Difesa
Siria: c’è una coda chilometrica di materiale militare russo che aspetta di essere imbarcato a Tartus
La Russia ha concentrato a Tartus, pronto per essere trasferito, uona parte del proprio equipaggiamento mi tare presente in Siria. Dove andrfà a finire? Arriverà in Libia?
Recenti immagini satellitari hanno rivelato nuovi dettagli sull’equipaggiamento militare russo attualmente in sosta nel porto siriano di Tartus, un sito che un tempo era una base militare russa fondamentale.
Le immagini, datate 6 gennaio, mostrano che quasi un chilometro di materiale pesante militare russo è in attesa di essere caricato sulle navi, suggerendo che è in corso un’operazione di evacuazione o di ridispiegamento.
Allo stesso tempo, la Russia sembra mantenere una forte presenza militare nell’area. Le fonti riferiscono che la fregata Admiral Grigorovich, una nave da guerra russa avanzata, è posizionata a circa 8 chilometri a ovest-sud-ovest del porto.
Pur essendo in navigazione, la nave si starebbe muovendo molto lentamente, il che indica che potrebbe monitorare o fornire protezione all’operazione in corso.
🇷🇺Med Sea Flotilla🇷🇺
50cm Maxar📷 from 6 January 2025Naval piers still empty but the equipment to be evacuated stretches for almost a km
Also spotted, 8km W/SW of the port, was the Admiral Grigorovich (494) frigate, underway but moving very slowly@Dmojavensis @Schizointel pic.twitter.com/6f9HSzsw1j
— MT Anderson (@MT_Anderson) January 7, 2025
MT Anderson, analista militare, ha condiviso questi sviluppi attraverso il suo account X, evidenziando ulteriormente la situazione tesa e in corso a Tartus. “I moli navali sono ancora vuoti, ma le attrezzature da evacuare si estendono per quasi un chilometro. È stata avvistata anche, a 8 km a ovest/sud del porto, la fregata Admiral Grigorovich [494], in navigazione ma che si muove molto lentamente”, ha postato Anderson, insieme alle immagini satellitari appena rilasciate.
L’attività in corso intorno a Tartus è significativa in quanto riflette cambiamenti più ampi nella postura militare russa nella regione, con l’equipaggiamento del porto che potenzialmente segnala la fine di una fase delle operazioni militari russe in Siria.
La presenza dell’ammiraglio Grigorovich solleva anche interrogativi sull’importanza strategica dell’area, suggerendo che le forze armate russe stiano sorvegliando da vicino i propri mezzi mentre ne orchestrano la partenza.
Resta da vedere quale sarà l’impatto della situazione sulla presenza a lungo termine della Russia in Siria e sulle dinamiche più ampie del Mediterraneo orientale.
Recenti immagini satellitari del 6 gennaio hanno rivelato che le autorità siriane non hanno ancora concesso il permesso alla Sparta, una nave da carico RORO [Roll-on/Roll-off], di entrare nelle acque del porto di Tartus e iniziare le operazioni di scarico o carico.
La nave rimane in una posizione di attesa appena fuori dal porto, incapace di procedere con la sua missione in attesa dell’autorizzazione necessaria.
Immagini precedenti del 5 gennaio hanno ulteriormente confermato che la Sparta era posizionata molto vicino al porto ma non era stata autorizzata ad attraccare, costringendo la nave a girare intorno all’area in uno stato di limbo.
La situazione ha suscitato domande sulle ragioni del ritardo, dato che la nave ha trascorso diversi giorni in prossimità del porto senza potervi accedere.
Questa situazione di stallo ha implicazioni più ampie, poiché Tartus rimane un porto cruciale per le operazioni militari russe in Siria. Il porto è stato un hub logistico vitale per la Russia, servendo come base per le operazioni navali e come punto per il trasporto di attrezzature militari.
L’impossibilità di attraccare della Sparta potrebbe indicare tensioni o problemi burocratici in corso tra le autorità siriane locali e la logistica militare russa. Probabilmente manca proprio un’autorità portuale a cui chiedere il permesso.
Data l’importanza strategica di Tartus per le forze russe, il continuo ritardo nel consentire l’attracco della Sparta potrebbe suggerire complicazioni nei più ampi sforzi di evacuazione o ridislocazione.
Con l’evolversi della situazione, sarà fondamentale monitorare se le autorità siriane concederanno l’autorizzazione all’attracco della nave e, in caso affermativo, cosa questo significhi per la presenza militare russa nella regione.
Negli ultimi giorni si è ipotizzato che Mosca possa trasferire in Libia le attrezzature militari russe in attesa nel porto di Tartus. Il trasferimento di attrezzature militari russe dal porto siriano di Tartus alla Libia è una mossa strategica con implicazioni geopolitiche di vasta portata.
La Libia, ancora dilaniata dal conflitto, è afflitta da continue lotte interne tra fazioni rivali. La Russia è un sostenitore chiave dell’Esercito nazionale libico (LNA) sotto il comando del maresciallo Khalifa Haftar, fornendo non solo sostegno politico ma anche risorse militari.
Nonostante i numerosi sforzi internazionali per stabilizzare il Paese, la Libia rimane strategicamente importante per la Russia e la sua presenza militare nella regione serve sia come indicatore di influenza che come interesse a lungo termine in Medio Oriente e Nord Africa.
La Libia, con la sua posizione strategica e le sue risorse naturali, rappresenta un altro importante obiettivo per la Russia nella sua ricerca di influenza geopolitica e interessi economici. La presenza di risorse militari russe in Libia potrebbe aumentare la forza dell’LNA e rafforzare il potere politico di Haftar, minando potenzialmente gli sforzi per la pace nel Paese.
Inoltre una notevole forza militare a Bengasi sarebbe una minaccia diretta verso l’Italia, che è a poche centinaia di chilometri dalla base. Un elemento che non bisogna sottovalutare.
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