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Spacciatori in mare

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Dalla lettera del ministro olandese a Salvini, si evincono le seguenti cose:

1. che la capitana NON ha mai chiesto di sbarcare in Olanda, contrariamente alla narrativa della Sea Watch, della Linardi e di tutti loro. Quindi hanno mentito.

E infatti la ministra dell’Interno olandese scrive a Salvini:

La capitana avrebbe anche potuto scegliere un porto di approdo per la Sea-Watch 3 in Olanda. Contrariamente a quanto da Lei affermato nella Sua lettera, la capitana non ha mai fatto richiesta di sbarcare in Olanda.

2. L’assunto che “avrebbe potuto scegliere un porto di approdo in Olanda” fa a cazzotti con le frasi successive in cui la ministra olandese ribadisce la scelta dell’Olanda di non partecipare più ai programmi di sbarco.

Le domande sorgono spontanee: ne ha mai accettati di sbarchi diretti? E poi quali sono questi programmi di sbarchi?

3.  E infatti l’Olanda, ipocritamente, non considera che la responsabilità dello Stato di bandiera,  comporti anche il doverre di accoglierne il “carico”:

La responsabilità di individuare un porto sicuro spetta innanzitutto al capitano, dopo aver coordinato le sue mosse con le autorità di ricerca e soccorso della zona. In virtù delle responsabilità sancite dalla legge internazionale, lo Stato di bandiera può assistere la nave nella ricerca di un porto sicuro. Il governo olandese ribadisce ancora una volta che ciò non comporta l’obbligo, per lo Stato di bandiera, di accogliere le persone tratte in salvo.

Ma anche questa affermazione contraddice il parere di una esperta in diritto internazionale della navigazione, la Bulgherini che in una trasmissione di Tagadà del 29 gennaio scorso aveva dichiarato:
“A chi fanno riferimento i migranti che si trovano su una nave? Laddove non c’è giurisdizione di nessuno Stato, ovvero nelle acque internazionali, vale solo la legge della bandiera. Quindi, chi sale sulla nave nelle acque internazionali è sottoposto all’ordinamento giuridico del Paese dove la nave è registrata”.
(Fatto Quotidiano 29 gennaio 2019)
4. Pertanto l’Olanda, considerando che la bandiera non comporti l’obbligo di accogliere i migranti – da chiarire dal punto di vista diplomatico – ha deciso di non accettare più nessun migrante delle ONG, reputando ipocritamente  la Tunisia un porto sicuro, mentre ci è stato spiegato sempre dalla stessa Sea Watch – da verificare – che la Tunisia respinge i migranti in Libia, non considerato un porto sicuro – tutto da verificare.

Infine, secondo l’Olanda, assumersi le responsabilità di bandiera significa reperire il porto sicuro in Mediteranno, ivi compreso in Italia, cosa che ha ripetutamente fatto nel passato.

Ciò significa una cosa sola: che l’Olanda ci “scarica” i migranti, poiché


(…) nel caso di migranti  non aventi diritto a protezione internazionale, il ricollocamento rappresenta uno spreco di risorse e di denaro pubblico, e pertanto va evitato a ogni costo.

Infine per la ministra, chi non ha diritto a protezione umanitaria, nel nostro caso oltre il 90% dei migranti, dovrebbe essere individuato in alto mare e rispedito, negandogli l’accesso allo spazio Schengen.
Pertanto, dietro le parole ambiguamente solidali nei confronti dell’Italia permane la volontà di scaricare “nel Mediterraneo” il problema migratorio con eventualmente un programma di ricollocamento unicamente per i rifugiati visto che per potere coordinare a livello europeo le azioni in materia di migrazioni, scrive,

 

(…) occorre lavorare insieme per riformare il sistema di accoglienza e d’immigrazione dell’Unione europea, sulla base di principi di solidarietà e responsabilità. Per far ciò, occorre trovare una soluzione strutturale per gli sbarchi nel Mediterraneo, nel rispetto delle direttive del Consiglio europeo del giugno 2018.

Ciò significa che si esclude a priori qualsiasi soluzione di sbarco dei migranti nei porti nordeuropei o diversi da quelli mediterranei che poi chissà perché sono sempre quelli italiani. Urge chiarirne il n on detto. 

