Attualità
Se vogliamo un futuro migliore nel 2023, serve nuova moneta
Tutti siamo d’accordo che il mondo così com’è non funziona, che i problemi che abbiamo peggiorano sempre di più e tutto sembra ineluttabile. All’inizio di ogni nuovo anno speriamo in un cambiamento, ma sistematicamente si presentano nuove emergenze che si sommano a quelle precedenti, spesso amplificandole, in un vortice senza fine che non ci permette mai di affrontare e risolvere i problemi che abbiamo.
Pensiamo solo alle emergenze principali che abbiamo avuto negli ultimi anni:
– emergenza economica legata al debito degli Stati, che ha richiesto politiche di austerity e ridotto gli investimenti dello Stato, tagliando soprattutto la spesa sanitaria;
– emergenza sanitaria legata alla carenza delle strutture ospedaliere, che ha richiesto politiche restrittive e peggiorato la crisi economica, aumentando i costi per lo Stato e il debito pubblico;
– emergenza energetica legata alle politiche di riduzione delle emissioni di CO2, che ha aumentato i costi dell’energia e provocato un aumento dell’inflazione, impoverendo la popolazione e favorendo la speculazione finanziaria;
– emergenza finanziaria legata all’aumento del costo del denaro, che ha aumentato i costi del debito e ridotto gli investimenti nell’economia reale, aggravando il rischio di un crollo dei mercati.
C’è però un fattore comune a tutte queste emergenze: la mancanza di soldi.
Per risolvere tutte le crisi che abbiamo elencato, servono nuovi investimenti da parte dello Stato ma a causa del grande debito pubblico, i soldi non bastano mai. Al massimo si fanno manovre correttive togliendo soldi ad altri settori, come è accaduto nell’ultima finanziaria, ma si riesce mai ad affrontare i problemi in modo strutturale e definitivo.
Quindi se vogliamo augurarci un futuro diverso nel 2023, dobbiamo cambiare paradigma, perché diceva Albert Einstein “non puoi risolvere un problema con la stessa mentalità che lo ha generato”.
Se vogliamo risolvere i problemi che abbiamo, servono nuove idee che possano produrre risultati nuovi, ma prima di tutto è necessario definire in modo chiaro qual è l’obiettivo che ci proponiamo.
Obiettivo dell’economia.
Il nostro obiettivo può e deve essere quello di utilizzare le risorse che il pianeta ci rende disponibili, per soddisfare i bisogni individuali e collettivi definiti dalla piramide di Maslov o dalla nostra Costituzione all’articolo 3, cioè favorire “il pieno sviluppo della persona umana”.
In altre parole il nostro obiettivo è realizzare un benessere il più possibile equo e sostenibile per tutti, ma per farlo servono i soldi. Purtroppo ci hanno convinto che lo Stato non può creare moneta e quindi può solo prenderli in prestito dai mercati finanziari, mentre in realtà è l’unico soggetto che nel suo territorio, può dare valore ad una moneta accettandola per il pagamento delle tasse.
Quindi è un paradosso che non ne abbia mai una quantità sufficiente per risolvere tutti i problemi che abbiamo. La moneta è lo strumento fondamentale in un sistema economico per generare crescita e creare benessere, ma non è scarsa come una qualsiasi risorsa naturale, o addirittura legata a beni scarsi come l’oro, perché è uno strumento convenzionale ideato dall’uomo per legge. La moneta oggi può essere creata dal nulla senza limiti, basta solo ci siano sufficienti risorse umane e materiali disponibili per trasformarlo in beni e servizi reali, altrimenti si può generare inflazione.
La moneta a debito
Oggi la maggior parte della moneta viene creata dal nulla dalle banche private con i prestiti e dagli speculatori finanziari con i titoli di stato a garanzia, quindi tutta la moneta genera debito.
Il paradosso è che lo Stato è l’unico soggetto in grado di dare valore alla moneta attraverso la sua accettazione per il pagamento delle tasse, ma ha smesso di crearla, lasciando questo enorme potere esclusivamente in mano al settore bancario e finanziario, che ne decidono sia la quantità che la destinazione, privilegiando le speculazioni immobiliari e finanziarie e non l’economia reale.
