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Cultura

SOVRANITA’ MONETARIA E DUELLI TELEVISIVI (L’uso distorto dell’informazione economica: Allam contro Gumpel a Omnibus LA7)

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Questa mattina, domenica 1 dicembre 2013, intento nei preparativi per recarmi al lavoro (urca direte voi, ma come? Un italiano che lavora di domenica? Ma gli italiani non sono vagabondi e poco produttivi?) Si, per pagare le tasse alla corrotta casta a alla sua compagna cricca sono costretto a lavorare anche il sabato e la domenica! Pure ieri ed oggi, in condizioni fisiche disastrate.

Ma torniamo a questa mattina, a mentre mi preparavo psicologicamente e professionalmente alla lunga giornata lavorativa. Accendo in sottofondo la TV, metto come al solito o Agorà o Omnibus e, dato che è domenica e quelli della RAI fanno festa (che fannulloni direbbero alcuni), convergo sul privato, Omnibus di LA7. Con mia grande sorpresa assisto ad duello in salsa western italo-tedesco tra il John Wayne de “noaltri”,

wayne

 

Magdi Cristiano Allam (e il suo proverbiale sorriso da uomo sicuro di quel che pensa e dice), e lo Yul Brinner robot del mitico film “Il mondo dei Robot” di Michael Crichton:

westworld

 

Udo Gumpel (l’uomo il cui sorrisetto ogni volta che lo vedo mi rammenta quello della mitica severa Frau Blucher):

frau blucher

 

Il duello era relativo alla più o meno giustificata crescita di posizioni antieuro, politiche (F.I. ed altri), populiste. Piccolo inciso, durante la trasmissione la solita proiezione da sondaggio stima in 15 milioni gli italiani assolutamente antieuro, persone che avvertono la crisi e che, non trattandosi di minorenni, sono tutti potenziali elettori che da qui in avanti cresceranno:

a –con il salire dell’informazione elettorale;

b – con l’avvitamento dell’economia legato alle maggiori tasse che saranno messe da qui in avanti decretando la fine delle ultime aziende PMI ancora rimaste in piedi.

Quello che intendo portare alla vostra attenzione è che in queste trasmissioni si fa largo ricorso all’astuzia per trarre in inganno le masse. La disinformazione raggiunge livelli impressionanti senza che alcun conduttore vi ponga rimedio. Questa volta, purtroppo, neanche il buon Magdi Cristiano Allam è riuscito a controbattere adeguatamente.

Dunque, il primo dei fatti è il seguente.

Mentre Magdi Allam fa notare che l’Italia con la lira aveva:

– una maggior coesione sociale;

– un’economia migliore;

– un futuro davanti più roseo per molte più famiglie,

con l’euro tutte le condizioni sono peggiorate. Da qui, la sua critica all’euro.

Ma a questo punto cosa ribatte il buon Gumper?

Il giornalista tedesco, che conosce bene l’Italia meglio di tutti noi che la viviamo sulla nostra pelle ogni giorno, segnala che nel 1974 l’italia, senza più un solo dollaro tra le proprie riserve aurifere, fu costretta a chiedere un prestito alla Germania di 2 miliardi ($) telefonando nottetempo al Cancelliere di allora.

Questo è un punto a favore del buon Gumpel.

E’ infatti noto che nel 1974 il governatore di Bankitalia Guido Carli e l’allora Premier Mariano Rumor costituirono un pegno sulle riserve d’oro come garanzia per un prestito di 2 miliardi. L’accordo fu preceduto da una decisione dell’aprile ‘74 a Zeist (Olanda) in cui i ministri del tesoro e i governatori delle Banche centrali della comunità europea rivalutarono le riserve delle banche centrali contabilizzate al di sotto dei valori di mercato (($42,22 contro $158). Le trattative relative ad un prestitino misero misero durarono un’intera estate con l’opinione pubblica tedesca contraria alla concessione di aiuti ad uno Stato non virtuoso. Anche allora in cambio chiedevano un progresso politico “meritevole” del sacrificio delle riserve monetarie tedesche, altrimenti destinate a inutili consumi degli spreconi sudisti (Tito Sansa, “Colombo e Carli a Bonn per trattare un prestito”, 20 agosto 1974, Fonte: Archivio Storico La Stampa)”

