Difesa
Siria: i ribelli avanzano nelle aree controllate da Assad. L’equilibrio fra le forze sta crollando
Dopo Aleppo le forze ribelli stanno muovendosi verso Hama, con una reisstenza limitata da parte delle forze governative. E Assad è a Mosca
L’attacco a sorpresa, guidato dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham, è stato il più audace assalto dell’opposizione per anni in una guerra civile in cui le linee del fronte erano in gran parte congelate dal 2020. Il leader del movimento, Abu Mohammed al-Joulani, ha rimesso in moto una situazione congelata da tempo, sia con l’aiuto delle milizie scite, ma anche con la benevola supervisione della Turchia.
La guerra, che ha ucciso centinaia di migliaia di persone e ne ha sfollate molte milioni, si protrae dal 2011 senza una fine formale, anche se la maggior parte dei combattimenti principali si è interrotta anni fa dopo che l’Iran e la Russia hanno aiutato il governo di al-Assad a conquistare il controllo della maggior parte del territorio e di tutte le principali città. Ricordiamo che il presidente al Assad fa parte della minoranza Alawita (20% del paese), molto forte a Latakia e regioni circostanti.
Aleppo è rimasta saldamente in mano al governo dopo la vittoria del 2016, uno dei principali punti di svolta della guerra, quando le forze siriane sostenute dai russi hanno assediato e devastato le aree orientali di quella che era stata la città più grande del Paese, controllate dall’opposizione.
“Sono un figlio di Aleppo, da cui sono sfollato otto anni fa, nel 2016. Grazie a Dio siamo appena tornati. È una sensazione indescrivibile”, ha dichiarato Ali Jumaa, un combattente dell’opposizione, in un filmato televisivo girato all’interno della città.
Ma le milizie di Hayat Tahrir al-Sham non si sono fermate però a Aleppo e sono ormai a 15 km da Hama, passaggio obbligato per avvicinarsi alla capitale Damasco.
Riconoscendo l’avanzata dell’opposizione, il comando dell’esercito siriano ha dichiarato che gli insorti sono entrati in ampie zone di Aleppo, minimizzando la mossa, ma ormai sembra che ilregime stia tremando. Al Assad sarebbe a Mosca, al sicuro, e a Damasco ci sono voci di un colpo di stato diretto da Hassam Luka, un dirigente dei servizi segreti.
Dopo che l’esercito ha detto che stava preparando un contrattacco, gli attacchi aerei hanno preso di mira i raduni e i convogli dell’opposizione in città, ha riferito il quotidiano filo-Damasco al-Watan. Un attacco ha causato vittime nella piazza Basel di Aleppo, come ha riferito un residente alla Reuters.
Durante la notte, immagini da Aleppo hanno mostrato un gruppo di combattenti dell’opposizione riuniti nella piazza Saadallah al-Jabiri della città, con un cartellone pubblicitario di al-Assad che incombeva alle loro spalle.
Le immagini filmate sabato mostravano persone in posa per foto su una statua rovesciata di Bassil al-Assad, fratello defunto del presidente. I combattenti hanno girato per la città a bordo di camioncini e si sono radunati per le strade. Un uomo sventolava una bandiera dell’opposizione siriana vicino alla storica cittadella di Aleppo.
Il comando militare siriano ha dichiarato che i militanti hanno attaccato in gran numero e da più direzioni, spingendo “le nostre forze armate a effettuare un’operazione di ridispiegamento volta a rafforzare le linee di difesa al fine di assorbire l’attacco, preservando le vite di civili e soldati”.
I combattenti dell’opposizione hanno anche preso il controllo dell’aeroporto di Aleppo, secondo una dichiarazione della loro sala operativa e di una fonte della sicurezza. Due fonti dell’opposizione hanno anche detto che i militanti hanno catturato la città di Maarat al-Numan nella provincia di Idlib, portando tutta l’area sotto il loro controllo.
La ritirata delle forze governative è stata precipitosa e ha lasciato blindati e munizioni nelle mani dei ribelli.
Però ormai l’avanzata è innegabile e a confermarlo ci sono anche le voci di un contatto, Iran, Russia, Turchia per fermare l’avanzata dei ribelli o stabilizzarla, evitando un crollo in tutta la regione. In Siria ci sono basi russe, anche navali, e di milizie sciite, oltre che curdi e americani, per cui la situazione rischia di diventare incredibilmente complicata. Senza contare la presenza di Israele.
Quindi le cose stanno evolvendo molto rapidamente e potremmo presto assistere al sorgere di un nuovo equilibrio nell’area.
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