Attualità
Società tedesca sceglie un produttore di turbine eoliche cinese, e questo fa infuriare Bruxelles
Le turbine cinesi MingYang sono proeferite perché in grado di produrre più energia. Clamorosa sconfitta per la tecnologia europea e tedesca, che non riesce a stare al passo nelle energiee rinnovabili
L’annuncio dello sviluppatore tedesco di parchi eolici Luxcara di scegliere un produttore di attrezzature cinese per il suo prossimo sito ha provocato una tempesta in Europa. Anche perché questa scelta potrebbe indicare l’evoluzione futura del settore in Europa, e segnerebbe l’ennesima, clamorosa, sconfitta, dell’industria “Green” europea e tedesca.
Dopo il debutto dei veicoli elettrici, è ora il turno delle turbine eoliche prodotte in Cina di entrare nei mercati europei. All’inizio di questa settimana, Luxcara ha annunciato di aver scelto MingYang Smart Energy per la fornitura di turbine da 18,5 MW, per fornire 16 turbine eoliche da installare entro il 2028.
Si tratta di una mossa senza precedenti, dato che i produttori di apparecchiature con sede in Europa hanno alimentato la spinta dell’UE verso l’energia rinnovabile proveniente dai parchi eolici. GE, Vestas e Siemens hanno impianti di produzione in Europa e forniscono regolarmente turbine onshore e offshore per soddisfare la crescente domanda in Europa. Però non sono comparabili con quelle MingYuan, evidentemente.
Le apparecchiature cinesi sono migliori?
In una dichiarazione, Luxcara ha affermato di essere arrivata prima di prendere questa decisione; l’azienda ha indetto una gara d’appalto internazionale nel 2023 e ha condotto un lungo e approfondito esercizio di due diligence che ha riguardato la conformità ambientale, sociale, di governance e di cybersecurity in linea con le normative dell’UE.
Il progetto, Waterkant, è destinato a generare elettricità per alimentare 400.000 famiglie in Germania. Aiuterà il Paese a raggiungere l’obiettivo di soddisfare l’80 percento della sua domanda energetica con le energie rinnovabili. Inoltre darà lavoro a qualche migliaio di famiglie cinesi, togliendolo a qualche migliaio di famiglie tedesche che, sino a ieri , producevano turbine eoliche per la Siemens, ad esempio.
MingYang Smart Energy ha costruito turbine eoliche con potenze più elevate e in grado di funzionare anche in caso di tifoni. In confronto, i produttori europei di turbine hanno abbandonato i piani per realizzare turbine di dimensioni simili e si sono invece orientati su turbine con potenze molto più basse.
Un progetto come Waterkant avrebbe bisogno di più turbine di produzione europea per ottenere una produzione energetica simile, il che aumenterebbe anche il costo dell’installazione.
Concorrenza sleale o protezionismo?
Il Ministero dell’Economia tedesco ha confermato che indagherà attentamente sull’accordo, dopo che la lobby europea dell’industria eolica ha sostenuto che esso consente alla Cina di accedere a infrastrutture energetiche critiche in Europa. La lobby industriale sta anche cercando di ottenere una concorrenza equa per tutte le parti, ha riferito Nikkei. Però se l’Europa non è in grado di produrre queste turbine la colpa è dell’industria europea e di chi la dirige, non dei cinesi.
La mossa segue anche la decisione della Commissione Europea di condurre un esame preliminare sulle possibili distorsioni del mercato da parte dei produttori cinesi di turbine eoliche. Questo probabilmente aumenterà ulteriormente le tensioni commerciali tra Europa e Cina.
In seguito all’introduzione di veicoli elettrici a basso costo prodotti in Cina, l’Unione Europea sta valutando di imporre tariffe sulle importazioni cinesi. Una mossa simile sulle turbine eoliche potrebbe far lievitare i costi dei progetti e rallentare la transizione verso l’energia verde.
Un articolo pubblicato sul Global Times sostiene che le mosse dell’UE sono simili al protezionismo commerciale e in risposta alla forte concorrenza che l’industria eolica europea deve affrontare da parte dei produttori cinesi in tutto il mondo.
Opporsi alle importazioni cinesi potrebbe danneggiare i piani più ampi dell’UE di passare alle energie rinnovabili o aumentare i costi a carico del cliente finale. Invece, la cooperazione aiuterà le due regioni, e comunque gli ingegneri europei potranno fare un po’ di “Reverse engineering” cioè studdiare le realizzazioni cinesi e copiarle.
Quello che fino a ieri facevano i cinesi.
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