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Spendere cifre enormi in Armi. Ci sarà un effetto sull’economia ?

Nel momento in cui tutti i paesi parlano di spesa nelle armi, cerchiamo di capirne l’impatto sulla crescita economica, che può essere perfino negativo

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In Europa, o meglio tra i suoi politici, si respira un clima di frenesia. La minaccia di un disimpegno statunitense e il terrore, ora più concreto, di ritrovarsi i cosacchi alle porte di Berlino o Parigi, hanno scatenato a Bruxelles una vera e propria corsa agli armamenti.

Certo, se negli ultimi trent’anni si fosse portata avanti una politica di difesa seria e lungimirante, se non si fosse abolito il servizio di leva e se le forze armate non fossero state considerate una reliquia del passato, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Invece, sembra che si stia andando verso investimenti colossali nel settore della difesa, finanziati in deficit. Quali saranno le conseguenze di questi ingenti investimenti, soprattutto se paragonati ai più tradizionali investimenti infrastrutturali?

L’analisi dell’effetto moltiplicatore keynesiano ci aiuta a comprendere meglio queste differenze.

L’effetto moltiplicatore keynesiano: un principio fondamentale

La teoria keynesiana ci insegna che la spesa pubblica, in periodi di sottoutilizzo delle risorse, può avere un effetto moltiplicatore sull’economia.

Ogni euro speso dallo Stato non si limita a generare un aumento di reddito pari a un euro, ma innesca un processo a catena che amplifica l’impatto iniziale.

Questo avviene perché la spesa pubblica si traduce in redditi per imprese e individui, che a loro volta spenderanno una parte di questi redditi in consumi e investimenti, generando ulteriore domanda e reddito.

Però le spese non sono tutte uguali: alcune hanno sull’economia un effetto superiore perché genera un’utilità nel tempo. Per questo motivo è più utile utilizzare i lavoratori per costruire un ponte o una casa, piuttosto che per scavare e riempire buche: la prima attività non ha un’utilità implicita la seconda si, e la distribuirà, economicamente, nel tempo.

J. M. Keynes

Spesa militare: un moltiplicatore limitato

La spesa militare, pur essendo una forma di spesa pubblica, presenta un effetto moltiplicatore inferiore rispetto ad altre tipologie di investimento, in particolare gli investimenti infrastrutturali. Diversi studi economici concordano su questo punto, evidenziando come nel lungo periodo, la spesa militare possa persino avere un impatto negativo sulla crescita economica.

Le ragioni di questa minore efficacia sono molteplici:

  • Sottrazione di risorse a settori più produttivi: La spesa militare assorbe risorse finanziarie, capitali umani e materie prime che potrebbero essere impiegate in settori più produttivi per la crescita economica civile, come l’istruzione, la sanità, la ricerca e sviluppo e, soprattutto, le infrastrutture civili. Investire in armamenti, ad esempio, distoglie risorse dall’innovazione tecnologica e dalla creazione di competenze in ambiti civili. Bisogna dire che una parte delle spese militari può essere utilizzata in ricerca e sviluppo che può avere ricadute civili, come è accaduto con il sistema GPS, nato militare ed evoluto civile.
  • Minore creazione di posti di lavoro: Per ogni euro investito, la spesa militare tende a creare meno posti di lavoro rispetto agli investimenti in settori civili come l’istruzione, l’energia pulita o le infrastrutture. Questo è dovuto alla natura capital-intensive dell’industria militare e alla minore diffusione dei benefici economici nella società civile.
  • Impatto limitato sulla produttività civile: A differenza delle infrastrutture civili, che aumentano la produttività dell’intera economia, la spesa militare ha un impatto limitato sulla produttività dei settori civili. Strade, ponti, reti di comunicazione e sistemi di trasporto efficienti facilitano il commercio, riducono i costi di produzione e migliorano la mobilità, elementi che stimolano la crescita economica a lungo termine. La spesa militare, invece, si concentra su un settore specifico con ricadute limitate sull’economia nel suo complesso.
  • Potenziale impatto negativo sulla crescita a lungo termine: L’accumulo di spesa militare nel tempo può portare a un aumento del debito pubblico, a pressioni inflazionistiche e a un aumento della tassazione, fattori che possono frenare gli investimenti privati e i consumi, e quindi la crescita economica nel lungo periodo.