Alla luce di quanto sopra, e avendo riferito che l’Olanda ha emanato una normativa non meglio definita di condizioni più stringenti e severe per l’operatività delle ONG come la Sea Watch, che quest’ultima ha impugnato davanti ai tribunali e che dovrebbe entrare in vigore a partire da  ferragosto, la domanda che sorge spontanea è: visto che l’Olanda ha emanato una normativa più severa, come mai nessuno le ha fatto le pulci definendola “fascista” “razzista” o “xenofoba” come fanno con il governo italiano? E visto che la ONG è di bandiera olandese, come mai l’Olanda non pensa a togliere loro la licenza e o la bandiera? Infine, visto che la normativa più severa non è ancora entrata in vigore, come mai l’Olanda si permette di rifiutare semplicemente lo sbarco, senza che nessuno batta ciglio?

Una nave che batte bandiera olandese, con equipaggio tedesco che trasporta clandestini e o migranti che scappano dalla Francia (Françafrique) ha voluto in tutti i modi e a tutti i costi farli sbarcare in Italia, per l’ennesima volta, violando persino la sentenza contraria della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, oltre alle nostre leggi e ai nostri confini, e rischiando di ferire o di provocare danni a una imbarcazione della Guardia di Finanza nostra.

Gli spacciatori di carne umana, dopo giorni in cui avrebbero potuto tranquillamente sbarcare in Germania, sono monotematici: la capitana TEDESCA di una ONG OLANDESE è voluta sbarcare in EUROPA naturalmente in un porto ITALIANO. E tutti in Europa trovano normale continuare ad accusare l’Italia e a ricattarla.

In altre parole tutti i paesi possono rifiutare i clandestini, tranne se lo fa l’Italia,  allora succede un pandemonio !

Troppe cose non dette in questo ripetersi di un abuso nei confronti dell’Italia, ad esempio come mai la Spagna non sarebbe un’opzione, essendo un paese beneficiario netto dai fondi UE contrariamente all’Italia che è contribuente netto e che per l'”accoglienza” avrà ricevuto si e no un miliardo dall’UE sui 10 miliardi che spende ogni anno ?

Chi non tratta quelle persone come umani è il neoliberismo nordeuropeo che ci è imposto da decenni, per sostituire quell’economia mista, che incarnava nell’IRI il suo massimo splendore, motore del miracolo all’italiana, e che ha dato fastidio a quelle stesse classi che adesso ci danno del razzista e o del fascista perché non vogliamo più clandestini sul nostro territorio, e che non tollerano statalismo e redistribuzione di ricchezza al popolo quando si tratta di Italia. Chi non tratta quelle persone come umani è il sistema predatorio della Françafrique, che le fa scappare per povertà e iniqua distribuzione delle ricchezze  saccheggiate dalla sua elite in combutta con qualche multinazionale e banca d’affari. Una situazione che forma un humus fertile per organizzare quella tratta di umani dall’Africa all’Europa,  travestita da carità, e di cui certe famiglie ed enti di paesi come la Francia e l’Olanda, hanno l’abitudine almeno da 4 secoli. Famiglie che controllano le eredi delle ex compagnie delle Indie, delle banche ex coloniali e della potenza marittima.

LE ECONOMIE LEGATE ALLA FRANCIA

Del resto nell’appello all’Italia di quel migrante camerunese, fatto in  francese, proveniente da un paese del franco CFA, mi ha colpito la qualità del video, una qualità professionale, con materiale altamente professionale, che stride totalmente con la situazione di malessere, urgenza e difficoltà che l’equipaggio descriveva continuamente.

Dal punto di vista retorico, ci spacciano “salvataggio in mare” per “accoglienza”, “accoglienza” per “mantenimento clandestini”, e “clandestini” per “rifugiati”, questi spacciatori di schiavi che spacciano per umani i quali sono non integrabili, a meno appunto di non sbatterli – finita la finzione dello status di rifugiati a nostre spese – in schiavitù, per poi venirci a dire: certi lavori gli italiani non li vogliono fare!

Scusate se resistiamo alla schiavitù eh!

Pertanto adesso bisogna andare fino in fondo delle responsabilità sia dell’Olanda, paese di bandiera, sia della Germania, paese di origine della capitana dal suo paese protetta e tutelata – che ne sta richiedendo la liberazione – sia della Francia, da cui scappano i migranti economici, quelli che poi non avranno diritto allo status di rifugiato perché scappano “solo”, scusate se è poco, dalla depredazione di multinazionali, banche ed enti pubblici francesi che assieme ai loro complici del Benelux e tedeschi saccheggiano l’Africa da secoli.

Politici italiani premiati dalla Francia

E bisogna andare anche fino in fondo delle responsabilità italiane desecretando i fumosi accordi del PD di “flessibilità” in cambio di “toto migranti clandestini”: dove sono i testi, quali sono i termini, cosa è passato sotto banco?

Che la magistratura indaghi su questi invece che su Salvini !

!Nforcheri  1/7/2019


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