EconomiaFinanza
SoftBank punta tutto sulle infrastrutture AI: acquisita DigitalBridge per 4 miliardi di dollari. Son cerca il riscatto?
Masayoshi Son punta 4 miliardi sui data center. SoftBank acquisisce DigitalBridge per dominare le infrastrutture dell’AI, pagando un premio in contanti e sfidando i ritardi del progetto Stargate.

Masayoshi Son non è tipo da stare a guardare, specialmente quando c’è una bolla tecnologica da cavalcare o, meglio ancora, da alimentare. La conglomerata giapponese SoftBank Group Corp. ha siglato un accordo definitivo per l’acquisizione della società di private equity DigitalBridge Group Inc., in un’operazione che valuta l’investitore in data center circa 4 miliardi di dollari, debito incluso.
L’operazione conferma la volontà del fondatore di SoftBank di spostare il mirino (e i capitali) dalle scommesse volatili sulle startup software alle più solide, seppur costose, infrastrutture digitali necessarie a sostenere il boom dell’Intelligenza Artificiale.
I dettagli dell’operazione
Secondo quanto comunicato dalle società, SoftBank pagherà 16 dollari per azione in contanti per la società quotata a New York.
Il Prezzo: L’offerta rappresenta un premio del 15% rispetto alla chiusura del 26 dicembre. Tuttavia, va notato con un pizzico di realismo che la valutazione è praticamente ai massimi: il titolo viaggiava già poco sopra i 15 dollari, spinto dalle voci di mercato iniziate a circolare a inizio mese.
Tempistiche: La transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2026, subordinatamente alle consuete approvazioni normative.
Impatto sul mercato: Le azioni di DigitalBridge erano già balzate del 45% il 5 dicembre, alla prima indiscrezione di Bloomberg sulle trattative.
Perché proprio DigitalBridge?
L’obiettivo di Son è chiaro: controllare i “picconi e le pale” della corsa all’oro dell’AI. DigitalBridge non è un attore secondario; gestisce asset per circa 108 miliardi di dollari e il suo portafoglio comprende operatori infrastrutturali chiave. L’acquisizione porta in dote a SoftBank relazioni consolidate con investitori ansiosi di impiegare denaro nel settore dei data center, un mercato che sta vedendo transazioni colossali come quella di BlackRock su Aligned Data Centers (40 miliardi) o l’accordo di Oracle con OpenAI.
Ecco le principali partecipazioni di DigitalBridge che passeranno sotto l’orbita giapponese:
Vantage Data Centers
DataBank
Switch Inc. (su cui SoftBank aveva già messo gli occhi separatamente)
AtlasEdge e AIMS
Yondr Group
La strategia di Son: tra lacrime e cemento digitale
Questa mossa si inserisce in un quadro più ampio e complesso. Masayoshi Son, noto per le sue scommesse visionarie (Alibaba) ma anche per disastri spettacolari (WeWork), sta cercando di riposizionare il colosso giapponese. Solo questo mese, Son ha ammesso ironicamente di aver “pianto” per la necessità di vendere una quota di Nvidia da 5,8 miliardi di dollari, necessaria per liberare capitale da riallocare in altre spese legate all’AI.
Il progetto “Stargate” da 500 miliardi di dollari, annunciato a gennaio con OpenAI e partner di Abu Dhabi, procede più a rilento del previsto a causa di disaccordi sulla localizzazione dei data center e sulla volatilità del mercato energetico. L’acquisizione di DigitalBridge appare quindi come una mossa pragmatica: se non riesci a costruire abbastanza velocemente da zero, compra chi lo sta già facendo.
SoftBank non è nuova al mondo dell’asset management, avendo già acquisito (e poi rivenduto) Fortress Investment Group. Ora, con Marc Ganzi (CEO di DigitalBridge) al timone delle operazioni infrastrutturali, Son spera di aver trovato la chiave giusta per trasformare l’hype dell’AI in asset tangibili e, si spera, redditizi.
Domande e risposte
Perché SoftBank ha deciso di acquisire DigitalBridge proprio ora? SoftBank sta cercando di posizionarsi strategicamente nel settore delle infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale. Con la domanda di capacità di calcolo in esplosione, possedere i data center e le infrastrutture fisiche è diventato cruciale. Dopo aver venduto asset liquidi (come le azioni Nvidia) per fare cassa, Masayoshi Son ha deciso di investire in asset reali e operativi per accelerare la sua presenza nel settore, aggirando le lungaggini di progetti greenfield come “Stargate” che stanno subendo ritardi.
Il prezzo di 16 dollari per azione è conveniente per gli azionisti? Per gli azionisti storici o per chi è entrato prima di dicembre, l’offerta è vantaggiosa. Tuttavia, il “premio” del 15% è calcolato su valori già molto alti. Il titolo era salito del 45% a inizio mese sulle voci di buyout, arrivando a poco più di 15 dollari. Di fatto, SoftBank sta pagando l’azienda ai suoi massimi di periodo, lasciando poco margine speculativo dell’ultimo minuto, ma garantendo un’uscita solida e in contanti agli investitori attuali.
Quali sono i rischi per SoftBank in questa operazione? Il rischio principale è l’esposizione al debito e la valutazione elevata degli asset in un momento di mercato forse surriscaldato. SoftBank ha un passato di investimenti volatili (vedi WeWork). Acquistando un gestore di asset al picco delle valutazioni del settore data center, Son scommette che la domanda di AI continuerà a crescere senza sosta per anni. Se la bolla dell’AI dovesse sgonfiarsi o se i tassi di interesse rimanessero elevati, il peso del debito e dei costi operativi potrebbe farsi sentire.








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