Bene, facciamo notare noi oggi che SE quello che accadde, da un lato, era questo:

–          spese per welfare 1970 = il 38% del Pil; 1973 = il 43% del Pil;

–          Cassa per il Mezzogiorno ricevette un’ulteriore incremento di budget passando dai 28.1 miliardi del 1968 ai 33.5 del 1973;

 

dall’altro avvenne anche quest’altro:

–          l’autunno del 1973 i paese dell’Opec aumentarono il prezzo del petrolio del 70 per cento e ne diminuirono l’esportazione del dieci per cento.

–          turbolenze finanziarie e monetarie, dovute all’uscita dal sistema di Bretton Woods e dalla fluttuazione delle varie monete nazionali (con conseguente forte aumento dei tassi di interesse).

 

“Shock petrolifero” e rottura di Bretton Woods! Il mondo cambiò proprio 5-6 mesi prima dell’accordo di Zeist!

Capito egregio Professor Gumpel?

Il discorso prosegue e si arriva al punto in cui Allam sostiene che l’italia prima dell’euro stava meglio e dopo l’euro la situazione economica è peggiorata. Che nel 1992 abbiamo abbandonato lo SME riuscendo a risollevare le sorti economiche della nazione allora peggiorate da una sorta di precursore dell’euro. In questo caso, il buon Gumper ribatte che l’esperienza è troppo indietro nel tempo e che se ritorniamo al tempo dei romani loro vivevano sugli alberi mentre noi eravamo già una civiltà.

Su questo fatto avrei da sottolineare che infatti Giulio Cesare, e lo riporta Tacito nei suoi scritti, riteneva importante che l’allora primo esempio di stato sovranazionale arrivasse fino al Reno lasciando fuori proprio i germanici dell’ex Prussia! Ciò in quanto gli usi e i costumi di quella gente avrebbero decretato la fine dell’impero come allora impostato.

Cesare fissò la frontiera tra i mondi Romano e Germanico lungo il corso del Reno: impedì che già nel mondo antico si potessero inglobare i nuovi popoli d’oltre Reno e d’oltre Danubio in una prima unità delle genti d’Europa.

Eppure negli scritti di Tacito troviamo il seguente detto, riferito a Giulio Cesare, nonostante avesse fissato i confini dell’impero al di qua del Reno e del Danubio:

“Da genti diverse ha fatto una sola nazione ….hai fatto una città di quel che prima era il mondo”

(Rutilio Damaziano)

ValloRomano

Bene ma torniamo al duello moneta sovrana ed euro.

Come mai il signor Gumpel a suo favore cita un caso di 40 anni fa, per dimostrare che la nostra economia è incapace di sostenersi autonomamente, mentre un esempio del 1992 (20 anni soltanto) rappresenterebbero un fatto troppo indietro nel tempo?

E il bello, è che neanche il giornalista di Repubblica ivi presente ha ribattuto alcunché all’infiltrato tra le linee difensive nemiche.

Altro punto che a me è piaciuto poco è stato quando il buon Gumpel ha  parlato dell’export italiano come dipendente esclusivamente dall’import tedesco (semilavorati) e tale da rendere ininfluente la nostra svalutazione perché a tutto vantaggio del costo dei produzione dei tedeschi tramite minor costo dei semilavorati (inefficacia della svalutazione verso i compratori tedeschi).

Bene, questa è la situazione dell’interscambio commerciale italia-germania nel 2012:

–          il 12,5 % delle esportazioni italiane era diretto in Germania,

–          il 14,6 % delle importazioni italiane proveniva dalla Germania.

Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe con una svalutazione della Lira? Cosa accadrebbe al nostro export? E cosa accadrebbe al loro?

Grazie all’Eurolira (sì perché non abbiamo adottato noi il marco, sono loro ad aver adottato la lira al punto che:

1-      La Germania ha il cambio soglia (quello che comprometterebbe le esportazioni) pari ad 1,55 sul dollaro;

2-      Il tasso soglia per l’Italia è invece 1,10 sul dollaro.

 

Di conseguenza, l’attuale tasso di cambio (1,34) si trova esattamente nel mezzo, consentendo ai Tedeschi grandissimi vantaggi all’export.

Cosa accadrebbe in caso di svalutazione della Lira e rivalutazione del Marco?

Questo:

Bilancia commerciale cumulativo con la Germania

 

E questi dati (facendo una semplice somma del disavanzo della bilancia siamo per il 2011 a -137.000.000.000. -137 miliardi di euro) derivano dai seguenti trend:

Bilancia commerciale Italia Germania dal 1971

 

Ora, il problema non è che i tedeschi debbano guadagnare meno o noi di più a spese loro. Il punto è che è importante che le nostre fabbriche non perdano lavoro e che questo non debba necessariamente passare per la deflazione salariale!

Vedi esempi sotto Quintino Sella (1865) per l’Italia o sotto il cancelliere Bruenning per la Germania nel 1926.

Altro punto di disinformazione totale è l’aver fatto le riforme sotto Schroeder. Ecco, queste furono principalmente legate ai minijob offerti al sistema produttivo legalizzando il lavoro a nero.

Sul presente sito dedicato alle pensioni e alle pensioni integrative…..

sito tedesco

 

 

Si trova il seguente dato:

“Più di sette milioni di persone in Germania sono attualmente i cosiddetti mini-jobs (“400-euro-job”) a, di cui circa 6.920.000 nel settore commerciale….” 

Si è trattato di una riforma che di fatto viola i principi della concorrenza in europa perché di fatto annulla/alleggerisce il costo di alcuni servizi generali sul prezzo finale delle merci esportate. E ciò ha riguardato tantissimi settori della produzione non tradables (cioè non soggetti ad esportazione) ma che sovente trascinano verso l’alto il costo di fabbricazione dei prodotti destinati poi all’export.

Se rammentate lo studio sul Brasile di qualche settimana fa ricordate di sicuro che la nazione ha una doppia inflazione, come è giusto che sia:

–          9% per i prodotti non tradables;

–          6%  per i prodotti tradables (cioè soggetti a concorrenza internazionale e perciò venduti come eccedenza produttiva a prezzi inferiori rispetto al mercato interno).

Una domanda mi sorge spontanea. Ma i conduttori di queste trasmissioni, si rendono conto di quanto male fanno ai propri cittadini diffondendo messaggi che alimentano un consenso verso ciò che spinge il 40% degli italiani verso una situazione economica di altissima sofferenza?

A questi signori vorrei dire di prestare attenzione ad un paio di cose:

1)      Il Movimento dei Forconi si sta mobilitando in tutt’Italia convergendo con le naturali richieste delle PMI, il 90% delle aziende italiane – non internazionalizzate  -; Tumulto dei Ciompi Revenge;

2)      Prestate più attenzione alla falsa informazione e alle mezze verità di chi non è parte terza nella contesa;

3)      Portate in studio gente più informata sui fatti ma soprattutto veramente indipendenti dai finanziamenti, come anche tanti dilettanti che da anni operano in rete, sarebbe forse la cosa migliore.

 

Ed infine un messaggio ad un idolo dei sovranisti d’Italia!
Mister Udo Gumpel, spero di incontrarla domattina su queste pagine per chiarire con Lei qualcosa circa la sua ultima favola: l’Irlanda non è più un PIGS!!!!

Ab uno disce omnis – Da uno capisci come son tutti.

(Virgilio in Eneide II 65-66)

 

Gustinicchi Maurizio

Economia 5 Stelle


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