Euro crisis
Secondo la stampa internazionale il NO al referendum costituzionale italiano sarà la fine dell’euro. Ecco perché
Ormai – post Brexit – si sta cercando qualsiasi scusa per smontare l’EU franco-tedesca: troppo potere concentrato a Berlino, l’agenda europea è ormai troppo slegata dai valori NATO ed anglosassoni, troppo slegata dall’America. Gli esempi si sprecano:
- l’accordo sul North Stream II a seguito dell’affaire greco in cui Germania e Russia hanno architettato una vera e propria presa in giro non tanto alla Grecia, che è vittima mortale, ma degli USA e di Jack Lew in particolare che aveva promesso una soluzione ad Atene, invece sono alla fame
- Le parole del vice cancelliere tedesco Steinmeier prima del Brexit contro la NATO – di cui la Germania fa parte – in relazione alle supposte provocazioni alla Russia
- La partecipazione della Francia agli attacchi in Sirya a fianco di Mosca
- Il fallimento del TTIP per volere francese e tedesco, volere dichiarato
- I comportamenti ondivaghi di Germania e Francia nelle sanzioni a Putin (esse stesse una follia obamiana che varrà corretta dal prossimo presidente USA se repubblicano, ma tant’è, ndr)
- La folgorazione del nord Africa e l’annientamento per volere franco tedesco di alleati USA storici, ricordiamo l’interventismo militare del “tedesco” Sarkozy contro Gheddafi e dunque contro l’Italia
- …
Allo scopo, anche Mr Brexit, alias Mr Farage, è recentemente andato in USA in missione (…) a supportare Donald Trump, l’unico anti EU che se eletto – come penso – potrà cambiare veramente le cose.
E’ vero che la scusa per la rottura dell’euro, come da noi preconizzato da anni, passerà da Roma: l’Italia, vera piattaforma militare NATO nel Mediterraneo è e sarà un alleato strategico di Washington, affidabile, nonostante il comportamento tenuto da Obama contro il nostro Paese durante il suo doppio mandato. Per varie ragioni: a Roma prima di tutto non conviene stare nell’euro, stiamo facendo gli interessi tedeschi e delle elites cooptate al progetto, elites che hanno convertito instabili lire in solidi pseudo marchi. Secondariamente, per fare affondare il progetto basta che un paese importante e competitor di Parigi e Berlino se ne vada uscendo dall’euro e svalutando. Abbiamo innanzi i successi di Londra post Brexit – grazie alla svalutazione della sterlina -, cosa ci facciamo ancora nella moneta unica? Che senso ha?
La giustificazione economica del NO al referendum e quindi all’euro sta tutto nei tre grafici che vi proprongo, tratti da Zerohedge.
Anche perchè una Germania senza euro salerebbe per aria, il marco salirebbe nel breve termine anche del 50% rispetto alla futura lira per oi tornare verso un apprezzamento di circa il 30%, chi comprerebbe più VW, Mercedes e BMW a tali prezzi?
Ben inteso, l’euro affonderà solo quando andrà contro gli interessi USA, solo a quel punto si potrà pensare di romperlo. Certamente gli alleati locali saranno quelli che faranno il lavoro sporco, certamente. Ossia, come al solito, l’Italia.
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La mossa Franco-Tedesca di sponsorizzare il Nobel ad Obama all’inizio del suo primo mandato fu geniale, forse per questo la presidenza USA è stata così accondiscendente con gli interessi europei dei paesi EU dominanti, fino ad andare contro ai propri interessi nazionali (opinione personale). Va anche rilevato come tra i maggiori contributori elettorali (stranieri, …) del prossimo candidato di continuità Dem in USA ci siano proprio le aziende tedesche, Deutsche Bank in testa. Non a caso – notizia di ieri – si sta cercando un accordo finale tra VW e USA per il dieselgate entro fine ottobre prossimo, ossia appena prima delle elezioni americane che cambieranno – si spera – il registro delle confuse e sotto molti versi irrazionali politiche Usa all’estero.
Sta di fatto che il governo italiano DEVE posticipare il referendum dopo le elezioni USA, magari spostando la data nel 2017 grazie ad una provvidenziale sentenza della Corte Costituzionale che dichiari illegittime alcune parti dei quesiti. Ben inteso, il referendum sarà un rotondo NO, questo è certo, ma dovrà essere una bomba a scoppio controllato, la deflagrazione dovrà avvenire quando tutto sarà pronto. O almeno così dovrà essere se Renzi vuol sperare di salvare la pelle (politica, …).
In ogni caso non si potrà spostare la data troppo avanti, al massimo a marzo 2017. Anche perché è inevitabile che le aziende francesi e tedesche, ben consce del futuro dell’euro, cercheranno di accaparrarsi, anche con ricatti al nostro governo – facendo leva sui conti italiani e sullo stato di crisi generalizzata – le aziende nazionali, spero abbiate notato che nelle scorse settimane abbiamo visto insidiate pubblicamente ben 3 nostre multinazionali dai francesi: Mediaset, Generali e Leonardo-Finmeccanica! Insomma, un sacco dell’Italia finché si può ossia fin quando c’è l’euro….
Mitt Dolcino
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