La conseguenza è che la maggior parte della moneta che usiamo non è la moneta a corso legale garantita dallo Stato, cioè i contanti che sono sempre di più limitati, ma la moneta elettronica bancaria privata. Il problema è che questa moneta viene creata con i prestiti e deve essere restituita con gli interessi, generando un debito pubblico e privato matematicamente inestinguibile, che cresce continuamente in modo esponenziale, a causa degli interessi.
Se vogliamo che lo Stato abbia le risorse sufficienti per affrontare in modo strutturale e definitivo tutte le emergenza che abbiamo, è necessario individuare nuovi strumenti statali, che però non generino debito pubblico verso soggetti i mercati finanziari o l’Unione Europea, che pongono sempre limiti alle politiche economiche espansive.
Nuova moneta positiva
Se vogliamo cambiare paradigma, dobbiamo cominciare ad utilizzare non solo moneta a debito, ma anche nuova moneta positiva, cioè che non genera debito pubblico o lo rende sostenibile perché rivolto verso i residenti, quindi più stabile.
Lo Stato ha oggi la possibilità concreta di creare nuovi strumenti di pagamento innovativi e tecnologici, basati sulle sue competenze esclusive e quindi perfettamente compatibili con i Trattati UE e con l’euro:
– moneta elettronica tramite banche pubbliche, utilizzando il Medio Credito Centrale che ha già acquisito Banca Popolare di Bari e potrebbe anche unirsi con Monte dei Paschi di Siena, per fare come la Kfw che in Germania è stata in grado di finanziare la sua economia reale nel 2020 con 820 miliardi di euro;
– crediti d’imposta cedibili, come è già stato sperimentato con il Superbonus 110%, ma che potrebbe più proficuamente essere utilizzato per pagare i lavori pubblici ed i nuovi investimenti a favore dell’economia reale;
– titoli di stato trasferibili con Conti Correnti di Risparmio che tutelino i risparmi degli italiani, ma permettano anche allo Stato di trasformare il debito verso i mercati finanziari, in un debito verso i cittadini e le imprese residenti.
Con questi tre strumenti si può ipotizzare facilmente un Piano di Rinascita Economica da 1000 miliardi di euro in due anni, che permette allo Stato di affrontare le emergenze che abbiamo in modo strutturale e definitivo.
Come utilizzare questo denaro per le emergenze
Solo a titolo di esempio, proviamo ad individuare alcune ipotesi di soluzione delle emergenze che abbiamo in questo momento.
L’emergenza economica può essere risolta perché lo Stato avrebbe le risorse finanziarie per fare politiche espansive, aumentando il gettito fiscale futuro e rendendo più sostenibile il suo debito, senza dipendere dai mercati finanziari e pagando interessi agli italiani residenti.
L’emergenza sanitaria può essere affrontata facendo investimenti nella Sanità, invece dei tagli degli ultimi 30 anni, aumentando la sua capacità ricettiva per affrontare tutte le malattie e le emergenze che abbiamo ogni anno, senza arrivare alla saturazione che costringe a politiche restrittive e lockdown che peggiorano la crisi economica, aumentando il debito pubblico.
L’emergenza energetica può essere affrontata con investimenti ed agevolazioni nel campo delle rinnovabili e con la nazionalizzazione delle maggiori aziende energetiche Eni ed Enel, come hanno già fatto sia la Francia che la Germania, riducendo i costi dell’energia per imprese e famiglie.
L’emergenza finanziaria può essere risolta perché un debito pubblico “interno” è più stabile e meno costoso, come dimostra da anni il Giappone.
Conclusione
Se vogliamo che il 2023 diventi l’anno della svolta per l’Italia, è necessario partire dalla moneta, cercando di individuare nuovi strumenti monetari che permettano la nostra Rinascita Economica come quando nel 1300 abbiamo inventato le banche e favorito il Rinascimento che conosciamo.
Abbiamo una occasione straordinaria di progettare e realizzare il nostro futuro.
Non sprechiamo questa grande occasione.
Per approfondimenti:
© Fabio Conditi
Presidente dell’associazione Moneta Positiva http://monetapositiva.it/
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