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Spie cinesi a Westminster? Processo archiviato e governo Starmer nella tempesta. Un pasticcio molto britannico

Il governo Starmer al centro di un nuovo scandalo: avrebbe favorito lo spionaggio cinese dimenticando un’importante dichiarazione

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Un classico giallo all’inglese, che però rischia di trasformarsi in un colossale imbarazzo diplomatico e politico per il Regno Unito. La vicenda è quella di Christopher Cash, ex ricercatore parlamentare, e Christopher Berry, entrambi accusati di spionaggio per conto della Cina. Un caso che sembrava destinato a fare scalpore e che invece è imploso su se stesso a poche settimane dal processo, lasciando il governo laburista di Keir Starmer a gestire una patata bollente di dimensioni notevoli.

Cosa è successo?

Ad aprile 2024, Cash e Berry erano stati formalmente incriminati sulla base dell’Official Secrets Act, la severissima legge britannica sui segreti di Stato. L’accusa era pesante: aver raccolto e fornito, tra il dicembre 2021 e il febbraio 2023, informazioni “pregiudizievoli per la sicurezza e gli interessi dello Stato” a favore di Pechino. Entrambi gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti.

Poi, a settembre, il colpo di scena: la Procura della Corona (CPS), l’equivalente della nostra Procura della Repubblica, ha ritirato tutte le accuse. Un’inversione a U che ha immediatamente innescato una tempesta politica.

Il collasso del processo: un cavillo o una scelta politica?

La spiegazione ufficiale, fornita dal capo stesso del CPS, Stephen Parkinson, è tanto tecnica quanto politicamente esplosiva. Il caso sarebbe crollato per la mancata ottenimento di una prova chiave da parte del governo: una dichiarazione formale che definisse la Cina come una “minaccia alla sicurezza nazionale” nel periodo in cui i presunti reati sarebbero stati commessi.

Secondo Parkinson, un precedente legale stabilito in un altro caso di spionaggio rendeva questa “etichetta” indispensabile per procedere. Nonostante mesi di richieste, il governo non avrebbe fornito testimonianze sufficienti a soddisfare tale soglia. Una spiegazione che, tuttavia, non convince tutti gli esperti legali, alcuni dei quali ritengono che la Procura avrebbe potuto procedere ugualmente.

Lo scaricabarile politico: Chi è il responsabile?

Qui la vicenda assume i contorni di una farsa politica, con un classico rimpallo di responsabilità tra maggioranza e opposizione.

  • La difesa del Governo Labour: Downing Street nega ogni interferenza, affermando che la decisione è stata puramente tecnica e presa in autonomia dal CPS. Il Primo Ministro Starmer ha cercato di spostare l’attenzione sul precedente governo Conservatore, in carica durante il periodo dei presunti reati, sostenendo che all’epoca i Tories non avevano mai designato formalmente la Cina come una “minaccia”. In pratica: “la colpa è della loro ambiguità passata”.
  • L’accusa dei Conservatori: L’attuale leader Tory, Kemi Badenoch, ha respinto con forza questa tesi, accusando il governo Starmer di aver deliberatamente affossato il processo perché “il Primo Ministro vuole ingraziarsi Pechino”. I Conservatori suggeriscono che il governo abbia rifiutato di fornire le prove necessarie per non compromettere la ricerca di legami commerciali più stretti con la Cina, una delle priorità economiche dei Laburisti. I sospetti si concentrano su figure chiave come il consigliere per la sicurezza nazionale Jonathan Powell, noto per le sue posizioni più dialoganti con Pechino.

Il governo nega categoricamente, affermando che il funzionario che ha fornito le testimonianze, il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matthew Collins, ha agito in totale autonomia e che le sue dichiarazioni non sono “sostanzialmente cambiate” tra il governo Tory e quello Labour.

Oltre la Manica: le implicazioni geopolitiche e il rischio di una crisi con gli USA

Il vero nodo della questione, però, non è solo interno. La gestione di questo scandalo rischia di creare una crepa nei rapporti con l’alleato più importante: gli Stati Uniti. Mentre Washington persegue con decisione una politica di decoupling (sganciamento) economico e strategico dalla Cina, il governo laburista britannico è stato percepito come più incline a cercare un accomodamento con Pechino per ragioni economiche. Molti hanno notato che Trump ha trattato Starmer con grande freddezza al vertice di Sharm el Sheik, addirittura mandandolo indietro.

L’impressione che il Regno Unito possa aver sacrificato un caso di sicurezza nazionale sull’altare degli scambi commerciali è un segnale pessimo per Washington. In un’alleanza come i “Five Eyes” (USA, UK, Canada, Australia, Nuova Zelanda), basata sulla massima fiducia e condivisione di intelligence, la percezione di un anello debole o inaffidabile può avere conseguenze gravissime. Questo pasticcio, nato nelle aule di tribunale di Londra, rischia di avere eco fino al Dipartimento di Stato e alla CIA, mettendo in discussione l’affidabilità di un partner storico nella sfida globale con la Cina.

 

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché il processo è stato archiviato se c’erano delle prove contro gli accusati? Il processo è stato archiviato non per mancanza di prove dirette sulle azioni degli imputati, ma per un requisito legale che la Procura ha ritenuto fondamentale. Per sostenere l’accusa, era necessaria una testimonianza ufficiale del governo che definisse la Cina come una “minaccia alla sicurezza nazionale” nel periodo specifico dei fatti (2021-2023). Secondo la Procura, il governo non ha fornito questa specifica qualificazione in modo sufficientemente robusto, rendendo l’impianto accusatorio legalmente fragile e portando al ritiro delle accuse prima ancora di arrivare in aula.

2) Il governo britannico attuale è davvero “amico” della Cina? Definirlo “amico” è forse eccessivo, ma la linea del governo laburista di Starmer è orientata a un “pragmatismo economico”. Figure di spicco come la Cancelliera Rachel Reeves hanno promosso la necessità di rafforzare i legami commerciali con Pechino per stimolare la crescita economica del Regno Unito. Questa posizione, sebbene ufficialmente bilanciata da preoccupazioni per la sicurezza nazionale, è vista dai critici come un ammorbidimento rispetto alla linea più dura dei Conservatori e, soprattutto, a quella degli Stati Uniti, creando un’apparente contraddizione tra interessi economici e di sicurezza.

3) Quali potrebbero essere le conseguenze pratiche nei rapporti con gli Stati Uniti? Le conseguenze potrebbero essere molto serie, anche se non immediate. Gli USA si aspettano un fronte compatto dagli alleati sulla Cina. Un caso del genere potrebbe portare a una minore condivisione di informazioni di intelligence sensibili con il Regno Unito, per timore che non vengano gestite con la dovuta risolutezza. A livello politico, potrebbe raffreddare i rapporti diplomatici e rendere più difficili i negoziati su questioni strategiche e commerciali. In sintesi, Washington potrebbe iniziare a considerare Londra un partner meno affidabile nella competizione strategica globale con Pechino.

E tu cosa ne pensi?

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