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Economia

Shell scommette sull’Egitto: al via lo sviluppo del giacimento di gas Mina West per contrastare la crisi energetica

Shell avvia l’investimento nel giacimento di gas Mina West nel Mediterraneo egiziano. Una mossa strategica per aumentare la produzione interna e rispondere al crescente fabbisogno energetico del Paese, un tempo esportatore di GNL

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Shell ha preso una decisione definitiva di investimento (FID) per lo sviluppo del giacimento offshore di gas Mina West nelle acque mediterranee dell’Egitto, una mossa volta ad alleviare il crescente deficit di approvvigionamento interno del Paese e a rafforzare la sua strategia integrata nel settore del gas.

L’annuncio, fatto congiuntamente con la Kuwait Foreign Petroleum Exploration Company (KUFPEC), arriva in un momento in cui l’Egitto è alle prese con la dipendenza dalle importazioni di GNL e il calo della produzione dai giacimenti tradizionali.

Il progetto, reso noto per la prima volta il 23 luglio, è stato ulteriormente dettagliato venerdì da Shell e da fonti del settore. Mina West, con una riserva stimata di 0,5 trilioni di piedi cubi (tcf) di gas, sarà sviluppato tramite un collegamento sottomarino all’infrastruttura esistente West Delta Deep Marine (WDDM), consentendo una produzione accelerata con minori emissioni.

Posizione del giacimento Mina West

Shell detiene una quota operativa del 60% attraverso la sua controllata BG International, mentre KUFPEC controlla il restante 40%.

“Questo sviluppo sottolinea il nostro impegno a fornire energia competitiva e a basse emissioni di carbonio dove è più necessaria”, ha dichiarato all’inizio di questa settimana Dalia Elgabry, presidente di Shell Egypt, secondo quanto riportato dal Daily News Egypt.

Il CEO di KUFPEC, Eisa Al-Maraghi, ha aggiunto venerdì che la decisione riflette “una visione condivisa per massimizzare l’efficienza delle risorse, contribuendo al contempo alla sicurezza energetica dell’Egitto”, come riportato da Global Flow Control.

L’Egitto, un tempo esportatore regionale di GNL, è stato costretto a riprendere le importazioni nel 2025 a causa dell’aumento del consumo di gas e del calo della produzione da giacimenti come Zohr. Il Paese ha recentemente firmato accordi multimilionari per la fornitura di GNL con Shell e TotalEnergies, e un periodo di stasi nel programma di esplorazione nel Mar Rosso ha ulteriormente spostato l’attenzione degli investimenti verso giacimenti offshore mediterranei già collaudati.

Il progetto Mina West dovrebbe fornire i primi volumi di gas alla rete nazionale egiziana, sostenendo l’obiettivo di Shell di espandere la produzione integrata di gas dell’1% all’anno nel corso del decennio. Utilizzando le condutture e le strutture sottomarine esistenti, il progetto può procedere più rapidamente e a costi inferiori, rendendolo fondamentale per alleviare la pressione sull’approvvigionamento di gas dell’Egitto.

L’approvazione di Mina West arriva anche in un momento di rinnovato interesse per i blocchi offshore egiziani, con le aziende occidentali e regionali che accelerano le offerte di esplorazione nel Mediterraneo.

Diversi round di licenze hanno attirato nuova attenzione sui bacini di North Alexandria e Herodotus, dove le valutazioni tecniche suggeriscono un potenziale non sfruttato. Con il governo che dà priorità allo sviluppo accelerato e ai collegamenti infrastrutturali, la decisione di Shell è ampiamente vista come un vantaggio di primo arrivato in un ciclo competitivo più ampio volto a ripristinare il ruolo dell’Egitto come hub di esportazione del gas.


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