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Sorpresa a Minsk: Ufficiali USA alle esercitazioni Russo-Bielorusse. Trump sta scavalcando l’Europa?

Un’inattesa apertura diplomatica a Minsk: ufficiali americani osservano le manovre militari russo-bielorusse. La mossa a sorpresa di Trump potrebbe cambiare le carte in tavola nel conflitto ucraino, lasciando l’Europa a guardare.

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Un colpo di scena che sembra uscito da un romanzo di Le Carré, ma che si è consumato sotto il cielo grigio della Bielorussia. Lunedì mattina, mentre i carri armati e le truppe di Russia e Bielorussia davano il via alle imponenti esercitazioni militari “Zapad-2025”, tra gli osservatori internazionali sono comparsi, a sorpresa, degli ufficiali dell’esercito statunitense. Un evento impensabile fino a pochi mesi fa, in un clima di tensione ai massimi storici con la NATO.

Ad accoglierli, il Ministro della Difesa bielorusso, Viktor Khrenin, che con un gesto di plateale apertura ha dichiarato: “Vi mostreremo tutto ciò che vi interessa. Qualsiasi cosa vogliate. Potete andare lì, vedere, parlare con la gente”. Una cortesia quasi surreale, se si considera che solo due giorni prima la Polonia, membro NATO, aveva abbattuto droni russi che avevano violato il suo spazio aereo.

Ma chi pensava a un semplice gesto di distensione isolato, si sbagliava di grosso. Questa inattesa presenza militare è solo la punta dell’iceberg di un’operazione diplomatica molto più ampia e strutturata, con una regia ben precisa: quella di Donald Trump.

Il canale Washington-Minsk

Dietro le quinte, infatti, l’amministrazione americana sta tessendo una tela per riallacciare i rapporti con la Bielorussia di Alexander Lukashenko, il più stretto alleato di Putin. La settimana scorsa, John Coale, un rappresentante personale del presidente Trump, si trovava a Minsk per un colloquio diretto con il leader bielorusso. Un incontro tutt’altro che formale, preceduto da una telefonata che lo stesso Trump avrebbe fatto a Lukashenko dall’Air Force One.

I risultati di questo dialogo, finora tenuto lontano dai riflettori, sono già tangibili e si basano sul classico principio del do ut des:

  • Liberazione di prigionieri: Lukashenko ha acconsentito al rilascio di 52 detenuti, tra cui giornalisti e oppositori politici, rispondendo a una precisa richiesta di Washington.
  • Alleggerimento delle sanzioni: In cambio, gli Stati Uniti hanno concesso un’importante esenzione dalle sanzioni alla compagnia aerea di bandiera bielorussa, Belavia. Questo permetterà alla società di effettuare manutenzione e acquistare componenti per la sua flotta, che include aerei Boeing.
  • Normalizzazione delle relazioni: L’obiettivo dichiarato da Coale è ancora più ambizioso: riaprire nel prossimo futuro l’ambasciata americana a Minsk e rilanciare pienamente i rapporti economici e commerciali.

L’inviato ddi Trump in Bielorussia, John Coale

Lo scacco all’Europa e ai “Falchi”

La domanda sorge spontanea: perché questa improvvisa accelerazione su un fronte apparentemente secondario? La strategia di Trump appare chiara e spregiudicata. Mentre l’Europa resta ancorata a una posizione di scontro frontale e di isolamento totale verso l’orbita russa, Washington sta costruendo un canale di dialogo alternativo e pragmatico.

Lukashenko, che parla regolarmente con Putin, diventa così una pedina fondamentale, un potenziale mediatore per negoziare una via d’uscita dalla guerra in Ucraina. Trump, fedele al suo stile da negoziatore, sta cercando di parlare con chi ha influenza diretta sul Cremlino, bypassando le cancellerie europee, percepite forse come troppo lente, ideologiche e incapaci di raggiungere un compromesso.

In questo gioco su più tavoli, gli Stati Uniti potrebbero raggiungere un duplice obiettivo:

  1. Isolare i “falchi” a Mosca: Mostrando che un dialogo è possibile e che ci sono alternative all’escalation militare, si indebolisce la posizione di chi, all’interno del Cremlino, spinge per il conflitto a oltranza.
  2. Marginalizzare l’Unione Europea: Se gli USA riuscissero a orchestrare un accordo o anche solo una tregua significativa tramite il canale bielorusso, l’Europa si ritroverebbe spettatrice di un processo decisionale cruciale per la propria sicurezza, dimostrando la sua irrilevanza strategica.

La mossa di Trump, dunque, non è solo un tentativo di risolvere il conflitto ucraino, ma anche un chiaro messaggio agli alleati europei: la politica estera americana seguirà i propri interessi, con o senza di loro. E mentre a Bruxelles si continua a discutere di principi, a Washington si fanno accordi. Il vecchio continente, ancora una volta, rischia di rimanere a guardare.

Domande e Risposte

 

1) Perché la presenza di ufficiali militari USA alle esercitazioni “Zapad-2025” è una notizia così importante?

La loro presenza è eccezionale perché rompe con anni di ostilità e sfiducia reciproca. Le esercitazioni “Zapad” sono storicamente viste dalla NATO come una dimostrazione di forza e una potenziale minaccia. Invitare e accogliere osservatori americani in un clima di trasparenza segnala una volontà di de-escalation senza precedenti da parte bielorussa, evidentemente concordata con gli USA. È un segnale pubblico e inequivocabile che un canale di dialogo, prima impensabile, è ora non solo aperto ma pienamente operativo, spostando gli equilibri geopolitici della regione.

2) Qual è il significato strategico più profondo di questo riavvicinamento tra Stati Uniti e Bielorussia?

Strategicamene, la Bielorussia non è l’obiettivo finale, ma il mezzo. Per l’amministrazione Trump, riallacciare i rapporti con Lukashenko significa ottenere una linea di comunicazione diretta e informale con Vladimir Putin. Lukashenko è l’unico leader europeo ad avere un rapporto così stretto e continuativo con il presidente russo. Utilizzarlo come intermediario permette a Washington di sondare il terreno per un negoziato sull’Ucraina, bypassando le diplomazie tradizionali e le rigidità dell’Unione Europea, e di farlo in modo pragmatico, “deal-oriented”, come nello stile di Trump.

3) Quali potrebbero essere le principali ricadute di questa mossa per l’Europa?

Per l’Europa, le ricadute potrebbero essere estremamente negative. Il rischio principale è la marginalizzazione strategica. Se gli Stati Uniti negoziassero una pace o una tregua duratura in Ucraina attraverso canali bilaterali, l’UE verrebbe esclusa dalle decisioni che riguardano la sicurezza del proprio continente. Questo minerebbe la sua credibilità come attore geopolitico globale e la ridurrebbe a un ruolo subalterno. Inoltre, potrebbe creare divisioni interne all’Unione, tra i paesi favorevoli a seguire la linea dura e quelli più inclini a un approccio negoziale simile a quello americano.

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