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Se si chiudono le attività per motivi pubblici, qualcuno deve rimborsare. Rilanciamo i MiniBot Regionali

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Giuseppe Conte ha fatto quello che sa fare meglio: il furbo. Lasciando alle Regioni le decisioni sui lockdown si è tolta la responsabilità per una misura impopolari ne ha scaricato la responsabilità sui governatori delle regioni, magari contando sul fatto che, essendo 15 di centrodestra e 5 del centrosinistra, il malanimo sarebbe caduto sugli avversari politici.

Due governatori sono andati subito all’assalto: la Lombardia ed il Lazio. Le grandi città, Milano e Roma, presentano purtroppo un andamento epidemiologico non positivo che è stato preso come elemento causale per due lockdown regionali.

La regione Lombardia ha deciso di introdurre un coprifuoco dalle 11 alle 5 di mattina, mentre il Lazio dalle 12 alle 5 di mattina. Durante quelle ore bisognerà autocertificare i motivi di lavoro per i quali si resta fuori. Accanto a questi limiti poi esistono le limitazioni generali alla somministrazione dei prodotti.

Non voglio andare in profondità nell’analisi dei singoli limiti, ma parlare di un principio generale. Molte attività di somministrazione e ristorazione saranno ancora più fortemente danneggiate da queste decisioni, tanto che Confcommercio si attende che 50 mila aziende chiudano da qui a fine anno.

La responsabilità del Covid-19 e della sua gestione superficiale ed inadeguata non è sicuramente dei ristoratori. Il numero di test inadeguati, i ritardi nell’applicazione dei test rapidi di massa su base volontaria, i ritardi nella sperimentazione delle nuove cure come gli anticorpi monoclonali, i vari comitati scientifici e virologi in perenne contrasto e lotta gli uni contro gli altri, non sono sicuramente una responsabilità dei ristoratori. quindi è necessario che questi imprenditori, che chiudono su un ordine pubblico per pubblica necessità, siano adeguatamente ristorati.

La mia proposta è semplice: per il Lazio lasciamo che Zingaretti si faccia suggerire qualcosa da Gualtieri, ma per la Lombardia perchè non assegnare un miliardo di crediti d’imposta, sotto forma di minibot trasferibili al portatore e redimibili nei confronti delle imposte regionali e, se possibile, comunali? La trasferibilità al portatore ne premetterebbe la circolazione sino al progressivo riassorbimento, L’economia lombarda è sufficientemente forte e grande da tollerare un miliardo in più di liquidità e la loro natura spingerebbe ad una preferenza naturale per “L’acquisto lombardo”, senza considerare che poi partirebbe un effetto emulazione da parte di veneto e Piemonte, allargandone il mercato. Il rimborso poi potrebbe essere graduale e progressivo, a partire dal 2022 quando, speriamo, gli effetti del COVID-19 saranno completamente superati, a 200 milioni all’anno (quasi nulla, sul bilancio regionale), salvo che l’esperimento non abbia un tale successo da volerlo mantenere in vita.

Una soluzione pratica e semplice, come sono i lombardi, quelli veri. Una soluzione coerente con quanto richiesto dalla Lega da tempo a livello nazionale, che potrebbe iniziare a livello regionale. Un modo per superare la frattura fra piccola imprenditoria e governo regionale che, se non sanata in partenza, rischia di generare un’incomprensione di lungo periodo. Se chiudono 4-5000 aziende di ristorazione in Lombardia avremo una cancellazione di capitale investito, di valore, di tradizione, di capacità imprenditoriali e di entrate fiscali future ben superiori a questo tipo di investimento. Che Fontana non attenda una decisione do Roma o rischia di attendere in eterno.


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