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Euro crisis

Il degrado italico che dovete aspettarvi, non è peggio – anzi – di molti paesi europei. Ad es. la Spagna

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Io vivo fortunatamente fuori dell’EU. Nel senso che ormai questa EUropa è diventata violenta. Violenta non solo nei termini in cui si confronta con i propri concittadini votanti, ad esempio: il non far votare la cittadinanza o anche il non rispettare il loro volere emerso dalle urne non raccogliendone la protesta significa anche e soprattutto gettare il seme fascista ovvero la sopraffazione dell’individuo. Se poi voi pensate che questo comporti solo problemi formali e/o politici vi sbagliate di grosso. E purtroppo chi scrive, tutto intento a sfuggire ad una ipotetica deriva italica, ha dovuto pagare dazio non dove se lo sarebbe aspettato e comunque non dove credeva di dover sperimentare il primo degrado.
Infatti – lo ammetto – ho famiglia straniera e dunque sono uso a spendermi tra la mia residenza estera e la terra madre della mia famiglia (Spagnola), in Italia spendo pochissimi giorni all’anno. Il caso è che, forse per un disguido o forse per un furto, non so, sono stato vittima di uno smarrimento di beni personali (…). Il vero problema non sta lì, in quanto la sorpresa è stata il trattamento ricevuto dalla polizia locale (e mi parlano di mafia italiana…). Alle rimostranze su una mia personale perdita di beni personali in un locale pubblico ho ottenuto inizialmente una scherno, in seconda battuta direttamente minacce. Andato a lamentarmi con una pattuglia di polizia lo scherno è stato moltiplicato in quanto non è stata dimostrata alcuna intenzione di intervenire, anzi (…). Parlo della cattolicissima Spagna. Capite anche la Catalogna che, più ricca, vuole scappare dal degrado

Questo, razionalmente, non deve stupire. La Spagna sta vivendo un degrado epocale molto maggiore di quello italico. Si, avete capito: mentre gli italiani si stanno a loro modo lentamente ma progressivamente ribellando al degrado della propria gente non accettando di diventare poveri in un paese che è stato ricco per secoli (non parlo del degrado della politica, che da sempre è considerata “malata” dagli italiani), al contrario Madrid ha accettato la deflazione salariale, di fatto una forma di riduzione in schiavitù della gran parte della popolazione costretta a sopravvivere con meno di 1000 euro al mese di stipendio pagato soprattutto ai giovani. Parlo di un paese in apparenza costituito da un nocciolo duro occupazionale fatto di camerieri (a servire i turisti del nord) ed impiegati statali, dove la disoccupazione al 17% e quella giovanile viaggia attorno al 40% (ma in aree del sud supera anche il 50%).
In questo contesto la Spagna è forse uno dei paesi intrinsecamente più difficili dell’EU: i costi sono europei soprattutto in estate per colpa dell’afflusso dei turisti mentre resta sostanzialmente povera in termini di distribuzione della ricchezza. Ossia in tale contesto la pericolosità sociale di vivere in tale ambiente non è assolutamente irrilevante, anzi, vista la tanta gente che ha pochissimo o nulla da perdere nel rispettare le leggi. Tradotto: il degrado sociale in un paese con deflazione salariale, scarsa occupazione, bassi stipendi oltre che mancata considerazione della protesta emersa dalle urne per definizione tende alla violenza, in varie forme. Contro il conventional wisdom l’Italia resta uno dei posti più sicuri dell’EU, molto più sicura della Spagna dove  la popolazione è circa il 20% più bassa, osa in termine in relativi Madrid è davvero pericolosa! Fonte Eurostat (forse è anche per questo che la inondano con migranti senza legge…)

Va anche ricordato che la pena di chi lascia il proprio paese per emigrare deriva dal fatto di doversi inserire in un contesto che non è il proprio, sebbene il rischio maggiore derivi soprattutto dal fatto che il degrado sociale di un sistema non possa essere scollegato dal livello di mancato rispetto dei diritti della cittadinanza. Da lì a non poter far difendere i propri diritti dalle forze pubbliche è normale conseguenza.
Col tempo si arriva anche al Venezuela.

Va anche precisato come il barlume di crescita spagnolo si sia determinato grazie ad un costante sforamento dei parametri di deficit ben oltre i limiti di Maastricht (3%). Ossia, appena si tornerà a detti limiti l’economia da bassi stipendi spagnola si sgonfierà come un palloncino. Idem la Francia (ma tanto sappiamo ormai che i limiti di deficit sono validi solo lì applica l’Italia…)

Dunque, va detto, non sputate sull’Italia: è molto più democratico ed etico non accettare il degrado della deflazione salariale – ossia le conseguenze che esso comporta – piuttosto che fare la fine della Spagna, in cui si è accettato di avere neofeudatari all’orizzonte a spese della stragrande maggioranza destinata a subire (non a caso la penisola iberica è stato uno degli ultimi luoghi ad abbandonare il latifondo, senza mai cancellarlo veramente vista la persistenza di un’influente nobiltà terriera).

Anche questa volta se l’Italia civile che rifiuta il proprio degrado cade, significa che opporre resistenza al declino è inutile. E rifiutare il degrado significa anche montare una protesta più o meno organizzata, come quanto si sta cercando di fare su questo sito, non per soldi ma per principio. Anche perché degrado significa diventare violenti. Adesso ne ho le prove.
La Spagna ormai è andata, l’Italia non ancora.

MD

 


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