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Economia

Silk-Faw fallisce e lascia i creditori con un pugno di mosche. Il sogno piddino della fabbrica d’auto cinese era solo un sogno

La Silk Faw doveva costruire una fabbrica d’auto a Reggio Emilia e aveva raccolto consensi e finanziamenti anche nella Regione che era governata da Stefano Bonaccini. Ora l’azienda cino-americana offre ai creditori una cifra poco più che simbolica, con perdite pesanti per tutto il settore

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Nella famosa “Motor Valley” dove si trovano case automobilistiche prstigiose come Ferrari, Lamborghini, Dallara, con tutto il loro comparto di designer e fornitori, sembrava che fosse giunto il momento di ospitare una grande casa automobilistica cino-americana. Invece questa promessa, che aveva affascinato i politici della sinistra locale, si è rivelata una fallimentare illusione.

La promessa di un maxi polo produttivo di auto elettriche a Gavassa, Reggio Emilia, si è trasformata in un fallimento con pesanti ripercussioni economiche per numerose aziende del settore automotive. La joint venture sino-americana Silk Faw, dopo aver illuso Comune e Regione con rendering vistosi e promesse di investimenti faraonici, ha lasciato dietro di sé un buco nell’acqua di 20 milioni di euro.

La proprietà americana Silk Sports Car Srl, tramite l’avvocato Francesco Morcavallo, ha offerto un milione di euro da dividere tra i creditori nella procedura di liquidazione giudiziale. Una cifra irrisoria rispetto ai 20 milioni di euro di crediti vantati da fornitori e aziende del comparto motori, A rimetterci è il Gotha dell’industria motoristica, tra cui:

  • Walter de Silva cars: 2.904.979 euro
  • Hpe srl (High Performance Engine): 1.800.000 euro
  • Csi Entwicklunghstechnik Gmbh: 1.800.000 euro
  • Dallara Automobili Spa: 1.700.000 euro
  • Danisi Engineering Srl: 1.400.000 euro
  • Lifetouch Srl: 800.000 euro
  • Hsl Srl: 607.000 euro
  • Waycon Srl: 571.000 euro
  • Avl Italia: 537.000 euro
  • Alfa Solutions: 376.000 euro
  • Bieffe Project srl: 350.000 euro
  • Pankl Turbosystems Gmbh: 194.000 euro
  • Idiada Automotive Technology Spa: 71.000 euro
  • Valeo Spa: 51.000 euro
  • Nomisma: (cifra non specificata)

Mentre gli ex dipendenti, circa una sessantina, sarebbero stati quasi tutti saldati, le aziende coinvolte si trovano a fronteggiare perdite ingenti, frutto di un’illusione alimentata da promesse vane e da una gestione politica che, secondo le opposizioni, non ha saputo valutare la solidità del progetto.

La fantastica e inesistente fabbrica Silk Faw di Giavassa

La  Lega, presente in regione con il consigliere regionale Maura Catellani, e i consiglieri comunali Giovanni Tarquini e Carmine Migale, attaccano il Pd e l’amministrazione comunale per aver creduto, come dei boccaloni, alle lusinghe del faccendiere americano Jonathan Crane, “accolto con tutti gli onori” dall’ex sindaco Luca Vecchi e dall’allora presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Catellani sottolinea la responsabilità del Pd nell’aver trascinato nella bancarotta alcune delle aziende tecnologicamente più avanzate della Regione, evidenziando il danno economico e d’immagine per la Motor Valley. Tarquini e Migale denunciano il “più grande bluff finanziario della storia reggiana”, criticando l’operato degli amministratori che hanno promesso “affari faraonici e ribalta internazionale” agli imprenditori, ora costretti ad accontentarsi di meno del 5% dei loro crediti.

La vicenda Silk Faw rappresenta un esempio emblematico di come la mancanza di diligenza e la ricerca di facili successi possano condurre a conseguenze disastrose per l’economia locale e la credibilità delle istituzioni. Ora per le aziende non resta che leccarsi le ferite e cercare di recuperare le perdite.


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