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SETI sperimenta una tattica completamente nuova per trovare vita extraterrestre

Il SETI staa cercando vita extraterrestre con un nuovo sistema, che concentra l’attenzione sugli esopianeti quando sono allineati fra loro rispetto la Terra, nella speranza di cogliere i segnali che potrebbero partire da un pianeta verso l’altro

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L’ultima caccia ai segnali alieni nel sistema planetario TRAPPIST-1 ha messo alla prova una nuova strategia che permetterà agli astronomi di effettuare in futuro una ricerca più efficiente e mirata di vita extraterrestre tecnologica. TRAPPIST-1 è un sistema multi-pianeta distante circa 40,7 anni luce.

I suoi sette mondi rocciosi, alcuni dei quali si trovano nella zona abitabile – la zona intorno a una stella in cui non è né troppo calda né troppo fredda perché un pianeta possa ospitare acqua liquida – sono tutti raggruppati così strettamente da transitare sulla loro stella ogni pochi giorni. Il numero di pianeti e la loro relativa vicinanza a noi rendono il sistema TRAPPIST-1 un obiettivo allettante per la ricerca di intelligenza extraterrestre (SETI). La nuova strategia si è concentrapa nel seguire i possibili segnali di pianeti vicini fra loro quando sovrappongono le proprie orbite rispetto alla Terra, per cercare di cogliere possibili segnali da un pianeta all’altro.

Sebbene quest’ultima ricerca – in cui l’Allen Telescope Array di radiotelescopi in California ha trascorso 28 ore in totale ad ascoltare TRAPPIST-1 – non abbia rilevato alcun segnale alieno, “lo scopo dello studio era quello di dimostrare una strategia di ricerca più efficiente, utilizzando la naturale configurazione orbitale di un sistema multi-pianeta edge-on a nostro vantaggio”, ha dichiarato a Space.com Nicholas Tusay, uno studente laureato presso la Penn State University.

Un cambio di paradigma

Tradizionalmente, il SETI ha scrutato il cielo alla ricerca di potenti segnali diretti verso di noi. Tuttavia, dopo decenni in cui non hanno trovato nulla, i ricercatori del SETI stanno prendendo sempre più in considerazione altre strategie.

Tra queste, la ricerca di radiofughe: trasmissioni accidentali non destinate a noi, ma che potrebbero fuoriuscire da un sistema planetario. Tali trasmissioni potrebbero spaziare dalle comunicazioni e dalle emissioni dei veicoli spaziali ai radar o persino all’equivalente della TV aliena. Tuttavia, poiché queste fughe accidentali non verrebbero trasmesse con l’intenzione di essere ascoltate ad anni luce di distanza, avrebbero probabilmente una potenza molto inferiore a quella dei segnali intenzionali.

La probabilità di individuare tali fughe per caso sarebbe quindi scarsa, per cui abbiamo bisogno di strategie in grado di migliorare le probabilità. A questo scopo, Tusay ha guidato le osservazioni di TRAPPIST-1, che hanno sfruttato un fenomeno chiamato occultazioni pianeta-pianeta (PPO). Un’occultazione si verifica quando un oggetto nel cielo sembra muoversi davanti a un altro. Poiché i sette pianeti di TRAPPIST-1 orbitano in un piano intorno alla loro stella che è quasi perfettamente in asse con noi, possiamo assistere a molte PPO, in cui effettivamente i due pianeti coinvolti nella PPO e i nostri rilevatori sono tutti in linea diretta.

Supponiamo ora che le trasmissioni dal pianeta occultato siano dirette al pianeta che lo sta occultando. Queste trasmissioni potrebbero essere comunicazioni simili a quelle della Deep Space Network (DSN) della NASA, in cui grandi trasmettitori radio a Canberra, Madrid e in California si tengono in costante contatto con la nostra flotta di veicoli spaziali interplanetari. Allo stesso modo, è possibile che durante un PPO, quando due pianeti e noi stessi siamo in linea, potremmo captare le perdite delle trasmissioni radio tra i due pianeti dall’equivalente alieno della Deep Space Network. Questo è ciò che l’ultima rilevazione di TRAPPIST-1 stava cercando.

er fare un paragone con il sistema TRAPPIST-1, viene mostrata la parte interna del Sistema Solare e la sua zona abitabile. (Immagine: NASA/JPL-Caltech)

“TRAPPIST-1 è il laboratorio ideale perché ha pianeti in transito noti, quasi perfettamente allineati, ed è così vicino che abbiamo una sensibilità sufficiente per rilevare alcuni segnali”, ha detto Tusay.

Non è stato rilevato alcun segnale, ma non dobbiamo scoraggiarci.

Questo perché l’Allen Telescope Array è abbastanza sensibile da rilevare solo le trasmissioni interplanetarie di TRAPPIST-1 che vengono trasmesse con una potenza equivalente a quella di un trasmettitore delle dimensioni di Arecibo, ma non abbastanza per deboli trasmissione che dovrebbero esservi da un pianeta all’altro. Però attualmente Arecibo, che sarebbe stato anche eccessivo per cogliere questi segnali, è il rovina, dopo essere crollato nel 2020. Quando inizierà le operazioni scientifiche verso la fine di questo decennio, lo Square Kilometer Array in Sudafrica e Australia dovrebbe avere la sensibilità necessaria per rilevare trasmissioni di livello DSN durante gli eventi PPO.

L’esperimento Allen Telescope Array ha dimostrato che questo metodo PPO è fattibile. L’ATA ha osservato sette eventi PPO durante le 28 ore di osservazione di TRAPPIST-1 nel 2022. In totale ha rilevato 25 milioni di segnali radio durante questo periodo. Purtroppo nella maggior parte “Interferenze a Radiofrequenza” cioè lo sfondo terrestre dei segnali radio sulla Terra, dai telefoni cellulari ai radar degli aeroporti.

Per rimuovere più facilmente le RFI dalle osservazioni, Tusay ha sviluppato una pipeline chiamata NBeamAnalysis. Si tratta di un codice informatico in grado di distinguere i segnali che provengono solo dal bersaglio, in questo caso TRAPPIST-1, dagli RFI che si vedono in altre direzioni nel campo visivo del telescopio. In questo modo, il codice è stato in grado di ridurre i 25 milioni di segnali a soli 2.264 che richiedevano un’ulteriore attenzione da parte di un essere umano.
“Invece di esaminare decine di milioni di segnali a occhio, devo esaminarne solo poche migliaia, e la maggior parte di essi sono ancora evidenti all’occhio umano come RFI”, ha detto Tusay.

Gli extraterrestri potrebbero vedere segnali con il sistema PPO dalla Terra, cioè concentrando la prorpia attenziaone quando i pianeti interni sono alineati? Si ma molto più raramente, perché gli allineamenti fra Terra e Venere o fra Terra e Marte avvengono in media due volte l’anno. Quindi dovrebbero avere, per lo meno, una grande pazienza per udire questi segnali.


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