Meglio ponti o armi ?

Investimenti infrastrutturali: un motore di crescita più potente

Gli investimenti in infrastrutture civili, al contrario, rappresentano un potente motore di crescita economica. Le infrastrutture sono capitali produttivi che aumentano l’efficienza dell’intera economia. Strade moderne, ferrovie efficienti, porti e aeroporti sviluppati, reti di comunicazione avanzate e sistemi energetici affidabili sono essenziali per la competitività di un paese e per attrarre investimenti.

L’effetto moltiplicatore degli investimenti infrastrutturali è elevato perché:

  • Aumentano la produttività: Le infrastrutture riducono i costi di trasporto e produzione per le imprese, facilitano il commercio, migliorano la mobilità delle persone e delle merci, e aumentano la produttività del lavoro.
  • Creano occupazione in diversi settori: Gli investimenti infrastrutturali generano occupazione non solo nel settore delle costruzioni, ma anche in molti settori correlati, come l’ingegneria, l’architettura, la produzione di materiali, i trasporti e i servizi.
  • Stimolano l’innovazione e lo sviluppo tecnologico: La costruzione e la gestione di infrastrutture moderne spesso richiedono l’adozione di nuove tecnologie e l’innovazione nei processi produttivi, stimolando lo sviluppo tecnologico e la competitività delle imprese.
  • Migliorano la qualità della vita e il benessere sociale: Infrastrutture efficienti e moderne contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei cittadini, facilitando l’accesso ai servizi, riducendo i tempi di spostamento e migliorando l’ambiente.
  • Sono necessarie alla spesa militare efficace: come si possono muovere i carri armati senza strade, ponti e ferrovie? Come si possono costruire i carri armati, senza le acciaierie che producano le leghe necessarie alla sua costruzione? Come si possono produrre le munizioni senza l’industria chimica? Potremmo proseguire a lungo.

F 35B Marina Militare

Keynes e la spesa militare: un’analisi pragmatica

Sebbene l’analogia dello “scavare e riempire buche” non sia attribuibile direttamente a Keynes, essa coglie un aspetto del suo pensiero. Keynes riconosceva che in periodi di grave recessione economica, anche una spesa pubblica apparentemente improduttiva poteva essere preferibile all’inazione, al fine di stimolare la domanda aggregata e ridurre la disoccupazione.

Quale spesa è più improduttiva di quella militare? Con il  vantaggio di essere una spesa essere decisa con un minor coinvolgimento politico e sociale: lo stato decide che bbisogna comprare cento carri armati e li compra, con poca discussione. Se deve costruire un’autostrada, più utile, possono iniziare discussioni che durano anni, inficiando l’opera esansiva della spesa pubblica.

Tuttavia, Keynes non ha mai sostenuto la spesa militare come strumento privilegiato di politica economica. Al contrario, ha sempre enfatizzato l’importanza di indirizzare la spesa pubblica verso obiettivi socialmente utili e produttivi, come gli investimenti in infrastrutture civili, l’istruzione e la sanità.

Questi investimenti, secondo Keynes, non solo avrebbero stimolato la domanda nel breve periodo, ma avrebbero anche aumentato la capacità produttiva dell’economia nel lungo periodo, creando una crescita più sostenibile e inclusiva.

In un contesto di risorse scarse, la scelta tra spesa militare e investimenti infrastrutturali non è neutrale. Privilegiare gli investimenti infrastrutturali significa puntare su una crescita economica più solida, duratura e diffusa, in grado di generare benefici per l’intera società nel lungo periodo.

Senza considerare che poi la spesa pubblica negli armamenti in senso stretto, essendo meno sottoposta al controllo politico e sociale, può essere distorta in modo più semplice dal potere politico verso finalità ancora più improduttive, inutili se non dannose. La storia è piena di corazzate inutili, chiamate gli “Alberghi galleggianti“, e di aerei in grado di “Produrre vedove“.

La spesa militare, pur potendo avere un effetto stimolante nel breve termine, presenta un moltiplicatore inferiore e può sottrarre risorse preziose a investimenti più produttivi per il futuro


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