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Crisi

Segnali di Crisi dall’Asia: Indice manifatturiero Cinese ed Bilancia Commerciale Giapponese deludenti

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L’indice Pmi-Hsbc manifatturiero cinese ai minimi da 11 mesi in luglio a 47,7 (sotto 50 e’ contrazione economica industriale): se va avanti cosi’ difficile per la Cina traguardare crescite del PIL al 7%

L’attività manifatturiera cinese è rallentata in luglio al passo più lento da 11 mesi, secondo l’indice preliminare Hsbc/Markit Purchasing Managers , che è calato a quota 47,7 rispetto al dato finale di giugno di 48,2: si tratta del terzo mese consecutivo di frenata sotto la linea di 50 che segna lo spartiacque tra espansione e contrazione. Un sottoindice che misura l’andamento dell’occupazione è sceso in luglio a 47,3, il minimo al marzo 2009, mentre quello sui nuovi ordini è calato anch’esso ai minimi da 11 mesi. Secondo vari analisti, questi dati confermato che l’economia cinese sta perdendo slancio e che saranno necessarie alcune misure per stabilizzare la crescita sopra il 7%, come del resto le autorità politiche hanno cominciato a segnalare.

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GIAPPONE: IL SALDO COMMERCIALE NON MIGLIORA ED A GIUGNO L’IMPORT +11.8% E L’EXPORT +7,4%, PER CUI L’ABENOMICS PER ORA SU QUESTO FRONTE NON DA’ ANCORA RISULTATI.  BOOM DELL’IMPORT DALL’ITALIA

Anche il dato sulle esportazioni giapponesi ha deluso: in giugno sono salite del 7,4% rispetto a un anno fa, sotto le attese, nonostante il forte calo dello yen. Così il Sol levante ha accusato un deficit commerciale di 180,8 miliardi di yen.

Le maggiori importazioni di petrolio e gas hanno provocato al Giappone un disavanzo commerciale complessivo a giugno di 180, 8 miliardi di yen (dodicesimo mese consecutivo in rosso), in quanto l’import è balzato dell’11,8% mentre la crescita delle esportazioni giapponesi è stata del 7,4% rispetto a un anno prima,  inferiore alle attese. Tokyo, inoltre, nel primo semestre è andata in deficit con l’Unione europea per oltre 3,3 miliardi di dollari , grazie a un calo del suo export del 3,3% a fronte di un aumento del 12,1% delle importazioni. Guidato dall’Italia.

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C’e’ pero’ qualche segnale positivo sul dato destagionalizzato mensile

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Boom dell’Import dall’Italia: +37,1% a Giugno e +28% nel semestre

Nel primo semestre di quest’anno l’Italia è risultata al primo posto assoluto per crescita del suo export verso il Giappone, nel lungo elenco dei Paesi inseriti nelle dettagliate statistiche rilasciate dal ministero delle Finanze di Tokyo. Secondo i dati doganali giapponesi, tra gennaio e giugno, nonostante il forte rafforzamento dell’euro sullo yen, le esportazioni italiane verso il Sol levante sono balzate del 28% a 456,5 miliardi di yen (oltre 4,5 miliardi di dollari), un performance alla quale solo la Russia si è avvicinata (+26,7%). A giugno l’export italiano ha visto una ulteriore accelerazione, con un progresso del 37,1%; il mese scorso ci ha superati in percentuale di crescita un solo Paese, il Kuwait, grazie al suo petrolio. I contratti firmati in precedenza, quando l’euro era meno forte, e il forte aumento di consegne di auto di lusso come Ferrari e Lamborghini, hanno accelerato il progresso.

 

CONCLUSIONI.

Sono dati preoccupanti, perche’ segnalano sostanzialmente 2 cose:

A) La CINA potrebbe non essere in grado di tenere una crescita del PIL al 7-7,5%, e cio’ puo’ avere conseguenze sull’economia mondiale

B) In GIAPPONE la svalutazione tarda a dare risultati (seppur i dati destagionalizzati segnalano un miglioramento)

In sintesi cio’ potrebbe spingere le 2 nazioni al ulteriori misure che consentano loro di avvicinarsi ai target di crescita.

 

 

By GPG Imperatrice

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