Appello ha lasciato aperta una porta: ha suggerito che un divieto potrebbe essere costituzionale se applicato solo a chi è attualmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti mentre è armato, una distinzione molto difficile da applicare nella pratica.

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